FINE BEFORE YOU CAME
La curiosità mi spinge ad andare a vedere band delle quali non ho mai ascoltato nulla, ma il nome oppure l’aver sentito parlare bene di loro da amici mi intriga a tal punto da non perdere occasione per fiondarmi. Il 21 aprile scorso è stato il caso dei Fine Before You Came, quintetto milanese attivo da oltre 18 anni e fautori di un mix nel quale si odono la potenza del post rock di band quali Mogwai e derivati, l’irruenza del noiserock dei Marlene Kuntz e testi declamatori e deprimenti tipici dei Diaframma. Non mi capitava da tempo immemore di vedere un intera platea cantare i brani di una band con trasporto ed enfasi tali da spingerti a fare altrettanto pur non conoscendone i testi. Intensi, determinati, precisi, irruenti, senza fronzoli e mezzi termini come quando si sono rifiutati di suonare tracce a richiesta chiarendo che non sono dei dj che fanno quello che il pubblico richiede, e sopratutto hanno specificato che non avrebbero fatto bis perché gli sta sul cazzo farsi pregare per fare qualcosa che gli spetta, come gli sta sul cazzo quando chiedono loro di suonare la traccia “Capire Settembre” e chi cerca di farsi spiegare il senso del testo. Per l’occasione sono venuti a presentare l’ultima fatica “Il Numero Sette” ed altri estratti dai precedenti lavori, andare nello specifico non sarebbe produttivo in quanto il flusso sonoro è stato omogeneo senza picchi o cadute di tono, ma solo tanto coinvolgimento. Grande sorpresa per chi scrive e lacuna colmata.
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