NICE
Ore 19:00 nel centro di una piazza perimetrata da imponenti edifici a struttura razionalista come per suggellare ancora di più la forza degli uffici e delle banche della Milano-Bene, e dove si erge impertinente ed allo stesso tempo maestoso il dito di Cattelan, è stato allestito un piccolo palco dove tra poco si esibiranno i Nice ed a seguire un gruppo di percussionisti. Chi suona per passione ed è agli inizi, in Italia deve fare i conti con una pseudocultura generalizzata che relega molte volte la musica a cornice ad una sorta di surrogato di varie ed eventuali manifestazioni, anzi eventi. I tre Nice, questi i tre piccoli porcellin, ciò che rimane dei mille che hanno fatto l'Italia, (così si autodefiniscono), sembrano piuttosto avulsi dal contesto periferico. Non che la piazza sia dominata da fighetti e fighettine (grazie al cielo!), ma l'aria generale "degli aperitivisti" sembra lontana dal loro modo di esibirsi. Sembra! Mentre ai banconi giovani studenti vendono birra, vino e panini, la band saluta gli amici e cerca di provare questo benedetto acustico imposto per problemi di ordine. Sotto il dito medio di Cattelan in una serata anonima di giugno, torniamo a casa con il ricordo dell'urlo ancestrale del bassista dei Nice misto alla scansione di un ritmo fatta scalciando i piedi su un paio di scarpe iberiche neanche fossimo in mezzo ad un ranch piuttosto che a Piazza Affari. Il gruppo, costipato dalla richiesta di suonare in acustico, a loro per niente congeniale, ha ritenuto opportuno e tutto sommato con buona resa, shakerare un repertorio dando sfogo a tutta la rabbia inside, sotto e sopra l'egida benedizione di un dito medio gigantesco per l'occasione puntato contro la Milano party. I pezzi tratti da 'Nuova Babele' sono stati affrontati con l'inaspettato folle volo di istinto ed immediatezza, senza troppo pensarci. L'esecuzione dei pezzi, da la "Repubblica di Salò" a "Il Decalogo", a "Low Fi" sono stati sottolineati maggiormente dall'irruenza dei due cantanti, peccato non aver ascoltato il meglio del batterista (l'ordine prima di tutto!). La perfetta coesione emotiva ha dominato sul resto ed il risultato è stato soddisfacente, anzi superiore alle aspettative, perchè fare musica è anche e soprattutto improvvisare con insana consapevolezza. Mentre alcune frasi arrivavano violentemente - non c'è più luce nei miei occhi, non c'è più luce nei tuoi occhi, e qualcuno ne rimane attratto a tal punto da ignorare un paio di lunghe e belle gambe scoperte, nell'aria risuonavano bisogna fottere... sputare in faccia, dare porci alle perle..., alla fine siamo rimasti soli in tre in questo tipico mercoledì italiano.
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