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IHSAHN

Per un appassionato degli Emperor che, pur di vederli, ha attraversato l'Europa in lungo e in largo, poter vedere Ihsahn lo scorso 30 ottobre in un piccolo club ad un'oretta da casa era un'occasione imperdibile. Il locale Vega si trova nella zona immediatamente ad ovest della stazione centrale di Copenhagen (Vesterbro). Percorrendo la Istedgade la si attraversa tutta e si giunge diretti sul luogo. Il tragitto, un tempo caratterizzato da incontri con numerosi soggetti socialmente emarginati (prostitute, tossicodipendenti, eccetera), ha subito negli ultimi anni una evidente gentrificazione visibile attraverso la presenza di cafè e ristoranti di buona estrazione, anche se, facendo attenzione o entrando in uno dei piccoli negozi che smerciano principalmente alcool, per approviggionarsi, non può sfuggire la presenza di soggetti problematici. Lo show di Ihsahn avrà luogo nel minore dei due locali che costituiscono Vega, al piano superiore. Arriviamo appena in tempo per assistere all´esordio della seconda band di supporto, gli australiani Ne Obliviscaris. Accolti con notevole entusiasmo dai presenti, (motivo per il quale chi scrive sente di dover fare mea culpa, ero evidentemente meno edotto sulla loro grandezza dell'astante medio), hanno subito conquistato il palco con la loro presenza scenica e la compattezza del loro sound, nonostante la complessità del loro prog-extreme metal. Il sestetto non si è risparmiato, facendo notare, oltre alle indubbie doti compositive, anche un approccio live apprezzabile. L'entusiasmo del pubblico è stato ricambiato, anche con una gradita dose di autoironia ("for those of you who don't have a clue of who the fuck we are..."), e di deferenza verso l'headliner, definito "legend" in una delle brevi pause fra i brani. Particolarmente riuscita mi è sembrata l'alternanza fra i due vocalist, il growler piu scenico con la sua mole, e il cantante in senso piu stretto impegnato, quando non nella sua attività principale, a interagire con il pubblico o a suonare il violino. L'attesa per l'ingresso sul palco della "leggenda", alla fine di uno show del genere, è al massimo; l'ingresso di Ihsahn è salutato con ovvio tripudio dai presenti e l'esordio con la recente "Lend Me The Eyes Of Millennia", oggetto per altro di video, con la sua iniziale melodia e la lacerante voce di Vegård Tveitan che irrompe all'improvviso è probabilmente l'apice della serata. Si, perchè le perplessità avute in fondo da sempre dal sottoscritto sulla sua carriera solista non tardano a palesarsi. La sua musica è quanto di piu lontano si possa immaginare dall'essere banale. È però anche molto varia, a voler essere positivi, altrimenti potremmo dire discontinua, un carattere che mal si presta al successo di un'esibizione live di questo genere. A tratti ho avuto l'impressione che saremmo stati meglio seduti su delle poltroncine in un teatro, al netto della (a volte) brutale proposta musicale. Ihsahn invita il pubblico a rendere le orecchie piu sperimentali, ed è un invito opportuno, ma lui è già oltre, altrove, almeno per alcuni, fra cui chi scrive. Il contrasto con i Ne Obliviscaris, compatti in sei ad occupare ogni centimetro del palco ed ogni momento del tempo a disposizione con una enorme mole di suoni (di qualità), è stridente quando vedi l'ex Emperor, accompagnato da tre musicisti palesemente li solo per accompagnare, impegnato nei suoi variegati (e forse geniali) esperimenti sonori. Ne ha sofferto, a mio avviso, l'esibizione dal vivo che risulta troppo dispersiva per sostenere ed alimentare l'adrenalina del pubblico. Il polistrumentista norvegese ci sfida, più che invitarci, con la sua musica a seguirlo. Ho l'impressione che sia già troppo lontano per molti (anche per me lo è). È visionario molto piu che leader. Ho in qualche modo apprezzato lo show. Ma mi ha anche lasciato con un retrogusto amaro, con la sensazione di non aver capito, e con l'impressione di stare andando a casa ancora prima di aver lasciato il locale.  

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