ELVENKING
Il locale è il The Theatre di Rozzano [MI], la data è il 09 novembre 2012 e l’evento in questione è una tappa del tour italiano di Elvenking e Secret Sphere. Si potrebbero facilmente descrivere entrambe le band come due delle più interessanti e apprezzate realtà metal del vecchio stivale, ma sarebbe riduttivo. Il successo è un fattore sintetico a posteriori, e non sempre va di pari passo con valore o merito. Crediamo che il modo migliore per rendere grazia al lavoro svolto dalla band friulana e da quella piemontese sia di elogiarne l’attitudine ed il contenuto prettamente musicale. Il concerto non comincia sotto i migliori auspici: già durante l’intro di tastiera del primo brano, il nuovo acquisto dei Secret Sphere, sua vocalità Michele Luppi, tenta (invano) di far notare al mixerista il totale silenzio del proprio microfono. Data la situazione il singer emiliano si appropria di quello del chitarrista. Adesso il microfono funziona, il problema è che la voce è l’unica cosa che si riesca a percepire distintamente, oltre alla batteria di Federico Pennazzato. È un vero peccato, perché la scaletta fa molto affidamento sui brani dell’ultimo disco, e sentire per la prima volta delle canzoni di cui l’arrangiamento non è udibile può essere controproducente. La band, tuttavia, dimostra la propria professionalità con un’esibizione molto convincente e, soprattutto, coinvolgente. Pezzi come l’opener "Wish & Steadiness", la più easy listening "Union", "Lie To Me" e "The Fall" (quest’ultima già disponibile in straming da qualche mese) si fanno subito apprezzare, mentre quelli più rodati come "Legend", o il brano di chiusura "Lady Of Silence" guadagnano headbanging e cori spassionati. Insomma, brani vecchi e nuovi, alcuni più power, altri più hard, con un unico denominatore comune: qualità. A questo punto il palco è tutto per gli Elvenking. Se pensate che adesso i problemi di acustica siano stati risolti, beh, avete torto. Il vantaggio, questa volta, è che la teatralità dei membri della band (presentatisi incappucciati e mascherati da untori) sopperisce almeno in parte a dei suoni decisamente fastidiosi. Il gruppo, affiatato e con una presenza scenica molto gradevole, propone pezzi più noti, da "Trows Kind" a "The Winter Wake", e pezzi del nuovo album 'Era' quali "I Am the Monster", "The Loser", "We", "Animal’s" e "Walking Dead". Durante "The Divided Heart", brano molto apprezzato dai fan, i problemi acustici si accentuano coinvolgendo microfoni e spie. Il buon Damnagoras, che fino a quel momento aveva fatto buon viso a cattivo gioco, non risparmiando però una grande esecuzione, esasperato dall’andazzo, abbandona il microfono per qualche minuto. Per fortuna il pubblico, consapevole di ciò che sta accadendo, sopperisce alla sua mancanza regalando alla band un coro in grado di far tremare tutta la zona industriale della cittadina del milanese. Uno show accorciato, ma comunque entusiasmante. La heavy/prog/power/folk (e chi più ne ha, più ne metta) metal band dimostra un pregevole eclettismo musicale, e una padronanza della situazione che fa quasi dimenticare l’acustica da boccia di neve. Un concerto piacevole, se non altro dal punto di vista delle performance; perché se è vero che i contenuti sono comunque più importanti, il pubblico dev’essere in grado di tornare a casa, non dico senza ronzio nelle orecchie, ma almeno senza mal di testa. Report a cura di Sergio Millese.
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