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III VALPOLICELLA METAL FEST

IN PRINCIPIO… Altro metal summit per quelli di Hardsounds…quest’oggi si va a Domegliara in provincia di Verona! L’atmosfera è particolarmente differente dal solito; si respira un’aria strana ed il clan di Hardsounds, incontrandosi, inizia ad intonare un inno di battaglia che fa più o meno così: “the clans are marching against the law, bagpipers play the tunes of war, death or glory I will find, rebellion on my mind”. Una volta atteso il solito ritardatario, che nel frattempo si era perso tra le vie tutte uguali in quel di Brescia (indovinate un po’ di chi stiamo parlando?), si parte per quella che sarà una lunga, violenta e sorprendente giornata di musica pesante! Giunti poco dopo il mezzogiorno, i 5 inviati di Hardsounds (Adoratore, CNW, Flames, Pierre ed il collaboratore Nya, uomo Digger, reclutato per l’occasione), professionalmente imbandiscono un ricco banchetto ed iniziano a divorare ogni cosa esca dalle tasche o borse di ognuno! Il frigo portatile di Flames (fedele compagno nonché palla, cubica, al piede) regala refrigerio ai palati dei poveri esiliati nelle cave di pieta del veronese (ebbene si, il concerto si tiene in un pezzo asfaltato all’interno di un nonsocchè contenente enormi blocchi di pietra lasciati arroventare al sole!!!). Terminata la pratica “cibo”, inizia il vero lavoro: la suddivisione delle band! Come in una classe mentre il professore si accinge ad interrogare, gli spauriti collaboratori evitano di incrociare lo sguardo di Capo Flames che, tacquino alla mano, imperturbabile, associa i nomi dei collaboratori a quelli delle band. Lo spauracchio di tutti sono le band black/death e Flames lo sa benissimo! Il sadico capo, quindi, usa questo suo potere per tenere sulla corda tutto il suo clan…lo vuole carico, attento e teso! Per meglio agevolare le comunicazioni tra le foglie (noi collaboratori) e la radice (il capo), Flames, astutamente, ha indossato un capo d’abbigliamento che lo renderà riconoscibilissimo anche di notte ed a luci spente…un capo da far impallidire il sole… una camicia che altera le condizioni atmosferiche e meno male che la giornata è bellissima, altrimenti avremmo addossato la colpa a Flames, per l’inquinamento elettromagnetico dell’intero emisfero boreale con conseguenze disastrose sul clima. Ma questa è solo una esagerazione che scrivo qui tanto per ridere! Ad un tratto si vede arrivare sul campo di battaglia un clan amico, gli “scavatori di tombe”. Il capo-clan Chris Boltendahl, disponibilissimo, sigla accordi di fratellanza con i clan presenti e dopo aver tastato il campo di battaglia, torna nel proprio rifugio strategico a pianificare l’attacco serale, non prima di aver seminato di promesse il selciato rovente di questa arida pianura! [Pierre Hound] HAND OF HATE Ed inizia così, con gli Hand of Hate, questa nuova edizione del Valpollicella Metal Festival. Sull'enorme palco, ben allestito per l'occasione, ci troviamo di fronte 5 timidi ragazzini che generano in me non poca curiosità : sulla carta, dovrebbe trattarsi di una band dedita al Power Metal, ma subito al primo ascolto capisco che di questo c'è gran poco... il genere proposto, infatti, potrebbe ricordare un hard rock relativamente velocizzato, con piccoli e sporadici riferimenti a quello che è l'odierno Power, forniti più che altro dalla presenza delle tastiere (mal suonate) e dalla voce di stampo "Matosiano", mal gestita ed inesperta. I ragazzi suonano quattro pezzi del loro repertorio, ma si nota immediatamente come a questi manchi qualcosa: non c'è coordinazione! I vari membri, infatti, si trovano a suonare il più delle volte per tempi loro, generando suoni che non sembrano dover avere a che fare l'uno con l'altro... Il risultato complessivo è piuttosto imbarazzante, senza contare la chitarra che in molti casi si è spinta ben oltre i suoi limiti, e ad accorgersene è stato persino il chitarrista che, durante il concerto, ha tacitamente commentato ogni suo singolo errore con un espressione sempre più triste e avvilita. Alla voce troviamo un interessante ragazzino che per linee vocali può ricordare un giovane Matos inesperto, forse sarebbe bene che frequentasse una scuola di canto, così da sfruttare al meglio le sue qualità e saper usare la sua voce con un pò di criterio. Per il resto, la