FROM BEYOND
La scena underground pugliese offre sempre spunti interessanti per chiunque abbia una sana voglia di godersi un po' di musica estrema, e chi la conosce da vicino sa che da queste parti il death metal è di casa ormai da molti anni. Basti pensare a band come Cruentus, Stench Of Dismemberment, Natron, e Vulvectomy. E per fortuna posti in cui poter ascoltare del buon death metal live non mancano. Uno di questi è "Le Macerie", spazio autogestito esistente da oltre un decennio situato nella zona industriale di Molfetta, in provincia di Bari. La particolare location, lontana dai centri abitati, permette di poter ospitare serate in cui si susseguono sul palco più band e che si protraggono fino a notte inoltrata senza rischiare gavettoni di olio bollente da parte del vicinato che non impazzisce per la musica estrema. Il concerto sarebbe dovuto iniziare per le 21:30, ma gli Intracranial Purulency salgono sul palco circa un'ora più tardi. Poco male per me visto che ero in ritardo. La band che apre la serata non viene ospitata sulle nostre pagine virtuali per la prima volta in questa occasione: se volete farvi un'ulteriore idea della musica proposta dal giovane trio barese, qui trovate la recensione del loro primo lavoro, l'E.P. 'Enthrowing The Macabre'. Come abbastanza facilmente intuibile dal nome della band, gli Intracranial Purulency si cimentano nello slam/brutal, presentando influenze di band cardine del genere come Cannibal Corpse, Dying Fetus e Vulvectomy. Purtroppo all'inizio ci sono stati problemi con la drum machine, anch'essa autogestione, il microfono a volte produceva un fischio acuto e il basso di Nico Di Molfetta era pressoché assente. Chiaramente tutto ciò non ha giocato a favore dei ragazzi, ma nonostante questo hanno comunque saputo intrattenere il pubblico grazie alla loro musica veloce e brutale, per l'appunto: Antonio Romito ha un growl profondo, che si sposa bene con le linee di chitarra di Luca Veneziani. Il trio propone anche due cover, "I Cum Blood" dei Cannibal Corpse e "Kill Your Mother, Rape Your Dog" dei Dying Fetus.
Dopo un rapido cambio palco, ecco prenderne possesso i laCasta, fautori di un blackened hardcore che mi colpì molto in positivo quando lo ascoltai per la prima volta, in occasione della recensione del loro primo lavoro, 'Encyclia', motivo per il quale attendevo da tempo l'occasione per potermi godere una loro esibizione dal vivo. Ebbene, non solo la band non ha affatto deluso le mie aspettative, ma le ha perfino superate: i nostri, infatti, per quanto siano godibilissimi su disco, trovano la loro vera dimensione live. La loro performance è coinvolgente, energica, cupa, a tratti lenta e trascinata con sonorità doom, a tratti furiosa, ma sempre trascinante: Alessandro Donnaloia è un ottimo cantante e le sue linee vocali incazzate sono perfette per completare il suono monolitico della band, che predilige quelle sonorità basse che fanno pogare fra loro gli organi interni, una vera goduria. Ogni strumento si sente nitidamente, dalla batteria, precisa e pestona, di Sbrough, al basso, questa volta ben distinguibile, di Marino Martellotta, alla chitarra di Mario Morgante, opprimente al punto giusto. La band, attualmente al lavoro per portare alla luce il suo primo full lenght, ha presentato, per l'occasione, ben tre nuovi brani: "In Silenzio Con Lo Sguardo Fisso Nel Vuoto", "Black Mold" e "Vultures".
