FUNERAL FOR A FRIEND
Nonostante il loro apice di popolarità risalga ormai ad anni fa, i gallesi Funeral For A Friend (che ormai possono contare su un nutrito numero di colleghi altrettanto se non più celebri, come Lostoprophets e Bullet For My Valentine) possono ancora contare su un nutrito gruppo di sostenitori, come testimonia il popoloso pubblico di stasera. Ad aprire la serata ci hanno pensato i The Electric Diorama, e non posso dire granchè di loro, essendo entrato al New Age mentre il combo italiano concludeva il breve set. Sarà per la prossima volta. Seguono i canadesi Cancer Bats, ottimi su disco (l’ultimo Hail Destroyer è stata una sorpresona) ma a dir poco deludente dal vivo, non tanto a livello di presenza scenica ma di prestazione effettiva, senza contare che i pezzi invece di acquistare carica e tiro, si sono rivelati fiacchi, monocordi e privi di mordente, quanto il più bieco del thrashcore. Una grossa delusione, certo per i fan come me ma anche per i novizi, che non avranno sicuramente un buon ricordo della band. Dopo una breve attesa, fanno finalmente capolino gli headliner, subito accolti con un’ovazione dai presenti, e felici di presentare anche a Treviso la loro ultima fatica Memory And Humanity (a mio avviso men che mediocre, i tempi di Hours e Casually Dressed sono ormai lontani, per ora), ma fortunatamente nella lunga setlist hanno trovato spazio tutti i classici del quintetto, cordiale e disponibile col pubblico anche a costo di perdere minuti preziosi del set. Un set che ha convinto per qualità sonora e performance, ‘tight’ al 100% e dove hanno fatto la parte del leone pezzi come Bullet Theory, Rookie Of The Year, History e l’evergreen Roses For The Dead, forse il brano più apprezzato della serata, a giudicare dalle reazioni. La fama non sarà più quella di una volta, ma la stoffa c’è ancora tutta. Welsh power (chè c’avranno anche l’inglese più criminale della storia, ma musicalmente bisogna solo inchinarsi, vedi anche i nomi di cui sopra).
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