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MARILLION: la bilografia non autorizzata

La storia dei Marillion è affascinante per moltissimi motivi, dalla capacità di continue rinascite, fino al fatto che un gruppo progressive nato nel 1977 (quando il mondo si affacciava al punk) doveva proprio avere qualcosa di speciale per sfondare. E infatti…
L’intento iniziale di Mick Pointer, Doug Irvine (che lascerà nel 1980) e Steve Rothery era quello di suonare brani strumentali, ma ben presto decisero di inserire un cantante. Grazie a un annuncio su Melody Maker Si presenta alla loro porta Derek William Dik, in arte Fish, che in un colpo solo li dota di un cantante e un song writer eccezionale. Scozzese, istrionico, ispirato, Fish, che ama comparire truccato sul palco, porta alla band la forza necessaria per sfondare. Intanto i Marillion mantengono il contatto con i fan grazie alla fanzine The Web e creano show mitopoietici e molto amati dal pubblico. La EMI non se li fa scappare e li porta al successo, entrano nelle charts di tutto il mondo. Sono i tempi di Script for a Jester’s Tear, Fugazi, Misplaced Childhood e della canzone ‘Kayleigh’. Nel 1986 aprono per i Queen…  Anche l’Italia li ama e i sold out alle nostre latitudini non mancano, già dagli anni 80. Mica male per una band che alcuni ritenevano troppo simile ai Genesis! Come in tutte le belle storie interviene una perturbazione: Fish, dedito a svariati eccessi e affetto di manie di protagonismo si colloca umanamente e artisticamente fuori dalla band. È il 1988 e la band si trova a dover nuovamente cambiare un membro importante. Sarà Steve Hogart a raccogliere il testimone, sarà amatissimo anche dai fan italiani, ai quali regala un mitico e intimo live al Barrumba di Cervia nel 2007.  Dopo il divorzio dalla EMI, questa continua a ristampare il repertorio “storico” marillico producendo album live e rimasterizzando i più venduti. Eppure il tempo del successo con la nuova produzione non è finito e l’album del 2001, Anoraknophobia, lo conferma. Siamo già in era internet e grazie a un intelligente sistema di siti dedicati (chiameranno addirittura un album Marillion.com, come il nuovo portale), di sperimentazioni di rilascio gratuito (dell’album Happiness is The Road) grazie al sistema peer-to-peer e di calibrati pre-order, la band sfrutta al massimo le possibilità del web per aumentare la propria base di fan. Ci si può spingere a dire che siano stati dei precursori del crowdfunding, sicuro è che grazie al supporto dei fan sono arrivati fino al 2022 con un nuovo importante album An Hour Before it’s Dark. Una storia che di sicuro non è finita…

In libreria dal 17 Novembre
25 euro, 336 pagine
Edizioni Tsunami Collana Gli Uragani (59)


Massimo Longoni è giornalista, appassionato di cultura pop e onnivoro musicale con particolare attenzione agli anni Ottanta, decennio che ha segnato la sua formazione. Nato e cresciuto a Milano, ha studiato architettura e ha smesso di suonare la batteria per non importunare i vicini di casa. Ha scritto il primo libro italiano su Billie Eilish e Helloween – Pumpkins fly free (Tsunami Edizioni), prima biografia al mondo del gruppo metal tedesco. Oltre ai suoi libri, scrive di spettacolo per Tgcom24, collabora con varie riviste di settore e ha realizzato diverse monografie per Il dizionario del pop-rock (Zanichelli) e per 1000 concerti che ci hanno cambiato la vita (Rizzoli). I Marillion sono una presenza fissa nella sua vita sin dalla metà degli anni Ottanta.

Marillion

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