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CANDLEMASS

"The Tales Of Creation Tour" è il nome di tre date suonate dai Candlemass recentemente. Inizialmente previste per marzo, la band è riuscita a suonare solo la data di Stoccolma prima di essere fermata da motivi personali. Ora, circa 1 mese e mezzo dopo è la volta di Malmö e Göteborg. Il nome del tour mi ha dato da pensare nel frattempo, non trovando informazioni di nessun genere. Sarebbe stata una serata costituita dall'esecuzione dell'omonimo album dal principio alla fine? Ci sarebbe stato Messiah Marcolin, il cantante del suddetto album dietro il microfono? Ad aprire la serata sono stati i trascurabili Crank, autori di una sorta di NWOBHM imbastardito da una cospicua dose di Motörhead. Pur avendo solo un EP alle spalle non sono certo musicisti di primo pelo: il frontman altri non è che Erik "Tyrant" Gustavsson degli altrettando trascurabili blacksters Nifelheim, band da cui proviene anche il chitarrista Felipe "Savage Aggressor" Plaza Kutzbach. Se i Candlemass volevano qualcuno che gli scaldasse un po' il pubblico, senza pretese di rubare loro la scena, la scelta si è rivelata perfetta: un dicreto intrattenimento insieme ad una birra e niente più. L'apparizione di un cappio da impiccagione precede l'entrata in scena degli headliners e le cose sono in fondo come c'era da aspettarsi. A capitanarli c'è l'attuale cantante Johan Längquist, noto soprattutto per essere stato la voce sul primo album 'Epicus Doomicus Metallicus'...ma da session vocalist; solo più di trent'anni dopo si ritrova ad essere membro effettivo della band. Il set è incentrato sulla fase più celebre della loro carriera, ossia i primi quattro album. La intro "Marche Funebre" (opera di Chopin per altro) si trova sul secondo album 'Nightfall', cosi come i primi due pezzi veri e propri, "Bewitched" e "Dark Are The Veils Of Death". Dopo la celeberrima "Mirror Mirror" che apre il terzo album 'Ancient Dreams' si può dire che gli attempati doomster svedesi eseguando 'Tales Of Creation' per intero, anche se gli ultim quattro pezzi vengono accorpati in un medley. Poco male, perchè di pezzi meritevoli di esecuzione ce ne sono a iosa, ed ecco allora in chiusura di set due pezzi cantati anche originariamente da Längquist (ricordiamo che gli album dal secondo al quarto presentano Messiah Marcolin al microfono), ovvero "Crystal Ball" e "A Sorcerer's Pledge", intervallati dall'unica escursione nella carriera recente dei Candlemass, la title track del loro ultimo lavoro "Sweet Evil Sun". Il pubblico (un buon mix di maturità e gioventù) si aspetta naturalmente ancora un paio di pezzi e Leif Edling e soci rientrano per un pezzo ciascuno dei tre album non al centro dell'attenzione questa sera: "The Well Of Souls" da 'Nightfall', "The Bells Of Acheron" da "Ancient Dreams" e in chiusura ancora un pezzo di Längquist, ossia l'apertura di 'Epicus Doomicus Metallicus', "Solitude". Sorprendente, a mio avviso, vista anche la presenza del cappio, l'esclusione dal set di "At The Gallows End", ma il repertorio della band e enorme e otto album sono stati del tutto ignorati in questa serata. La band, in particolare il mastermind Leif Edling, appare davvero avanti con gli anni e fa temere per la loro tenuta...prima che comincino a suonare. Perchè poi la loro potenza è in realtà devastante, frutto di un sound che hanno inventato con queste caratteristiche e che, a dispetto di orde di pur talentuosi ed entusiasti  seguaci/imitatori, li vede ancora dominare la scena alla luce di una esibizione dal vivo di tale qualità, e a dispetto del fatto che le loro ultime creazioni non sono fra le cose che li consegneranno alla storia.   

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