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STRATOVARIUS

[SHAKRA] Tocca agli svizzeri Shakra salire per primi sul palco di questo Monster Metal Madness Tour. I cinque Hard Rockers non ci stanno di certo a farsi fare "le scarpe" dai due co-headliner e sfornano una prestazione avvincente ed esaltante. Anche il singer Mark Fox, entrato in formazione solo nel 2003 con "Rising", è autore di un ottima prova senza smettere mai di incitare i presenti sotto al palco, che sono sempre in crescendo. Oltre a diversi estratti dal più malinconico "Fall" come "Chains Of Temptation", eseguita in apertura, e "She's My Ecstasi" gli Shakra eseguono anche pezzi dal passato tratti da "Rising" e "Power Ride". Una setlist di mezz'ora capace di far muovere l'intero Alcatraz che di certo non si sarebbe aspettato un vulcano simile, oltretutto alla loro prima apparizione in Italia. A presto ragazzi! [HAMMERFALL] I più attenti conoscitori del forum di Hardsounds ben sapranno che una band del calibro degli Hammerfall non rientra certo tra le mie predilette, eppure il combo svedese ha vinto il mio scetticismo iniziale e ha tirato fuori la parte di me che ha saputo apprezzare un album come "Legacy Of Kings". Circondati da una scenografia glaciale, ispirata alla cover dell'ultimo album "Chapter V:Unbent, Unbowed, Unbroken", il quintetto esordisce tra i coriandoli sparati in aria e con una tirata "Secrets" che mette subito in luce il bravo Joacim Cans, in serata di grazia. Non da meno sono i suoi compari che se ne inventano di tutti i colori per attirare a se l'attenzione, in primis Magnus Rosen che si mette a bordo palco a far roteare il proprio basso, in questo modo là dove la musica non entusiasma perlomeno viene sostituita da uno spettacolo divertente e tutto da seguire. Anche il drummer Anders Johansson, fratello di Jens che suonerà più tardi con gli Stratovarius, riesce a ritagliarsi il suo spazo per un solo che risulta essere piuttosto banale fino a quando non si alza in piedi e comincia a suonare i piccoli "bonghi" che circondano la batteria ed eseguendo i più classici tormentoni di casa Iron Maiden. Un esecuzione sicuramente divertente e singolare. Dopo aver suonato i classici "Let The Hammer Fall" e "Heeding The Call" il gruppo saluta tutti con il nuovo singolo "Blood Bound" ma è solo una piccola pausa. Il ritorno sul palco della band è accompagnato dall'innalzamento di un martellone gigantesco alle loro spalle che, una volta ruotato leggermente verso il pubblico,lo illumina con la testa ricoperta di fari. Una trovata sicuramente originale che ha distolto l'attenzione dell'esecuzione di "Templar Of Steel" ma non dall'avvincente "Hearts On Fire" che ha fatto gridare i presenti di un Alcatraz oramai quasi gremito. Intro Secrets Riders Of The Storm Renegade Let The Hammer Fall Hammerfall Drum Solo Fury Of The Wind Legend Heeding The Call Blood Bound Templar Of Steel Hearts On Fire [STRATOVARIUS] Fino a qualche tempo fa non avrei giurato di rivedere gli Stratovarius, quelli veri, dal vivo in Italia e ritrovarli qui tutti insieme sul palco dell'Alcatraz questa sera è una vera gioia, anche dopo lo scadente "Stratovarius" e l'abbandono di Jari Kainulainen al basso. Dopo la proiezione di un filmino che ritrae la band "on tour" i cinque finlandesi si prestano sul palco dove la scenografia glaciale degli Hammerfall ha lasciato spazio ad uno scenario più scarno ma più tecnologico e "caloroso". Il trittico d'apertura ("Hunting High And Low", "Speed Of Light", "Kiss Of Judas") la dice lunga sulla serata che ci si aspetta e vista la condizione dei musicisti i presenti non possono che ritenersi fortunati. Kotipelto al microfono è un animale da palco e fornisce una prestazione da mille ed una notte e c'è finalmente collaborazione e feeling con tutti, anche con Tolkki, il cui peso aumenta vertigionosamente, ma che non sembra proprio aver perso il tocco. Il nuovo entrato Lauri Porra (già protagonista del tour solista di Kotipelto) si dimostra all'altezza e realizza un solo interessante dal quale si direbbe che il ragazzo ci tenesse proprio a mettersi in mostra. Come non citare poi il funambolico Jorg Micheal che fallisce nuovamente il lancio in aria della bacchetta su "Father Time", ma non con l'esito rovinoso dello scorso 2003, ma è protagonista di una serie di lanci di bacchette assieme a qualcun'altro nascosto dietro ai monitor che, durante l'esecuzione dei vari pezzi, gli tira le bacchette e il buon Jorg gli tira la propria e prosegue a suonare con quella appena arrivata. Tornando a parlare della setlist è stato bello vedere un pubblico così partecipe su di un brano tanto contestato come "Maniac Dance" e sentirne i cori ed il calore attorno ai vecchi classici della band come "Destiny"; "Legions" e "Coming Home". Bella e toccante l'esecuzione di "United", non solo per il significato del brano ma anche per le scritte che l'accompagnavano sui monitor. Un attimo di pausa e si ritorna sul palco per illuderci con un accenno acustico di "Paradise", grande assente della serata, per poi scaturire nel momento magico riservato a "Forever" che, come al solito, non può deludere. La conclusione è dedicata a "Black Diamond", classico dei classici con la quale la band saluta un Alcatraz in tripudio per la certezza di aver ritrovato gli Stratovarius al meglio della loro forma. Da sempre una garanzia ed una speranza per il nuovo venire... Hunting High And Low Speed Of Light Kiss Of Judas SOS Maniac Dance Destiny Legions Bass Solo Coming Home Twilight Symphony United Father Time Forever Eagleheart Black Diamond

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