AA. VV.: I FIORI DEL MALE VOL.1
data
05/09/2004Ottima iniziativa quella de "Il male production" che ha pensato bene di racchiundere in un'ottantina di minuti uno spaccato dell'underground nostrano il quale, mai come in questi ultimi anni, sta dimostrando di non aver nulla da invidiare a nessuno. Ad aprire la compilation troviamo i padovani Death Dies, band dedita ad un buon black-thrash ricco di cambi di tempo e parente stretto dei primi Sodom, Celtic Frost e Hellhammer. Pur muovendosi su territori già battuti e ribattuti i Death Dies convincono pienamente e "Thorazine" dimostra di essere un buon biglietto da visita per chi non conosce il gruppo, in cui ricordo milita Samael Von Martin dei defunti Evol. Seguono i Malnàtt che con "La Vampira" spostano le coordinate su versanti più melodici con il loro folk black metal coadiuvato da una voce femminile mantenuta però in secondo piano rispetto allo screaming e alla strumentistica. Un pezzo decisamente interessante, altra band da tenere d'occhio. Ancora black metal e ancora Bologna con i Tod, che hanno scelto un approccio più old style rispetto ai Malnàtt che risulta come un buon incrocio tra Dark Throne e Judas Iscariot, dove la batteria crea un tappetto sonoro di up-tempo per le linee di chitarra rigorosamente minimali. Niente male davvero, spero di sentire parlare ancora di quesa band visto che anche il loro nuovo lavoro "Hymn to the death" merita più di un ascolto. I seguenti The Profundis Clamavi hanno saputo far girare il proprio nome solamente grazie alla qualità della proposta musicale (non sempre è così purtroppo), "Artes moriendi" infatti è uno dei più bei lavori di balck melodico usciti in Italia che mi sia capitato di sentire negli ultimi anni. Il pezzo designato a far parte di questa compilation è l'ottima "Sephulcre", un piccolo gioiello di black metal sinfonico come se ne sente poco in giro, in cui le tastiere vengono utilizzate per creare un'atmosfera su cui far muovere gli altri strumenti e non per far fuoriuscire melodie degne dei giochi Nintendo di fine anni 80' inizi '90. Ci spostiamo a Teramo con i Deforge e con il loro death-thrash in linea con le uscite svedesi di gruppi come The Haunted, Darkane e Carnal Forge. Come alle band sopracitate non gli può rimproverare niente, suonano bene (interessante, anche se prevedibile, l' intermezzo melodico interrotto bruscamente) e il tutto è supportato da una produzione ai limiti del professionale, bravi ma un pò più di personalità non guasterebbe. Con i sucessivi Icon od Hyemes siamo di fronte ad un death metal che cerca di unire la scuola svedese a quella americana e posso tranquillamente affermare che il gruppo ci è riuscito in pieno. In questa "Start to blame" sembra di sentire i Dismember che jammano con i Deicide. I Bad to the bone da Macerata invece propongono un death metal più orientato verso la melodia che pur presentando numerose pecche nella produzione (ma si sa, in mancanza di una label le finanze sono quelle che sono) riesce nel suo intento di essere tanto orecchiabile e poco "estremo". Death metal più tecnico per i Crystal tear che prendono spunto principalmente dai Death e dai mai troppo lodati Atheist. "Celebration grind" infatti presenta una struttura abbastanza complessa e una buona vena solistica, da inserire anche loro nella lista delle band da tenere d'occhio. Curioso invece il brano di Hesperia, one man band che autodefinisce la propria musica Archaic Metal ma che in realtà altro non è che un black metal depressivo e caotico. Siamo comunque di fronte ad un buon pezzo, molto atmosferico e tutt'alto che banale. Con i sucessivi Tail invece ci spostiamo su versanti più o meno moderni visto che il genere proposto sembra una sorta di mix tra Korn e Ill Nino, non è proprio il tipo di musica per cui vado matto però devo ammettere che "Guilty" si lascia ascoltare anche se probabilmente non riuscirei a sentire un loro album per intero. A contrapporsi al nu metal dei Tail ci pensa l'heavy metal dei Rain, un autentico pilastro del metal nostrano, andateli a vedere dal vivo qualsiasi genere ascoltiate per imparare come si sta su un palco. Non poteva che essere scelto "Headshaker" per far comparire i Rain in questa compilation visto che è forse il pezzo più rappresentativo del gruppo bolognese, monumentali. Convincente anche "Just began" degli Hell Done, che parte inizialmente con un arpeggio melodico per poi sfociare in un riffing power-heavy in stile Metal Church, Jag Panzer, con un cantato che ha una timbrica molto simile a Ville dei Sentenced nelle tonalità più basse. Purtroppo la produzione troppo sporca per quanto riguarda le chitarre macchia molto l'intero pezzo, peccato. Buona prova anche per i Fire Makers con il loro heavy metal Maiden style che denota una buona tecnica generale. Interessanti i Moonshine, che propongono un hard rock accattivante (ai limiti dello stoner in alcuni passaggi) e decisamente divertente. Difficilmente riuscirete a tenere il piedino fermo. Chiudono i Cancelli d'Inverno che presentano un pezzo gothic rock cantato interamente in italiano che vede l'alternarsi di voce maschile\femminile con le oscure melodie di un "organo" a fare da sottofondo. Ci sarebbe da affinare qualcosina nel songwriting sopratutto per quanto riguarda le linee di chitarra ma nel complesso "Vampyria" dimostra di essere una degna chiusura. Tirando le somme "I fiori del male volume 1" si rivela un "prodotto" più che interessante per chiunque abbia voglia di approndire la conoscenza del sottobosco di band presenti nel suolo italico, con una varietà di generi che va dal metal classico dei Fire Makers al raw black dei Tod.
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