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FUZZ ORCHESTRA - ALTRO

Due band estremamente diverse ed estreme in modo diverso l'una dall'altra, che raramente senti insieme, quasi che il pubblico di una sia incompatibile con quello dell'altra. E non pochi fuori dal locale hanno gradito solo una delle due, in modo non univoco. Una serata, quella di Roma, in cui il prestigioso palco del Circolo Degli Artisti ha ospitato non solo gli Altro, non solo i Fuzz Orchestra, ma una inattesa gara tra speaker di una radio locale, che ha spezzato troppo tra i due momenti dello show, facendo spazientire coloro che non vedevano l'ora di sfasciarsi le orecchie (cosa avvenuta comunque in seguito). Arriviamo con leggerissimo ritardo rispetto all'inizio del live, ma la band marchigiana inizia in perfetto orario e ci cospargiamo il capo di cenere per aver perso l'inizio del set. Gli Altro sono uno dei gruppi più interessanti di quello che più puramente può chiamare punk, canzoni da un minuto e mezzo, testi a dir poco ermetici, grande energia soprattutto. Un trio scatenato, che mette in primo piano l'impatto a scapito anche di alcuni dettagli che avrebbero reso migliore la prestazione (del cantato abbiamo capito ben poco, nonostante fossimo attaccati alle transenne). I Nostri sono sfortunati in quanto il loro show finisce dopo venti minuti scarsi, a causa di un problema alla chitarra di Alessandro, il quale la scaraventa a terra alla fine dell'ultimo brano suonabile. Un po' di amaro in bocca rimane, siamo accorsi anche per loro. In sala serpeggia la domanda "ma non potevano farsi prestare un'altra chitarra?". Scaletta Altro: Warsaw Lucia Gabbiano Minuto Nome Ottimismo Quadro a Rico Pitagora (saltata) Gattini (saltata) Intanto salgono sul palco gli speaker inopportuni, pausa per gli ascoltatori, poi attorno alle undici altri tre loschi individui montano gli strumenti. In un baleno tornano vestiti con giacca e cravatta e i Fuzz Orchestra iniziano a pestare duro. Un genere preciso non può delinearsi, soprattutto dopo che la band stessa dopo tre album ha saputo mutare i propri riferimenti musicali (ascoltare l'omonimo e l'ultimo, in mezzo un abisso). La chitarra di Luca Ciffo scaglia pietre, sono i riff di Tony Iommi trasfigurati in una overdose di distorsione, resi scheletrici e più basici. Il batterista è un selvaggio che si diverte come un pazzo con quei ritmi circolari e ipnotici a tratti, se non ci fosse una violenza primitiva a sorreggere il suo operato. Attaccati alla batteria, due mazzi di rose, uno bianco e uno rosso. Fabio Ferrario invece si curva con passione sui suoi effetti e sulle tastiere per darci quello che ci meritiamo: spaccati di storia e campionamenti tramite vari vinili, interventi che fanno le veci del cantato, rendendo tutto molto crudo. In linea con la austerità del loro sound. Volumi un po' troppo alti, tanto che avremmo retto poco oltre i tre quarti d'ora che la band ha per congelarci sul posto e annichilirci con la loro proposta di rivoluzione in musica e con improvvisi attacchi di noise virulento. 'Morire Per La Patria' è l'album dei Fuzz da avere su tutti, ed è anche il messaggio che in coda al concerto ci arriva con più forza. Non un invito, bensì una constatazione. Si muore per per la propria patria, ma a volte si ha l'impressione che sia proprio quella a darci il colpo di grazia. Scaletta Fuzz Orchestra: Il terrorista Sangue La proprietà Il paese incantato In verità vi dico Viene il vento Marmo rosso sangue Morire per la patria

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