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GIVE IT A NAME 2009

(mi scuso per l'assenza di foto dei Taking Back Sunday, ma la mia digitale ha deciso di salutare per sempre il pianeta terra durante la performance degli Underoath, di cui non a caso trovate foto solamente di Chamberlain e McTague, impedendoci di fotografare gli headliner) Appuntamento imperdibile per tutti gli emo (e non) d'Italia, il Give It A Name 2009 offre un parco arstisti di tutto rispetto, e il copioso pubblico riversatosi all'Estragon ne è testimone, confermando inoltre che oltre alla musica tanta gente bada all�immagine (il banchetto merch è stato depredato come una carcassa da un avvoltoio). Ad aprire ci pensano gli italianissimi YOUR HERO, che se a livello di look sembrano Le Vibrazioni versione casa e chiesa, musicalmente ci propongono un emo rock abbastanza riuscito, e a quanto pare la gente ha gradito abbastanza, visto che alcuni cantavano addirittura i testi. Suoni ottimi e presenza scenica hanno assicurato ai nostri folti applausi. Seguono i misteriosi INNERPARTYSYSTEM, che sono nient'altro che la versione emo dei Blessed By A Broken Heart, con un look un po' più dimesso ma con gli stessi suoni spaziali che vengono dritti dagli anni '80, e sebbene i nostri si siano rivelati a volte pesantini, non hanno affatto sfigurato, più che altro per l'eccentricitàdella proposta. Tocca poi a una band già nota ai più, gli EMERY, che hanno fatto davvero una bella figura con il loro emocore ben poco riciclato, anche se hanno pagato lo scotto di suonare davanti a orde di ragazzine che aspettavano solo gli Escape The Fate. Meritavano forse un altro spazio, e speriamo di rivederli presto magari in un tour più contenuto. A ben vedere, sembra che la metà del pubblico sia qui solo per gli ESCAPE THE FATE (l'altra metà è invece presente solo per gli Underoath, è abbastanza chiaro fin dal primo pomeriggio), viste le urla isteriche e corredo di comportamenti quando cala il backdrop della band. Ho sempre amato molto gli Escape The Fate (anche se l'ultimo disco è appena mediocre), ed è un po' un peccato vederli ridotti a novelli Backstreet Boys dell'emo, tanto più che i suoni erano pessimi e la band moscia, anche se brani come We Won't Back Down, There's No Sympathy For The Dead, la nota Situations e This War Is Ours hanno fatto la loro figura. Spero non diventino un fuoco di paglia, ma temo la risposta. L'Estragon si svuota (!) e arrivano i THURSDAY, che hanno fatto impallidire i bambocci di poco prima con una performance da gran signori del palco, con i migliori brani da Full Collapse e A City By The Light Divided suonati e interpretati alla grande dai cinque statunitensi, in gran forma nello sguinzagliare il loro screamo/core con punte noise su un pubblico a cui alla fine è riuscito a strappare applausi a scena aperta. Ma forse gli applausi erano numerosi perchè si avvicinava il turno degli UNDEROATH, amatissimi dai kids italiani e accolti da un boato sulle note dell'iniziale Breathing In A New Mentality. Avevo paura di assistere a un concerto di pessima qualità come lo scorso settembre a Roncade, e invece la band floridiana ha fornito una prestazione da urlo, con tutti i brani più famosi riproposti e una presenza scenica da fuori di testa. Dalla sempre emozionante It's Dangerous Business Walking Out Your Front Door (forse il miglior brano screamo sulla faccia della terra), In Regards To Myself, Moving For The Sake Of Motion, e la conclusiva Writing On The Walls, gli Underoath confermano che la fama che li precede è ben meritata. L'Estragon si pseudo svuota di nuovo, e accoglie comunque con calore gli headliner TAKING BACK SUNDAY; anche loro un bel pezzo di storia lo hanno fatto, e fortunatamente molte persone se ne rendono conto, tributando la giusta accoglienza agli autori di dischi fondamentali come Louder Now e Where You Want To Be. E' soprattutto dal primo che vengono estratti i pezzi migliori del concerto della band, che ha ribadito nell'ora a disposizione che lo slot da headliner era più che meritato (io avrei preferito gli Underoath, ma è questione di gusti). Per un po' di mesi emo e pseudo emo (mi includo nella categoria, ovviamente) sono sazi. Adesso aspettiamo il Taste Of Chaos.

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