La terza band in scaletta è quella da ringraziare per aver riportato in Puglia gli abruzzesi Rabid Dogs: gli Human Slaughterhouse, anche loro già ospiti qui su Hardsounds. I ragazzi sono stati protagonisti, insieme agli headliner Rabid Dogs, del minitour "No Rest For The Weekend", aperto con questa data a Molfetta a cui se ne sono succedute un'altra a Crispiano, in provincia di Taranto, e una nella terra di origine degli headliner, precisamente a Chieti. Purtroppo il 4 novembre il cantante Giovanni Lefemine aveva mal di gola, il che avebbe potuto inficiare non poco la sua performance. E invece mi ha fatto lo scalpo: evidentemente non curante di questo malus, Giovanni si esibisce in una perfomance convincente, graffiante, incisiva, potente. Il suo growl profondo e la sua presenza scenica sono notevoli, e gli altri membri della band non sono certo da meno: le linee di basso di Nicola Servidio, che durante un breve soundcheck ha accennato "The Rhyme Of The Ancient Mariner" degli Iron Maiden, per lui fonte di ispirazione, fanno da supporto alla struttura dei pezzi, il lavoro dietro le pelli di Shad (Whattafuck!?, band rapcore/crossover), in sostituzione del momentaneamente assente Claudio Peragine, è veloce, preciso e potente, il tutto completato dalla chitarra di Andrea Battaglia, dal suono intenso, corposo, preponderante. Durante la loro performance i quatto musicisti hanno presentato unicamente brani tratti dai loro due lavori (ergo niente cover), il debut E.P. 'Walk On The Path Of Servitude' e il recente 'Trickle Down'. Ma che genere fanno? Death metal, puro e semplice, con cambi di tempo e ritmi serrati, influenzato da band come Suffocation, Morbid Angel, Cannibal Corpse. Anche loro, come i laCasta, live rendono meglio che su CD, anche perché c'è più gusto ad ascoltare death metal con gli amici, a un concerto, piuttosto che a pogare da soli contro le pareti di casa, no? E come ha reagito il pubblico alla loro esibizione? Per citare le parole del vocalist Giovanni Lefemine, "sotto il palco c'era la marmellata", che è anche il motivo pe cui questo live report è completamente privo di foto: sia durante il concerto degli Human Slaughterhouse che durante quello dei Rabid Dogs sotto il palco c'è stato un mezzo massacro, e io sono troppo vecchia per queste stronzate (cit.).
La citazione di un film grezzo non è casuale, visto che sto per scrivere dei Rabid Dogs, trio abruzzese i cui gusti cinematografici sono facilmente intuibili anche soltanto leggendo il nome che si sono dati - per inciso, 'Cani Arrabbiati' è un film della Madonna, pulp prima del pulp, molto pulp. Pure troppo (cit.). Anche loro sono già stati ospiti su Hardsounds in occasione dell'uscita del loro lavoro omonimo. Una delle peculiarità della band, che per una cinefila come me è una figata, è che non solo, sia dal vivo che su disco, usano spezzoni audio tratti da altrettanti film e fiction cult, come "La Piovra", "Tango e Cash", "Il Caso Moro", lo stesso "Cani Arrabbiati" e film vari ed eventuali con Bud Spencer e Terence Hill, ma anche i testi dei loro brani sono ispirati ai film citati. Sinceramente, non li conoscevo quasi per nulla, alla fine sono una progster che si è avvicinata al grind dieci minuti fa (che però per il grind in realtà sono un casino di tempo), ma questi ragazzi sanno davvero il fatto loro, proponendo un interessante mix di grind e rock'n roll, impossibile non divertirsi con un mix del genere. Inolte, i Rabid Dogs dimostrano che per fare un gran casino sul palco bastano sole tre persone. Se gli Slipknot seguissero questa stessa logica dai loro componenti verrebbero fuori tre band. Preciso che con la parola "casino" intendo un sound corposo, ricco, pieno, violento e brutale, perfettamente in linea con il genere e con i testi, non un minestrone di suoni indistinguibili, le parole sono importanti (cit.): Doc ha una voce potente e graffiante, a tratti punk e la sua chitarra produce suoni affilati come una lama che ti trapassa la gola, Blade, al basso e anche alla voce, ha uno stile di canto più vicino al brutal e al grind, e il suono del basso non è coperto dagli altri strumenti, e 32 è davvero un ottimo perfomer, preciso e pesante, e si segnala anche la sua presenza alla voce, il che mi fa pensare ai nostri come ai Queen del grind.
In conclusione, davvero un'ottima serata, con ottima musica dal vivo e una DJ selection a base di divertentismo anni '80 e '90 degna di un trip allucinogeno. Alla luce di tutto ciò, un ultimo consiglio: venite a pogare in Puglia.
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