ART OF DYING: Vices and Virtues
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18/06/2011Gradito ritorno della band di Vancouver che dopo l'acclamato esordio del 2009 sceglie ancora il sapiente Howard Benson in veste di produttore, ed il risultato è ottimo per qualità dei suoni, degli arrangiamenti e della costruzione dei brani. Benson sta diventando veramente un'icona dell'hard rock moderno, la carriera iniziata con i Pretty Boy Floyd, Southgang e Bang Tango ha sterzato verso qualcosa di più duro con Motorhead e P.O.D. per arrivare oggi a Daughtry, Theory Of A Deadman e 3 Doors Down. Il disco in sè, invece, è un bell'hard rock di stampo moderno a stelle e strisce, pesante, potente e coinvolgente, con però una ferma e continua dose massiccia di melodia. Non ci sono brani eclatanti, un qualcosa che faccia gridare al miracolo, l'idea che aleggia è che siano proprio bravi, ma da posizionare nel pieno marasma del genere, ovveroisa tante band molto simili una con l'altra con l'unica distinzione che una magari azzecca il brano dell'anno e l'altra no. Gli Art Of Dying propendono verso il no. Da segnalare la dolce "Best I Can" che è al limite del country rock, e "Raining" che vede un duetto con Adam Gontier dei Three Days Grace.
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