ALLEY: THE WEED
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28/02/2009Fino a ieri non avrei mai immaginato che una band come gli Opeth avesse potuto fare un grande proselitismo musicale. Non che Akerfledt e compagnia non meritino il successo avuto, ma chi conosce la band sa perfettamente quanto uniche siano le sue atmosfere e quanto inimitabile sia il sound. Fino ad oggi. Giuro di aver pensato immediatamente a 'Deliverance' quando mi sono trovato di fronte all'artwork, impressione poi confermata da "Coldness", ma la successiva "Dust Layer" sembra una continuazione di "Grand Conjuration". Insomma, la somiglianza con la band svedese è a dir poco impressionante, soprattutto nelle linee vocali, dove le analoghe alternanze tra clean e growl sono poi la linea comune definitiva. Ma tralasciando questi aspetti, c'è da dire che un'aura triste e doomegiante pervade l'intero disco, creando un'atmosfera di oscura e intensa malinconia, e il brano "Fading Fall" ne è l'emblema. L'aspetto tecnico è ben elaborato, anche se non ci troviamo a livelli eccelsi (o da un altro punto si vista, non ci sono tecnicismi dispersivi) ma come già detto, qui sono le sensazioni, l'atmosfera, le emozioni ciò che contano. Quindi arpeggi armoniosi e melodici, armonie geniali e ben concepite, melodie e riff azzecatissimi capaci di gonfiarsi ed esplodere in un rabbioso e imprevedibile muro sonoro, come nella monumentale "Days For Gray". Se non fosse per questo eccesso di somiglianza, vi direi che ci troviamo di fronte a una band inaspettatamente geniale, ma se la cosa non vi tange, allora potrebbe essere lo stesso.
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