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SERPENT SERMON TOUR 2012

Riapre la stagione Live al Traffic di Roma e la serata in questione è di quelle da far tremare la terra. Il "Serpent Sermon Tour 2012" fa tappa nella capitale e la risposta degli amanti del metal estremo non è mancata, perchè la possibilità di vedere dal vivo due tra gli act più estremi ed importanti della scena mondiale era davvero ghiotta. Alle 21:30 dopo ben tre gruppi spalla che, purtroppo, non abbiamo potuto ascoltare (e di questo ce ne scusiamo con loro), gli Immolation salgono sul palco a distanza di quindici anni dall'ultima data romana, ai tempi del tour di 'Here In After' di supporto ai Cannibal Corpse. La band capitanata da Ross Dolan ne ha fatta di strada tantè che possiamo dire senza ombra di dubbio che attualmente i Nostri sono il punto di riferimento maggiore in ambito blasphemic death metal, soprattutto da quando i Morbid Angel non hanno più, per così dire, le idee molto chiare. L'inizio è devastante con le monumentali "Close To a World Below" e "Swarm Of Terror", seguite dalla title track del loro ultimo full-length "Majesty And Deacay". La band è compatta e decisa. La voce di Dolan è impressionante per potenza e intensità così come lo è la performance di Bob Vigna. E qui apriamo una dovuta parentesi in quanto parliamo di un chitarrista straordinario che con le sue vorticose trame chitarristiche ha impresso a fuoco il marchio di fabbrica della band. Chi segue il quartetto sà di cosa parliamo ed è imbarazzante vedere e sentire come il buon Vigna anche dal vivo riesca ad avvolgerci e imprigionarci con i suoi intricatissimi riff. Ma torniamo ai brani suonati alla perfezione nonostante la non brillantissima acustica. Senza grosse pause tra un pezzo e l'altro si continua con "Father, You're Not A Father", "A Glorious Epoch", passando per un altro capolavoro come "Unholy Cult". In conclusione, dopo l'annucio di un nuovo album in preparazione che vedrà la luce il prossimo anno, arriva l'omaggio al loro primo disco datato 1991, e con "Dawn Of Posssession" il quattro newyorkesi si congedano tra gli applausi meritati di un pubblico stordito e per questo soddisfatto. Venti minuti di pausa e si riparte. Dalla fredda Svezia, anch'essi con venti e più anni di carriera sulle spalle, i Marduk salgono sul palco pronti ad attaccarci con il loro ferale black metal. Il pubblico è più numeroso e senza paura si avvicina al palco dove il carismatico Mortus è pronto per l'assalto. "Serpent Sermon" apre le danze per uno show che si divide tra il vecchio ed il nuovo repertorio. Vengono omaggiati i loro primi tre capolavori con nell'ordine "On Darkened Wings", "Deme Quaden Thyrane" e "Within The Abyss", passando per le immancabili "The Black Tormentor Of Satan" e "Panzer Division Marduk". I Marduk sono una macchina da guerra, punto. Dal vivo devastano e non fanno prigionieri, soprattutto da quando c'è Mortus, possente e minaccioso dietro il microfono. Chiudono il martirio sonoro "With Satan And Victorious Weapons" e la meravigliosa "Wolves" per un concerto che ci lascia estremamente soddisfatti, cosa ovvia d'altronde considerando il livello assoluto delle due formazioni.

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