loro prova è stata scialba, senza grinta, senza voglia di dimostrare qualcosa : solo molta timidezza di fronte a tanta gente. Immagino sia brutto sentirselo dire quando suoni da poco e hai tanta ambizione, ma mi tocca: bocciati. [ColdNightWind] KUROI Aprono le danze sul palco B i Kuroi, formazione dedita ad una strana miscela di Thrash e Nu Metal che non mi ha particolarmente convinto : come parziale scusante hanno dalla loro il fatto di aver suonato su un palco dotato di strumentazione non all'altezza, buona invece la grinta sul palco e i costumi, davvero azzeccati e discretamente originali. Da rivedere in un contesto migliore. [Flames of Hell] ERESIA Appena dopo i Kuroi, ma questa volta sul palco A, si esibiscono gli Eresia, Thrash/Death metal band che ha la particolarità, a me molto gradita, di cantare in italiano. I ragazzi dimostrano subito di avere buone idee, sono grintosi e convinti : il risultato è apprezzabile e l'ascolto risulta gradevole anche a chi, come il sottoscritto, non vive di metal estremo. Le canzoni si susseguono potenti ed incalzanti, animando ed esaltando il pubblico presente. Promossi. [Flames of Hell] PAINFUL HAPPINESS La nera fiamma del Black Metal brucia sulla bandiera di questo gruppo, oggi fautore di una buona prova : i suoni non erano proprio esaltanti ma ho comunque assistito ad una manciata di brani ben eseguiti, contornati da un'ottima presenza scenica e tanta voglia di coinvolgere il pubblico. Promossi. [Flames of Hell] RAISING FEAR Nella roulette delle assegnazioni, mi son toccati questi Raising Fear, dati per gruppo power ma da me mai sentiti. La band, proveniente da Vicenza, annovera nelle proprie file un cantante milanese ed il chitarrista Yorick, già noto per far parte della prog band Helreidh. L’esibizione iniza nel migliore dei modi con un brano power che entra subito nelle orecchie e si propaga dritto nelle ossa. Il power che mi era stato anticipato, si rivela in realtà un ottimo misto di classico power moderno con fortissime dosi di heavy/speed anni ottanta. In molte occasioni e soprattutto durante l’esecuzione di “Gilgamesh”, mi son venuti in mente i migliori Judas Priest, melodici, potenti e veloci. Ma la voce di Rob sa essere anche calda nei momenti giusti, mentre la sezione strumentale tiene perfettamente il ritmo delle canzoni…canzoni che si dimostrano essere tutte delle “mazzate sonore”. Buona anche la prova solistica, anche se, da un sommario ascolto come può essere una breve esibizione live, mi pare che nelle canzoni dei Raising Fear non ci sia quella mania di suonare l’assolo iperveloce, tipica di una certa scuola speed. Non c’è che dire, una piacevolissima sorpresa. Ottime le 6 canzoni proposte tra cui la cover conclusiva di “Angel Witch” dell’omonima band di tanto tempo fa (peccato che il pubblico non la conoscesse tanto…gente giovane, ragazzi che non hanno vissuto gli anni d’oro del vero metal!) Scaletta 01. Gilgamesh 02. Theseus 03. Morgana 04. Amon Ra 05. Phoenix 06. Angel Witch (Angel Witch cover) [Pierre Hound] EVISCERATE Il combo bresciano è portavoce di una proposta musicale molto feroce: Thrash/Death fumante, figlio dei grandi Testament. Il gruppo mette subito in chiaro le proprie intenzioni, sfornando una prestazione cattiva, veloce e di grande impatto: sinceramente non capisco cosa ci facciano sul palco B, che gli organizzatori si siano sbagliati?.. Promossi a pieni voti! [Flames of Hell] STARGATE Ed ecco i veronesi Stargate, gruppo Progressive Metal del quale tanto bene mi aveva parlato chi in passato li aveva già sentiti. L'introduzione allo show viene affidata a "The Wonders Of Nature", prima e strumentale traccia del loro nuovo Demo CD, "The Power Within", che sfocia nel secndo brano "Save The World", con il quale il gruppo incomincia a far capire di che pasta è fatto : i ragazzi lasciano ad intendere bene e il riscontro tra il pubblico è buono, c'è chi persino si azzarda a cantare il ritornello e si lascia trasportare dalla loro musica... successivamente si presenta qualche problema tecnico alla chitarra e viene dato un ritocco ai volumi delle tastiere, ma il gruppo prosegue deciso con altre due songs, "Swept By The Rain" e "The Spell". Verso la fine viene proposta una serie di cover (che mandano letteralmente in estasi buona portare del pubblico!), che inizia con "Under A Glass Moon" dei Dream