SONIC JESUS

Release party per festeggiare l'uscita del primo full lenght su Fuzz Club Records 'Nor Virtue Nor Anger', e contestualmente sugellare la fine del tour di un mese e mezzo che li ha portati ad insonorizzare mezza Europa; a testimonianza del cult status raggiunto dalla band, il locale era pieno al limite della capienza tenendo in considerazione che era un infrasettimanale. Il loro sound verte su loop psichedelici reiterati (chitarra e tastiere), suicide, voce riverberata, vortici intergalattici e batteria tribale; a questa terapia d'urto siamo stati sottoposti per i primi due brani del set, "Triumph" sembrava di ascoltare gli Interpol sotto acidi psichedelici finchè non hanno fatto un salto all'indietro nel tempo fino ad approdare all'EP omonimo dal quale hanno tirato fuori in sequenza: "Monkey On My Back" e più di qualche corpo iniziava ad ondeggiare sui riff di blues malato memore dei migliori Birthday Party e sui relativi pattern di batteria tribale, alcune teste accennavano un timido headbanging in segno di apprezzamento fino a che una sepolcrale tastierona non ha sugellato l'apoteosi finale. "Underground" aumenta la tribalità ed il numero dei giri in quel vorticoso avvolgersi di spire lisergiche e nenie alla Virgin Prunes, "It's Time To Hear", il pezzo più bello del set, ha esercitato un richiamo ipnotico ed avvolgente come quello praticato dalla maga circe ai malcapitati marinai: stare fermi è stato impossibile. Da qui in avanti i pontini si sono incazzati (in senso musicale) ed hanno iniziato a menare di brutto sugli strumenti fino alla finale "Locomotive", scandita da una lunga drum session sciamanica a voler esorcizzare il demone della psichedelia. La notte delle grandi barbe e dei loop psichedelici.