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DREAM THEATER

Come spesso accade su Hardsounds, ogni Live Report viene arricchito da una succulenta e divertente introduzione dell'evento che si va ad assistere. Con i soliti ed imprevedibili eventi che rendono le nostre giornate particolari, riuscendo così a guadagnarsi un piccolo posto nella memoria di ognuno di noi. Anche questa è stata una giornata particolare per me. Ma i fatti che hanno reso questa giornata tale hanno interferito a pieno sul mio umore, non permettendomi di godere a pieno di uno show così pregiato e dall'alto contenuto tecnico. Già perché i Dream Theater questa sera, alla loro ennesima calata nella nostra penisola, hanno voluto fare le cose in grande. Andando ben oltre i leggeri difetti acustici dell'enorme Filaforum di Assago. Uno show imponente reso ancora più godibile dai tre enormi monitor alle spalle del gruppo, sui quali venivano trasmessi video e immagini di grande effetto, che sembravano sposarsi a meraviglia con le canzoni. Oltre alle tre telecamere, che permettevano di vedere lo show "nel dettaglio" sui monitor, un plauso va fatto alle tre telecamere posizionate sul palco: e per la precisione sulla tastiera dell'eclettico Jordan Rudess (il cui strumento poteva ruotare di 360°) e ai lati dell'imponente "Orchestra delle Percussioni" (il termine batteria, mi sembra decisamente limitativo) diretta dal quasi front man Mike Portnoy. L'inquietante colonna sonora del film "Psycho" domina i minuti precedenti all'evento, che incomincia con un lungo e dettagliato filmato autobiografico del gruppo: un piccolo viaggio d'immagini in musica molto piacevole, che si conclude ai giorni nostri con la release dell'album "Train Of Thought". Detto questo, i nostri salgono sul palco, e si inizia con la movimentatissima "As I Am", brano forse un po' fuori dalle righe rispetto agli standard degli americani ma di grandissima caratura! Gli ottomila del filaforum sono un tripudio di mani alzate e di cori quando fa il suo ingresso sul palco anche il festoso singer James La Brie, che incomincia a correre sul palco come un pazzo, incitando il pubblico prima da una parte, poi dall'altra. Se di fronte ad alcuni suoi primi piani un po' "discutibili" ho avuto da ridire, sulla prestazione vocale mi devo mestamente inchinare. Il buon vecchio James non ha sbagliato un colpo, emozionando e convincendo con la sua voce sempre più unica ed inimitabile ! Durante l'interminabile concerto i progster propongono brani da "Six Deegres Of Inner Turboulence", "Images & Words", "Scenes From A Memory" fino al primo "When Dream And Day Unite". Sempre e comunque emozionando con le loro calde melodie, strappando applausi per gli eccessi di bravura. Di negativo ho trovato l'atteggiamento piuttosto distaccato della band, eccezion fatta per l'inarrestabile Portnoy, che ha mancato di trasmettere quelle sensazione necessarie a rendere il concerto memorabile: poco male di certo, dato che comunque ci siamo trovati di fronte ad uno degli eventi clou dell'anno. Dopo quasi due ore di musica i cinque si fermano, per un breve intervallo di un quarto d'ora. Tempo che è servito forse di più ad uno stremato pubblico, che è riuscito a meritarsi una sana boccata d'aria. Alla riapertura delle danze, oltre ad i soliti pezzi tratti dal proprio repertorio, ci vengono proposti due "pezzi di bravura". Il primo orchestrato da un Mike Portnoy in serata, che ha trovato anche il tempo di sparare bacchette sul pubblico a raffica, ci ha offerto uno spettacolo unico. A tratti persino spaventoso, per quanto il tutto fosse documentato dalle telecamere alle sue spalle spesso mi è sembrato di sentire cose impossibili! E' riuscito anche a divertirsi il buon Mike, era evidente. Mettendosi a giocare spesso e volentieri col pubblico, cose che gli è sempre riuscita benissimo! E' successivamente toccato ad un Jordan Rudess un po' sottotono, ma comunque in grado di fornire numeri di grande tecnica senza però dare l'impressione di voler mai osare troppo. Giunti alle fine, dopo oramai tre ore di concerto, i Dream Theater lasciano il palco per rientrare subito dopo con l'inaspettata cover di "Hallowed By Thy Name" degli Iron Maiden, riponendola con l'innesto delle tastiere ed affidando a questa il secondo dei due assoli di chitarra della canzone. Di fronte a questa originale esibizione il numeroso pubblico del Filaforum non s'è tirando indietro, cantando e movendosi come non mai! Dopo l'ennesima uscita di scena i Dream sono costretti a rientrare, richiamati dalle incessanti grida del pubblico che inneggiano "Metropolis, Metropolis, Metropolis", e Metropolis è! Un quasi interminabile applauso conclusivo saluta il combo statunitense che, se ha deluso qualche fan con l'ultimo album, con questa lunga e succulenta prestazione ha voluto dire la sua ricordando a tutti che i Dream Theater non sono certo gli ultimi arrivati sulla piazza.

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