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DANIEL CAVANAGH

I fratelli Cavanagh ci hanno preso gusto a calare in Italia, e non ci sorprenderebbe vederli chiedere residenza dalle nostre parti (Daniel ha la compagna italiana). Fuori dal locale troviamo Daniel che si avvicina a chiederci una sigaretta e fare due chiacchiere (quante volte vi è capitato?); il Wishlist non era pieno al limite della capienza, ciò permetteva di spostarsi per poter fare foto da diverse angolazioni. Come per il concerto della scorsa estate, che vide protagonisti entrambi i fratelli Cavanagh, anche stavolta si è trattato di un set unplugged con il buon Vincent a campionare i giri di chitarra, mandarli in loop e risuonarci sopra creando un effetto a più strumenti, talvolta batteva sulla cassa della chitarra utilizzandola a mò di percussioni. Ad inizio live l’inglese ha incensato il pubblico italiano esaltandone le doti artistiche e la dolcezza del suono della nostra lingua, ci ha pregati di non mormorare durante il live poiché ogni suono di voce avrebbe disturbato l’intimità che intendeva creare. La cover dei Pink Floyd di “I Hope” ha l’onore di aprire le danze e cala repentinamente il silenzio in sala; avendo dimenticato i plettri in hotel, chiede agli intervenuti se ne avevano qualcuno, dal pubblico subito si materializzano, determinando un'altra lode verso gli italiani. “Untouchable Part 2” e si toccano vertici di sublime intensità con i fan che cantano in coro il ritornello.

La morte della madre avvenuta nel 1998, a seguito di un fortissimo esaurimento nervoso, lascia un vuoto nel chitarrista e lo porta a scrivere il brano “Are You There”; una notte in cui stava preparando le liriche, chiese “sei qui?” con una tale intensità che sentì una presenza rispondergli sottovoce: 'yes', e la conferma la ebbe dalla ragazza dell'epoca che diverse volte aveva sentito lo spirito della madre aleggiare attorno a lui. Un altro evento particolarmente pregnante della sua vita è stata la nascita della figlia che lo ha fatto sentire come Gesù Cristo mentre cammina sulle acque. A seguire la cover di Kate Bush “Running Up That Hill” senza i picchi vocali che la cantante inglese è capace di raggiungere. “The Exorcist” è dedicata alla rabbia che l'artista provava nei confronti del padre perché da piccoli usava la violenza nei confronti della madre e lui si sentiva impotente di fronte a tale aberrazione tra due persone che avrebbero dovuto amarsi. “Enjoy The Silence” eseguita al piano non ha bisogno di presentazioni, seguito a ruota dall’accompagnamento del pubblico. “Untouchable Part II” ci trasporta verso altri picchi emozionali. Il performer è stato particolarmente loquace, ha raccontato che di avere attraversato un periodo difficile: si è ammalato, ha accumulato parecchio stress causa lavoro/famiglia e tour, infatti per venire a suonare a Roma non ha dormito per 24 ore; d’amblè, ha switchato in modalità cabaret, citando alcune situazioni comiche che gli sono capitate in italia: in un ristorante ordinò pasta col tonno e chiese il parmigiano da mettere sopra, il cameriere lo guardò come se fosse un marziano.

Ha preso in giro i tifosi della Roma per l’imminente sfida contro il Liverpool ed ha detto che i romanisti sono favoriti perché sanno imbrogliare in campo. “Fragile Dreams” da ‘Alternative 4, altra strizzata di cuore. “Lost Control” primo dei bis dopo il quale è partito a piede libero, parlando dei suoi gusti musicali, ha specificato che Paul Di Anno degli Iron Maiden è superiore a Bruce Dickinson, James Hetfield miglior chitarrista di sempre, i Nirvana la band più sopravvalutata del mondo. ma ‘Nevermind’ miglior album heavy; Coldplay: miglior light show; Radiohead: “pain in the ass voice”. Traduzione a vostro piacimento. La più grande band al mondo: i Beatles, proseguendo con una citazione che ci ha lasciato da pensare: la qualità del tuo amore è la misura della tua vita (the quality of your love is the measure of your life). “Silent Enigma” chiude una serata in cui Daniel ha fatto coming out. Nuovamente tornato sul palco ha deciso di donare un extra bis scegliendo tra tutte le richieste che gli sono pervenute dal pubblico: “Distant Satellite”. Logorroico quanto le emozioni che ci ha donato. Si ringrazia Massimiliano Abbatelli per la gentile concessione delle foto.

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