Theater, prosegue con "Eagle Fly Free" e "Before the war" degli Helloween per concludersi con "Run To The Hills" degli Iron Maiden : tutti i pezzi sono eseguiti con ottima tecnica e padronanza degli strumenti, ulteriormente esaltati da un buon Flavio Caricasole mostratosi in grado di scaldare, con la sua voce e la sua presenza scenica, un pubblico finora piuttosto gelido e composto. I ragazzi hanno saputo sorprendermi con un prova veramente degna di nota, complimenti Stargate! Promossi. [ColdNightWind] MOTHERCARE Calano le luci su Domegliara e si accendono le luci sul palco B: il Techno/Thrash dei Mothercare è qui per distruggerci! Questa è stata la band che sicuramente mi ha più impressionato per capacità, presenza scenica e cattiveria : star del gruppo sicuramente il percussionista, che mi ha incantato per la sua capacità di coniugare bravura, carisma e voglia di far divertire il pubblico con i suoi salti su è giù dal bidone usato per suonare. Promossi anche loro a pieni voti: troppo bravi per la pessima resa del palco B. [Flames of Hell] EVIL WHISPER I Death metallers Evil Whisper giocano in casa, e si vede! Il pubblico venuto appositamente per loro è caldo è rumoroso, segue la performance del gruppo facendo foto e urlando. Per quando riguarda l'aspetto prettamente musicale, ho potuto ascoltare una buona band di Death Metal con pezzi efficaci e di buona originalità, dotata di un'ottima presenza on stage (soprattutto il cantante) e di grinta da vendere. Promossi. [Flames of Hell] RIUL DOAMNEI E' il momento per i cuginetti dei Cradle Of Filth di salire on stage : la resa sonora è stata senz'altro buona, i pezzi sono risultati abbastanza vari e divertenti, senza essere mere fotocopie dei brani del gruppo dei vampiri al bionici. Da segnalare la fantastica cover di "Her Ghost In The Fog" dei suddetti Cradle of Filth, ottimamente riproposta: tutto il gruppo si è disimpegnato bene durante lo show, anche se le pecche non sono mancate (su tutte la voce della corista, non sempre impeccabile). Promossi. [Flames of Hell] ANEURYSM Il mio ultimo live report della giornata riguarda gli Aneurysm, ottima band di Techno/Thrash, che ha dimostrato di saper coniugare melodia e cattiveria in un mix molto interessante: certo, il tempo concesso alle band è sempre troppo poco per i miei gusti, comunque i brani eseguiti dal gruppo sono stati coinvolgenti e convincenti. Cercherò di rivederli in una cornice più consona alle loro caratteristiche, ma il giudizio è comunque positivo. Promossi anche loro! [Flames of Hell] ARTHEMIS Il cielo inizia oramai a farsi scuro e le luci si accendono imperiose sui veronesi Arthemis, autori della prova probabilmente più memorabile della serata. Sul palco, i ragazzi si mostrano vitali, carichi come non mai e di una presenza scenica da far invidia alla suddetta più rinomata band di fama europea! Eseguono pezzi come "War" e "Time To React" tratti dal primo album, "Church of the Holy Ghost", e altri dal secondo, "The Damned Ship", come "Quest For Immortality", "Noble Sword" e la bellissima "Voice Of The God", con cui mandano in visibilio un pubblico particolarmente entusiasta e divertito dalla loro prestazione che, nonostante qualche scherzo dell'impianto audio, è stata a dir poco esemplare, con un Alessio Gravello alla voce praticamente perfetto. Hanno dimostrato di possedere grandi tecnica e grinta, doti che sicuramente possono far pensare ad un futuro roseo per loro. I miei più sentiti complimenti! [ColdNightWind] WHITE SKULL Dopo tante nuove proposte in procinto, chi più chi meno, di raggiungere un po’ di successo, arrivano sul palco principale i White Skull, con all’attivo ben 5 dischi ed un mini e, ahimè, orfani da poco più di un anno della brava Federica “Sister” De Boni, nelle vesti di cantante. Al posto della “Sister”, c’è ora Gus, un cantante uomo. La prima curiosità, assistendo al concerto dei “nuovi” White Skull, è, quindi, quella di sentire la nuova resa con voce maschile, delle vecchie canzoni già cantate da Federica: devo dire che il test è pienamente superato da Gus. Se è vero che la particolarità della band, di avere una power singer donna, è andata ormai in fumo, la sua potenza è rimasta invariata. Forti di anni di affiatamento i musicisti propongono un sound grezzo, massiccio ed ormai maturo, un power metal cattivo ma piacevolente fiero e melodico. Il