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VANILLA SKY

Quando finirà la moda dell’emo haircut? Me lo sono chiesto sconsolato appena arrivato al New Age, per il concerto dei Vanilla Sky, band capitolina che rappresenta forse l’entità più rappresentativa in campo punk melodico e reduce da un toour giapponese di successo. La serata, interamente a favore di Greenpeace, ha visto alternarsi sul palco tre gruppi. Il primo ensemble a salire on stage è rappresentato dai LOST, band vicentina autrice di un emo rock piuttosto canonico e ‘adolescenziale’. Passaggi più melodici si alternano a leggere sfuriate in voce screaming che se da una parte esaltano i ragazzi presenti, dall’altra fanno percepire tutta la pochezza musicale della band, che si impegna ma non riesce ad andare oltre i soliti clichès imposti dagli ultimi trend. Altamente trascurabili. Cresce il pubblico e tocca agli AIRWAY, ben più celebri dei Lost e supportati da diversi fan che girano per il locale indossando la loro t shirt. Ricordando una versione più edulcorata dei Darkest Hour, la band colpisce abbastanza nel segno; inutile sottolineare la calorosa reazione del pubblico e, di risposta, della band. I suoni di cui hanno potuto godere non sono stati il massimo a dire la verità (problema che ha influenzato tutte le performance di stasera), ma sia gli aficionados che quelli meno acculturati sugli Airway si sono potuti dire abbastanza soddisfatti. Magari si poteva fare molto meglio, ma lamentarsi sarebbe eccessivo. Tocca ora agli headliner, i VANILLA SKY. Il New Age è bello pieno, le ragazzine urlano e strepitano e i quattro romani fanno la loro entrata in scena con tutta la loro carica esplosiva. Si vede che i numerosi concerti tenuti in giro per il mondo sono serviti a rodare la band, ora una oliatissima macchina da palco che non fa prigionieri (se si eccettua forse una tenuta di palco, tra un brano e l’altro, un po’ troppo casereccia e maccheronica). Sull’entusiasta pubblico viene sciorinato quasi interamento “Waiting For Something”, il disco che li ha portati al successo, e ci vengono anche presentati due nuovi pezzi dall’imminente “Changes”. Suoni incasinati permettendo, entrambe le canzoni mi sono sembrate buone, sempre in linea col materiale di “Waiting”, con un pelo di dovuta maturità in più. “Distance”, “Your Words”, “Wasting All My Time” hanno fatto passare a tutti i presenti una serata oltremodo piacevole, con la speranza che i Vanilla non siano l’ennesima meteora italiana nel panorama pop punk.

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