ARTHEMIS
Sei ragazzi giovani e pieni d’ambizioni salgono sul palco del Music Beer Festival di Chiari nel tentativo di “scaldare” il pubblico in attesa dei travolgenti Arthemis. Si chiamano Wings Of Destiny e durante il loro show propongono una serie di grandi successi della scena metal di sempre, in particolare della scena Power. Sulle grandi ali dell’entusiasmo realizzano la complessa “Nothing To Say” degli Angra, la veloce “San Sebastian” dei Sonata Arctica, “Break Away” dall’Avantasia di Tobias Sammet, l’helloweeniana “Steel Tormentor”, la stupenda “Moonlight” dei nostrani Labyrinth, “Paradise” degli Stratovarius, il tormentone “Emerald Sword” dei Rhapsody e vuoi non fare qualche cover degli Iron Maiden come “The Trooper” o “Hallowed Be Thy Name”? Stando a guardare una scaletta del genere uno rimane impressionato dalle tante qualità che si richiedono per realizzare pezzi di questo tipo: interpretare rispettivamente i grandi Bruce Dickinson, Andrè Matos e Roberto Tiranti non è da tutti certo. Come del resto non è da tutti realizzare i brani suonati da Jorg Micheal, Ricardo Confessori, Timo Portimo o i soli della coppia Bittencourt-Loureiro. Ma purtroppo di queste qualità sul palco ne erano presenti ben poche, sennon la buona volontà e la passione per musica metal. Il batterista si perdeva ad ogni cambio di tempo, una coppia di chitarristi pasticciona ed un tastierista ingiudicabile per colpa di un audio ignobile… non si è mai sentito durante i soli di “San Sebastian” e di “Paradise”. Il cantante? Beh, ci sarebbe molto da dire sulla prova singer che di certo non è risultato adatto per ricoprire il ruolo del cantante power. Tenta spesso e ripetutamente di andare oltre le sue possibilità quasi strozzandosi e senza mai riuscire ad aver il controllo della propria voce. Delle lezioni di canto di certo potrebbero aiutare ma non possono fare miracoli, forse è il caso di riconsiderare le proprie potenzialità e di trovare il modo di sfruttarle al meglio. Credetemi, mi spiace scrivere queste cose che di certo danno ben poco conforto ma è cosa buona e giusta per questi ragazzi fare un piccolo esamino di coscienza e di rimboccarsi le maniche per migliorare ed imparare a non andare oltre i propri limiti. Fa piacere vedere dei giovani appassionati e con grande voglia di fare… sicuramente è un esperienza che li aiuterà a crescere e col tempo saranno in grado di migliorarsi e di avere la loro tanto sognata “occasione”… [Coldnightwind] Calato il sipario sull'esibizione dei Wings Of Destiny, tocca ora agli Arthemis cercare di incendiare il pubblico presente stasera: il quintetto veneto inizia in maniera roboante con "Rise Up From The Ashes", song d'apertura del prossimo full lenght "Back From The Heat", disco già uscito in Giappone e a breve disponibile dal vostro negoziante di fiducia. Gli Arthemis ci propongono una sorta di Greatest Hits, pescando brani da tutti i loro lavori: il pubblico gradisce ed applaude l'esibizione del singer Alessio Garavello, sempre impeccabile in sede live; la prestazione degli altri membri del gruppo non è però da meno, con un super-Perazzani dietro le pelli a dettare i ritmi insieme ad un ottimo Matteo Galbier mentre Andrea Martongelli e Matteo Ballottari stupisco il pubblico coi loro riff al fulmicotone ed i lori pregevoli assoli. Il concerto prosegue senza intoppi e la band snocciola, una dietro l'altra, canzoni come "Fire Set Us Free", "Voice Of The Gods", "Arthemis" e "Noble Sword": il pubblico, anche se non numeroso, assiste con partecipazione ed interesse allo show tributando le giuste ovazioni ad una delle band power/speed italiane più sottovalutate, a mio modesto parere, visto l'incredibile divario fra la classe e la capacità di songwriting del gruppo e il riscontro ricevuto da pubblico ed addetti ai lavori. Ma tutto ciò non scalfisce certo la professionalità della band che esegue sempre show all'altezza indipendentemente dal numero di persone che assistono, e questa è un ulteriore conferma di quanto questi ragazzi meritino palcoscenici ben più prestigiosi. Chiude il concerto una stupenda versione di "Burn", classico immortale dei Deep Purple, e stasera nel cielo di Chiari brucia, splendido e luminoso, il logo degli Arthemis a testimoniare un'altra incredibile prova del combo veneto. [Flames Of Hell] Scaletta Arthemis: Rise Up From The Ashes Fire Set Us Free Voice Of The Gods Quest For Immortality The Traveller War Tomorrow's World Rock The Night (Europe) Arthemis Time To React Noble Sword Burn (Deep Purple)
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