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BOB CATLEY

Una serata magica. Può essere definita così la tappa mozzatese della calata italica del leggendario Bob Catley, uno di quegli intepreti che dietro al microfono hanno sempre saputo calarsi nei panni di veri e propri cantastorie, ammaliando e coinvolgendo i loro interlocutori in un viaggio in cui è la musica a farla da assoluta padrona. Ma procediamo con la cronaca della serata... [SCOMUNICA] Quella di coinvolgere gli Scomunica come opening acts di una serata indubbiamente speciale si è dimostrata senza dubbio una scelta azzeccatissima, vuoi per la grande coesione acquisita dal duo Moreno Delsignore / Tommy Fiammenghi nel corso delle tante date vissute tra i palchi di mezza Italia, vuoi per la grande attitudine che il duo in questione ha da sempre mostrato nei confronti dei concerti acustici, caratteristica ancora una volta messa in campo alla mercé dei tanti accorsi per l'occasione. L'esibizione degli Scomunica si dipana grazie ad una setlist incentrata sia su diverse cover firmate dai leggendari nomi delle sonorità hard-rock internazionali (Led Zeppelin in primis), sia dai brani di propria composizione provenienti dal cd 'La Lentissima Fine Del Mondo', qui rivisti ovviamente nella loro versione primordiale rappresentata da una voce e due chitarre acustiche: un perfetto preambolo per quella che si rivelerà una serata da ricordare, aperta meravigliosamente da due dei più validi artisti della scena nostrana. [BOB CATLEY] Dio solo sa quanto ho esultato alla conferma che la mitica voce dei Magnum avrebbe solcato la nostra penisola per un mini-tour intimista e dal grande coinvolgimento emozionale, situazione espansasi a dismisura alla notizia che sarebbe stato il grande Vinny Burns (Dare, Ten, Asia) ad accompagnare con il suo inconfondibile tocco Mr. Bob Catley, costruendo tutte le premesse possibili per un evento destinato a rimanere nel tempo. Quella scelta per l'occasione si è rivelata scaletta temerariamente ma intelligentemente studiata, una lista di brani incentrati esclusivamente sugli episodi solisti del sempreverde menestrello del rock, scevri con conseguente disapprovazione di alcuni (ma non del sottoscritto) degli episodi invece a firma tipicamente Magnum, scelta che ha permesso di instaurare con lo storico compagno Burns quel feeling meravigliosamente intravisto all'interno dei primi tre album solisti della propria discografia, dischi dai quali vengono tratte emozionanti versioni on-stage di songs quali "The Fellowship", "The Pain" e "Stormcrow And Pilgrim". Ovviamente non potevano mancare alcune escursioni all'interno dell'ultimo 'Immortal', rappresentate dalle perfettamente riuscite "Light Up My Way" e "We Are Immortal", ma è nella ripresa di altri grandi brani come "Spirit Of Man" (tratta dall'omonimo disco) e "My America" (dal clamoroso 'When Empires Burn') che Catley assume il controllo della situazione grazie ad un'intepretazione degna solo dei più grandi singer del genere in sé, resa ancora più coinvolgente grazie ad un Vinny Burns capace di esecuzioni chitarristiche di assoluto primordine. Una serata in cui l'epicità leggendaria è tornata a tramutarsi in realtà, assecondata ed addirittura consacrata dagli applausi entusiasti di un pubblico in vero e proprio delirio, grato ai tanti anni di inarrivabile musica da sempre interpretata dall'inimitabile ugola di Bob Catley.

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