ANNEKE VAN GIERSBERGEN
Ritorno in Italia per Anneke Van Giersbergen, storica voce dei The Gathering, band che personalmente ho amato molto in passato e che, guidata dalla bella vocalist, ho avuto modo di ammirare più volte dal vivo nel corso degli anni. Come al solito, anche questa sera le porte del locale brianzolo si aprono molto tardi rispetto agli standard dei locali milanesi, ed il pubblico, non numerosissimo ed abbastanza avanti con l'età, può entrare nel Bloom solamente dopo le 21. Due i supporting-acts della serata; il primo è un gruppo olandese, proveniente da Roermond, ancora in attesa di debutto discografico (che avverrà nell'autunno di quest'anno), i Kill Ferelli, che salgono sul piccolo palco del Bloom alle 21.45. Guidati dalla bellissima cantante Kelly Kockelkoren, che personalmente mi ha colpito molto per l'incredibile somiglianza con Lady Gaga, i Kill Ferelli nella mezzora a loro disposizione snocciolano, uno dopo l'altro, brani rock ad alto contenuto energico, non particolarmente complessi ma gradevoli. La performance della singer è ottima, e molto buona quella degli altri musicisti, e l'esibizione è da considerarsi vincente, tra l'altro molto ben accolta dal pubblico. Adesso attendiamo al varco il debutto discografico. Senza neppure un vero e proprio cambio di palco, ecco arrivare la seconda band di oggi, i tedeschi Frames, che presentano il loro rock psichedelico strumentale. Certo, la bravura della band è indubbia, ed i brani dal vivo suonano esattamente come suonano sui due albums realizzati finora, ma mezzora di musica strumentale come questa è un tantino pesante da godere in un contesto come questo, soprattutto dopo un set come il precedente, basato principalmente sulla performance vocale della cantante ed in attesa di una vocalist di peso come Anneke, ed è quindi spiegabile l'atteggiamento tiepido rivolto ai Frames da parte del pubblico; certo, gli applausi da contratto sono arrivati, ma più per abitudine che per convinzione vera. Da rivedere in una occasione differente. Praticamente a notte fonda ecco arrivare finalmente il turno dell'headliner di serata, la grandissima Anneke, che arriva onstage sulle note di ”Feel Alive”, singolo del nuovo album 'Everything Is Changing', album che la farà da padrone nello show di stasera, con ben undici brani su dodici (solamente ”I Wake Up” mancherà alla fine all'elenco) suonati all'interno di una setlist da diciassette canzoni. ”My Boy”, ”Take Me Home” e quindi il primo estratto da 'Air', ”Beautiful One”, che ammalia tutti i presenti, ma il grande picco a livello emozionale si ha solamente con l'esecuzione di ”Saturnine”, dal repertorio dei The Gathering, e dal seguente duetto con Kelly Kockelkoren per ”Stay”. Il concerto è piacevole, ed il pubblico, che nel frattempo è aumentato, è numeroso, anche se il sold-out avuto con i Lacuna Coil è lontano anni luce; per quanto riguarda Anneke, anche se ormai definitivamente fuori forma dopo la maternità ed anche a dispetto di un trucco volgarotto abbinato alla tinta giallo pastello che la fa assomigliare pericolosamente alla Moana Pozzi dei tempi d'oro, c'è da dire che vocalmente non ha perso un millesimo di classe e di potenza. Un unico appunto per la band, molto anonima e poco presente, con una presenza scenica molto bassa. Prima di chiudere, per la cantante c'è anche il tempo di presentare ”Hyperdrive”, tratta da 'Addicted' di Devin Townsend, nonché di scendere dal palco per fare un giro tra il pubblico. A ”Witnesses” il compito di chiudere un gran bel concerto e di spedire tutti a nanna.
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