TESTAMENT
La data romana dei Testament, arrivata appena due settimane dopo quella degli Slayer al Postepay Rock in Rome, ci fornisce un assist interessante sullo stato di salute dei grandi nomi del thrash. Una performance live spettacolare come quella a cui abbiamo assistito la sera del 28 Luglio al Pala Atlantico, crea un certo imbarazzo. Positivo, ovviamente, sul conto di Chuck Billy e company, un po' meno su tutti gli altri. In questo momento sul palco i Testament non hanno eguali! Suonano un'ora e mezza senza mai fermarsi, passando dal vecchio al nuovo repertorio come se nulla fosse, e soprattutto senza far storcere il naso al pubblico, perchè anche i pezzi più recenti dal vivo hanno una carica pazzesca. Ma il punto che determina la loro attuale superiorità, sta nel fatto che mezza setlist è presa dai primi due album, suonato come se stessimo nel 1988.
Mentre li guardi divertirsi, suonando in maniera impeccabile, ti vengono in mente paragoni continui. Col Big Four, ad esempio, che ha tolto gli Anthrax dal dimenticatoio. Pensi a Mustaine e ai Megadeth, ormai in calo da anni e schiavi l'uno dell'altro. I Metallica neanche a dirlo. Dalla presentazione del nuovo pezzo sono passati quasi due anni. Paragonare Alex Skolnick e Kirk Hammett in questo momento sarebbe alquanto ridicolo. Chissà cosa stia pensando a riguardo il maestro Satriani. Skolnick non si perde una nota, ed i suoi assoli sono tecnici e funambolici, lunghi da sembrare piacevolmente infiniti (peccato solo per la solita poca enfasi durante i brani strepitosi presi da 'The Gathering', che proprio non gli vanno giù). Tutte cose che Hammett faceva sui primi dischi e che ora non riesce assolutamente a ripetere nè dal vivo, nè in studio. Dall'altra parte, l'anima ritmica della band, col profilo basso che l'ha sempre contraddistinto, Eric Petersen macina i suoi meravigliosi riff, uno più coinvolgente e devastante dell'altro. Il tutto coadiuvato da una sezione ritmica che nessuno si può permettere in questo momento. Non tanto per Steve Di Giorgio (l'ormai assente Greg Christian non è mai stato da meno), quanto per Gene Hoglan. Con un Dio come lui puoi fare quello che vuoi. Come appunto suonare “Into The Pit”, “Over The Wall”, “The Haunting” e “The Preacher” senza il minimo cedimento. Per non parlare di “D.N.R.”, brano che nessuno della vecchia scuola potrebbe permettersi di riproporre dal vivo. Forse solo gli Slayer, gli unici ormai a tenere botta, nonostante l'evidente calo su disco di 'Repentless'. Detto questo, il concerto è stato uno spettacolo meraviglioso. Pogo incessante, divertimento, salti, botte, cori ed un Chuck Billy visibilmente emozionato dal tanto calore ricevuto (il coro sul refrain di “Alone In The Dark”, con gli strumenti che smettono di suonare tutti insieme è stato da brivido vero!).
Note a margine ce ne sono diverse. Di spalla i tedeschi Dying Gorgeous Lies, gia visti lo scorso hanno di supporto agli Overkill. Non ci impressionarono allora, e si sono ripetuti. Piuttosto scontati per condividere il palco con gente di questo calibro. Al contrario, i compagni di etichetta (Massacre Rec.), i croati Infernal Tenebra, mostrano di essere di tutt'altra pasta. Death metal di buona fattura, nulla di eccezionale, ma che dal palco scende giù potente e avvincente, facendo subito presa sul pubblico. Peccato che dopo appena quattro pezzi avvenga una cosa mai vista prima. Mentre il vocalist Darko Etinger sta per annunciare un nuovo brano, un addetto ai lavori si affaccia facendo segno che il tempo è finito. La cosa assurda è che non gli permettono nemmeno di suonare un ultimo brano, stop immediato e malcontento di tutti, soprattutto il loro, che avevano intuito di aver fatto presa sul pubblico. In conclusione, davvero una bella serata. Peccato che il cambio di location (originariamente l'evento era stato annunciato all'aperto), abbia fatto giustamente incazzare qualcuno. Spostare l'evento al chiuso è stato davvero necessario, o annunciarlo open air ha fatto vendere più biglietti? Non lo sappiamo, ma magari accendere un po' di più l'aria condizionata sarebbe stata un'idea brillante, quanto rinfrescante, considerando il caldo sofferto. Pollice verso per l'organizzatore.
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