HANZEL UND GREYTEL
Un locale saturo di umidità e caldo ai limiti della sopportabilità, una batteria elettronica che scandiva ritmi marziali saturi di bassi (ai confini dell’EBM), elettronica a go-go, effetti di chitarre industrial che continuavano a suonare anche quando non erano utilizzate; la proposta dei teutonici è quanto di più vicino ad un incesto tra Rob Zombie ("Fukken Uber Death Party") ed i Rammstein, con utilizzo della lingua madre e merchandising che inneggiavano al nazionalismo con molta ironia ("More German Than German" than Scheiße=merda). Niente di nuovo sotto il plumbeo cielo berlinese, ma tanta voglia di divertirsi, far divertire e tanto intrattenimento crucco come quando il cantante ha chiesto un anfibio al pubblico, lo ha riempito di birra ed ha chiamato il proprietario a condividere una bella bevuta. Due cantanti (in verità uno dei due era una donna con sembianze molto mascoline, i fumi dell’alcool ci hanno fatto calare la vista), dei quali l'uomo indossava un caschetto tipo Sturmttruppen con un semiteschio cromato a coprirgli gli occhi, si passavano il microfono urlandoci dentro. Svisavano pure per il rock'n'roll venato di blues - "I'm Movin' To Deutschland" - Un brano punk metal chiude lo show. A fine set sono scesi dal palco e hanno intrattenuto il pubblico distribuendo autografi e facendosi ritrarre con tutti coloro che glielo chiedevano. Spassosi e alla mano.
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