MONTE MECCANO
Giù le maschere, non cala nemmeno il sipario perchè la realta è di fronte ai nostri occhi, senza veli, solo la band in carne, ossa e dispositivi elettronici ad intrattenerci in questo sabato notte della provincia romana. Niente più batterista, si torna all'antico amore della drum machine che scandisce ritmi marziali sui quali i riverberi obnubilanti derivanti da manipolazioni elettroniche e da chitarre ridotte ad arpeggi minimali, riverberati a mo di cesello, richiamano oscuri presagi assimilabili a marce cinematiche che rappresentano l'avanzata delle forze nemiche aliene, tanto che non avrebbero sfigurato nella colonna sonora del film Tron Legacy. Ciò che veniva fuori dal notevolissimo impianto di amplificazione del locale (ex frantoio), grazie anche alle possenti mura, era un atmosfera incredibile, il risultato di un ipotetico incrocio tra Daft Punk, Aphex Twin e i Tangerine Dream, con transizioni techno dub ambient a 140/150 bpm (battiti per minuto). A volte si è sfiorata la jam session sperimentale con alcuni pattern elettronici non molto pertinenti con il tessuto sonoro retrostante, ma tutto ciò è plausibile quando si improvvisa al momento; il cosiddetto bello della diretta. Un viaggio tra l'onirico e l'ipnotico delineato da arpeggi di reminiscenza Cure, ci ha condotto in uno stato di coscenza sospesa=trance: il suono dell'imminente minaccia. Tutto ciò che è stato suonato in questa data non è attualmente reperibile online e nemmeno su supporto fisico in quanto la performance è stata totalmente improvvisata su pezzi nuovi.
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