SAINT VITUS
E venne il giorno nel quale finalmente abbiamo avuto l'onore di ricevere a Roma i figli degeneri dei Black Sabbath, coloro i quali ne hanno rallentato il sound fino alla velocità di 2 km orari, e che hanno ottenuto il meritato riconoscimento solo molti anni dopo l'uscita di 'Born Too Late' (la leggenda narra che i membri della band abbiano patito anche la vera fame causa invendibilità della loro musica), e che per l'occasione festeggiano il 35 anno dalla nascita della band. Il look di Wino Weinrich e Dave Chandler sembra essersi fermato ai figli dei fiori di fine anni '60, ed il sound che veniva fuori dagli amplificatori non era lontano dalla qualità di quegli anni: primitivo ed ultra low fi come l'occasione richiede. Dopo un estenuante attesa (si sono materializzati sul palco a mezzanotte, manco fossero dei novelli cenerentoli, dopo il concerto degli Orange Goblin al quale non abbiamo fatto in tempo ad assistere), calano le loro panzute e goffe sagome sul palco dell'Init senza suscitare particolare clamore tra il pubblico; Dave Chandler tra un accordo e l'altro del soundcheck, ringrazia il pubblico come se fosse stato l'ultimo pezzo in scaletta, segno che prendersi sul serio non è loro attitudine. "I Bleed Black" si fa riconoscere fin da subito per il trademark di chitarra ronzante e ripetitiva, "War Is Our Destiny" è un punk n roll rozzissimo durante il quale il batterista ha pensato bene di dissociarsi dal resto della band, eseguendo un giro di rullate tutto suo e perdendo il tempo dei compari di bevute. "Blessed Night" altro punk and roll accelerato rispetto a quello a cui ci hanno abituato, portandoci a pensare che il momento della pensione sia arrivato. Ben presto la temperatura all'interno del locale arriva a livelli di termofusione nucleare del plutonio arricchito tanto da costringere più di qualcuno ad uscire di tanto in tanto per prendere una boccata d'aria. Tanta caciara da parte dei due membri fondatori tra un brano e l'altro, come se fossimo al mercatino del pesce o a porta portese; Il trittico finale di "Dying Inside" "Clear Windowpane" e "Born Too Late" risolleva l'asticella della nostra attenzione, ma reinterpretate ad una velocità quattro volte superiore all'originale (come del resto tutti i pezzi presentati durante il concerto), li ha privati dell'atmosfera, del pathos e della magia a cui ci avevavno abituati. No way, guys. SETLIST: Living Backwards I Bleed Black War Is Our Destiny Blessed Night Let Them Fall The Troll White Stallions The War Starter The Lost Feeling H.A.A.G. Dying Inside Clear Windowpane Born Too Late
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