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DEVILDRIVER

Tornano al New Age i Devildriver, stavolta da headliner e con al seguito due band maiuscole (come del resto era successo due anni fa, quando furono i Lamb Of God a regnare sulla serata). Fafara e soci sono stati ampiamente ripagati dal pubblico copioso che ha riempito quasi completamente il locale trevigiano, alla faccia di chi considerava la band un fuoco di paglia. (ancora una volta foto sfocate e per di più in quantità ridotta; non solo era vietato l’uso del flash, ma a causa di non ben specificate clausole, mi è stato proibito di fotografare God Forbid e Devildriver nonostante fossi un possesso di regolare pass) Sulle note di “You’ve Got Another Thing Comin’” dei Judas Priest appaiono sul palco gli austriaci THE SORROW, una delle sorprese più interessanti degli ultimi mesi, che con il debut “Blessings From A Blackened Sky” hanno tirato fuori un vero gioiellino di metalcore. Ben accolti dall’audience, Toby e compagni sparano in rapida successione i pezzi più riusciti dell’album, tra cui le clamorose “From This Life”, “Knights Of Doom” e “Saviour, Welcome Home”. C’è anche spazio per una versione ridotta di “Pursuit Of Vikings” degli Amon Amarth, cantata dal bassista, anche se non so a quante persone sia interessato il siparietto, visto il tipo di pubblico. Promossi in ogni caso, tra le stelle più brillanti del metal moderno. The Sorrow setlist Elegy The Dagger Thrust From This Life Death From A Lover’s Hand Pursuit Of Vikings (Amon Amarth cover) Knights Of Doom Saviour, Welcome Home Far Beyond The Days Of Grace Ero come al solito ansioso di vedere i miei amati GOD FORBID all’opera, ma quando i nostri salgono sul palco e attaccano con “The End Of The World” si nota subito che qualcosa non va. Suoni confusi, incomprensibili, e soprattutto poca voglia di fare, tant’è che l’intera band mi è sembrata fuori forma. Byron ha tutto il pubblico dalla sua parte, e la scaletta è scelta saggiamente (con “To The Fallen Hero” dedicata a Dimebag), ma su tutto il concerto ha aleggiato la sensazione di ‘facciamo il compitino che poi ci becchiamo i soldi’. Lo dico con molta amarezza, basta andare a leggersi qui in giro cosa penso della band statunitense, ma i God Forbid hanno fatto una figura barbina anche davanti a dei newcomer assoluti come i The Sorrow. God Forbid setlist The End Of The World Force-Fed Antihero Better Days The Lonely Dead Chains Of Humanity To The Fallen Hero Broken Promise Il piatto forte della serata si avvicina, con le casse della batteria di John con su dipinto il Jack Nicholson che si affaccia dalla fessura sulla porta del bagno dell’Overlook, in cerca del suo amore Wendy. Per massacrarlo allegramente, cosa che hanno fatto i DEVILDRIVER questa sera con i loro accoliti. Anche per Fafara suoni pessimi (con la chitarra di Kendrick praticamente invisibile ed un’equalizzazione criminale), ma a salvare il disastro della resa sonora ci pensa una band in palla, assolutamente degna di fare da headliner a tanti altri wannabes. La setlist è qui sotto a dimostrarlo; forse c’è un pizzico di delusione per l’eccessiva presenza di materiale dal primo album (buonissimo, ma dopo che lo stesso Dez il pomeriggio mi ha detto di considerarlo un disco semplicemente ‘ok’…), ma si tratta comunque di brani irresistibili, e a fare il resto ci hanno pensato gli estratti da “The Furt Of Our Maker’s Hand” e l’ultimo “The Last Kind Words”, con “Not All Who Wander Are Lost” e “Clouds Over California” a dettar legge. Un gig che ha fatto paura, forse un po’ breve (un’ora scarsa), ma del quale non ci si può certo lamentare. Devildriver setlist End Of The Line Nothing’s Wrong Ripped Apart Not All Who Wander Are Lost The Mountain Hold Back The Day Head On To Heartache (Let Them Rot) Cry For Me Sky (Eulogy Of The Scorn) I Could Care Less Grinfucked Clouds Over California Meet The Wretched Swinging The Dead

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