set proposto è interamente incentrato sugli ultimi due dischi “The Dark Age” e “Public Glory, Secret Agony”; lo spettacolo è magnifico e coinvolgente e Gus dimostra di essere, oltre che un valido cantante, anche un ottimo front man e trascinatore. Il pubblico, nell’attesa dei Grave Digger, si entusiasma con le canzoni della band veneta e dimostra una volta di più, come l’Italia voglia bene alle band italiane (anche se in questo specifico caso, i White Skull giocano in casa!). A questo punto dopo 8 canzoni, sarà per il troppo calore del pubblico, sarà per la camicia di Flames che ha attirato lampi, fulmini e saette, con un mesto colpo di vento propiziatorio, si scatena sui poveri convenuti tutti, un furioso ed inaspettato temporale. Lo show dei White Skull si chiude con 2 brani di anticipo (quelli più datati e non appartenenti ai due ultimi album sopra menzionati), e dopo un po’ di incertezza se continuare o meno, per impraticabilità di campo, anche l’intera manifestazione viene mandata in archivio, lasciando a bocca asciutta (ma solo quella, perché il resto è tutto bagnato!) i tanti fan accorsi per vedere i Grave Digger. Purtroppo, si vocifera che causa alcune incomprensioni tra clan, i Digger siano stati vittime di un maleficio da parte di un losco tipo (forse) haitiano o hawaiano! Tutti a casa quindi, con un po’ di amaro in bocca per i Grave Digger mancati, ma sicuramente soddisfatti di aver visto in ottima forma una band come i White Skull. Scaletta 01. The Edict 02. Grand Inquisitor 03. The Roman Empire 04. Cleopathra 05. Maid Of Orleans 06. High Treason 07. In Caesar We Trust 08. The Dark Age 09. Asgard (non suonata causa pioggia) 10. Tales From The North (non suonata causa pioggia) [Pierre Hound] GRAVE DIGGER Le incredibili sorprese della vita! Ti trovi alle due del pomeriggio con un allegro e sorridente Chris Boltendahl che vaga tra i tavoli, facendo foto e firmando autografi... lo incontri per organizzare un' intervista, e questo che la rimanda alle nove della sera stessa... nessun problema, solo che i qui presenti Grave Digger si sono ripresentati alle dieci e un quarto, poco prima dello show! Ti incontri nuovamente con Chris e questo dice "Non c'è più tempo", di provare via e-mail. Dopodiché, alcuni membri della sicurezza ci chiedono di allontanarci dal backstage, perché lui non vuole avere nessuno attorno. Ma HardSounds non ci sta e lo Sciamano Of Hell, addobbato a dovere, materializza sull'intera festa una nube oscura degna della miglior inondazione. Il resto fu acqua. Tanta acqua come non se ne vedeva da mesi, che costringe i Grave Digger a non iniziare neppure il concerto, sotto gli occhi arrabbiati e intristiti del pubblico che seguitava a presidiare il palco avvolto, in un alone di vana speranza. La piccola, sublime vendetta di HardSounds. Niente intervista per noi, niente concerto per voi. Uno a uno e palla al centro. [ColdNightWind] … E IN CONCLUSIONE Una ennesima giornata positiva per tutte le bands nuove e meno nuove che si sono esibite sui due palchi. Tanto pubblico, musica buona…questi ed altri elementi hanno reso una festa campestre (senza prato, purtroppo!), un importante evento musicale italiano. Una mia nota personale e negativa, devo apporla al poco gentile trattamento offerto alle band del 2° palco. Ad alcuni è stato tagliato lo show, sovrapponendovi (con maggior rilevanza e volume) quello della band in avvio sul 1° palco . Che senso ha comportarsi così? Ci saranno ragioni di tempi e di organizzazione, ma almeno far finire il brano, mi sembra un atto lecito e cortese. Dopo la pioggia, come lumache, tutti coloro che hanno trovato riparo da qualche parte (CNW sotto il palco ed io nel chisco delle birre dove la biondina di turno ha omaggiato più di qualcuno, di una sana e fresca birra) escono allo scoperto e si avviano lentamente verso le proprie case. Io, dopo aver salutato tutti i miei amici bresciani mi dirigo verso Milano, mia dimora, non prima di aver fatto accomodare in auto per un passaggio nella mia stessa città, una nuova amica francese conosciuta durante il concerto…la saluto…ciao Karin! Da quel momento in poi si è persa memoria di cosa sia accaduto…questo appartiene ai fantasmi delle highland che ci guidano sulla retta via ma che ci fanno perdere in autostrada… [Pierre Hound]

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