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SHINING

A distanza di sei anni dalla performance in quel del Dissesto Musicale (club di Tivoli nelle vicinanze di Roma) torna colui che ha mangiato carne umana, colui che ha provato ogni tipo di droga, colui che per trarre linfa vitale per i suoi testi si faceva volontariamente scoprire dalla propria donna mentre la tradiva per analizzarne la conseguente devastazione dell’animo umano: tutti questi eccessi gli hanno comportato la depressione bipolare (stato d’animo che ti fa passare dalla più profonda depressione a stati di eccitazione fortissima dove ti sembra di essere onnipotente), e lo hanno dotato di sregolata genialità nella composizione dei brani della band di cui è leader indiscusso.

Sguardo allucinato e lucidamente folle, sempre diretto verso il pubblico a mo' di sfida verso chiunque lo incrociasse; e semmai ci fosse bisogno di controprova della sua conclamata follia, nel bel mezzo dei primi brani si è sentito chiaramente un ‘succhia’ e ‘succhiami la minchia’. I primi tre brani dello show sono stati un grandioso e devastante esempio di industrial black metal, estratti dall’ultimo lavoro ‘Everyone Everything Everywhere Ends’: "Vilja & Dröm", "Framtidsutsikter" e "Människotankens vägglösa Rum" (un lentone strappalacrime). Come era ampiamente prevedibile non ha lesinato estratti da uno dei suoi migliori lavori: ‘V Halmstad’, da cui ha tirato fuori “Besvikelsens Dystra Monotoni/Neka Morgondagen” (due tracce in un unico scorrere) che hanno messo in chiaro a cosa saremmo andati incontro nel prosieguo della serata, un sound molto più torrenziale e black di quanto i solchi di un cd possano contenere, intervallati da riff e arpeggi di chitarra tra Santana e Malmsteen (abusati piuttosto spesso durante altre tracce delle serata tanto da renderli quasi insopportabili e fuori contesto), a contrastare le atmosfere fredde e brutali. Lunghissimi assoli di chitarra hanno riempito i vuoti necessari a Niklas a distribuire fiumi di Jack Daniels nelle bocche di coloro che occupavano i posti a ridosso del palco, ed a scrostare il proprio gargarozzo tra un rantolo, un sibilio e uno stridio di corde vocali.

Da metà concerto in poi, nella migliore tradizione della band e come un rito che deve necessariamente officiarsi, le braccia di Mr. Kvarforth hanno iniziato a sanguinare, gestualità che ogni fan che si definisca tale avrebbe immaginato da colui il quale ha fatto di questa attitudine un culto, una prassi che gli è valsa una vituperata notorietà non sempre condivisa. Sul palco il singer si è atteggiato a dittatore, comandando a bacchetta sia gli strumentisti, sia il pubblico, esigendo degli applausi ogni volta che presentava qualcuno dei membri della band; persino deridendo i suoi compagni di palco durante l’esecuzione di “Låt Oss ta Allt Från Varandra” (da noi tanto attesa, ma effettivamente resa un po’ sottotono), dove li ha brutalmente stoppati, intimandogli di suonarla meglio di come la stavano eseguendo e costringendoli a ripeterla dall’inizio. Non sono mancati veri e propri inni al power metal come “For the God Below” con tanto di assoli in classico stile Iron Maiden, e l’imprevedibilità di Niklas si è manifestata nello stravolgimento della durata del set; inizialmente prevista per un ora circa, ma dato che lo svolgimento della serata gli stava evidentemente garbando e tenuto conto che, per sua stessa ammissione, erano due notti consecutive che non dormiva (e non dava segni di stanchezza), ha proseguito fino a raddoppiarne la lunghezza, mettendo a durissima prova la resistenza di chi è andato a vederlo, tanto che alle 2:00 del mattino ha inevitabilmente preso il sopravvento la stanchezza, e l’unica cosa ardentemente desiderata era solo il letto per mettere a riposo le provate membra.

Durante le varie elucubrazioni mistiche pregne di humor scandinavo, Kvarforth ha elogiato una band che a suo parere è la più grande tra quelle mai esistite in Italia: i Death SS, ma ha commesso uno scivolone con la nefasta frase con cui elogiava un nostro tristemente noto ex dittatore (e chi ha orecchio da intendere, intenda). Oltre ogni previsione performativa e musicale: trascinante e agghiacciante come pochi altri.

Setlist:
Den påtvingade tvåsamheten (Intro I)
Vilja & Dröm
Framtidsutsikter
Människotankens vägglösa rum
Strings (Intro II)
Besvikelsens Dystra Monotoni/Neka Morgondagen
Ohm (Sommar med Siv)(Seigmen cover)
Människa O'avskyvärda Människa
Att med kniv göra sig illa (Intro III)
Eradication of the Condition
Låt oss ta allt från varandra
For the God Below
Han som hatar människan
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