VIRGIN STEELE
Me li ero persi purtroppo un paio di anni fa, quando si esibirono nell'ormai defunto Thunderoad di Codevilla, ma, per fortuna, in occasione del decimo Flash Party, ecco che tornano in Italia al Live di Trezzo d'Adda i Virgin Steele, uno tra i gruppi più importanti del genere epic, per oggi in una particolare versione acustica. Perchè di questo si tratta: la nobile ugola di David DeFeis ed il chitarrismo raffinato di Edward Pursino (poi raggiunti on-stage dal bassista Joshua Block), una chitarra acustica, le loro canzoni più belle e nessun altro additivo. Ad aprire la serata una delle più promettenti giovani band italiane, i Clairvoyants, forse ingiustamente ricordati solo ed esclusivamente per essere la miglior cover band nostrana degli Iron Maiden, piuttosto che autori di un album davvero valido come 'World To The Wise'. La band guidata da Gabriele Bernasconi spacca alla grande durante l'intera ora di durata del set, alternando brani propri ai classici dei Maiden; soprattutto i primi si fanno notare e raccolgono interesse, anche se meno conosciuti ai più (grandioso l'applauso per "Journey Through The Stars" e "Back To My Dreams"), ma la festa è anche e soprattutto per i vari "Wasted Years", "Halloweed By The Name" e "The Number Of The Beast", songs che accontentano anche i defenders più tradizionalisti presenti qui stasera. Rapido cambio set ed è già ora del piatto forte della serata. Su un palco spoglio, sul quale troneggiano solamente tre sgabelli, ecco giungere David DeFeis ed Edward Pursino, che, accomodatisi, danno prontamente il via alle danze, ripescando da 'Age Of Consent' la più o meno dimenticata "Seventeen". Quella che si tiene davanti agli occhi stupefatti dei fans venuti in quel del Live è una esibizione regale, ricca di classe, e tutto il pubblico rimane sin da subito a bocca aperta ascoltando unplugged pezzi (per lo più eseguiti in una serie di medley) come "Through Blood And Fire", "Child Of Desolation" o "Wings Of Violence", ed ancora "Sword Of The Gods" o "Don't Say Goodbye". Come detto in precedenza, per l'ultima mezzora del concerto il duo viene raggiunto sul palco dal bassista Josh anch'esso alla chitarra, per il gran finale, basato su pezzi come "Noble Savage", "I Will Return" e la clamorosa "Defiance", che, cantata da tutto il pubblico, chiude il set. A fine concerto il trio statunitense si è fermato a lungo ad autografare qualunque cosa ai fans, chiaro segno di disponibilità ed umiltà. Davvero una gran bella serata, resa magica dall'ascoltare in una veste nuova pezzi che ogni defender conosce a memoria. Questa è magia!
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