PORTISHEAD
Per la prima volta a Roma, a distanza di dieci anni dallo scioglimento, sono venuti a donarci un saggio della loro grandiosa arte musicale, e lo hanno fatto nella migliore maniera possibile; per location, amplificazione, palco (10 metri d'altezza per 20 di lunghezza), pubblico intervenuto (tribune piene e parterre affollato fino in fondo, parliamo di un ippodromo). La calda e sofferta voce di Beth Gibbons è stato il centro di gravità della performance, sublimando le qualità degli strumentisti che hanno tirato fuori citazioni dagli ultimi trant'anni di musica: Bauhaus, Section 25, Kraftwerk, elettronica, dub, poesia, Neurosis, catarsi, purificazione, estasi, stasi, esoterismo, magia, rapimento, furia, torpore, tribalismo, coercizione, manifestate in dosi differenti in tutti i brani che hanno proposto durante la serata, da quelli 'strappamutande' ("Glory Box" e "Roads" tratti dal disco più conosciuto 'Dummy'), a quelli più sperimentali, da quelli minimali ed intimisti a quelli puro maelstrom. Esperienza catalizzante, accentuata da immagini surreali, video, foto, riprese dal palco con effetti stranianti, sparate sullo schermo posto alle loro spalle; nonostante tutto ciò una parte del pubblico è venuta solo per chiacchierare, per farsi le foto e per dire che sono stati al concerto dei Portishead dei quali probabilmente conoscevano solo un paio di canzoni, ma sostanzialmente disturbando chi voleva godersi un momento di ascolto in adulatorio silenzio. Tutto in una notte. Assolutamente da non perdere. Set list: Silence Hunter Nylon Smile Mysterons The Rip Sour Times Magic Doors Wandering Star Machine Gun Over Glory Box Chase the Tear Cowboys Threads Bis: Roads We Carry On
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