You are here: /

AGGLUTINATION FESTIVAL 2007

Cosa ci fa un esercito di metalheads di ogni età nella minuscola e tranquilla cittadina di Sant'Arcangelo, persa nel verde silenzio del Pollino lucano? In che modo possono essere interessati a un posto parecchio al di sotto dell'Eboli di Primo Levi, notoriamente dimenticata dall'Inquilino di Sopra, oppure, più prosaicamente a un "place in the middle of nowhere", come l'ha invece definita il folletto del metal teutonico Kai Hansen. Ebbene, ciò che ha spinto tutta questa gente a raggiungere quello sperduto paesino, tra l'altro dotato di scarse infrastutture e indicazioni stradali, è stata la tredicesima edizione dell'Agglutination Festival, un evento metal che sta sempre più raggiungendo delle proporzioni macroscopiche, tali da avere poco da invidiare ai più blasonati festival nella Penisola. Un bill di tutto rispetto quello proposto: oltre a consolidate realtà nostrane quali Dark Lunacy o Fire Trails, spiccavano, nell'elenco delle band, anche due importanti nomi del metal tedesco, tali Tankard e Gamma Ray. Intorno alle 16 si sono aperti i cancelli, e dopo la perquisizione da parte dei Carabinieri (sempre meglio prevenire), il pubblico ha iniziato a riempire il Campo Sportivo in attesa dell'inizio dell'evento. [Crash] INFERNAL ANGELS Ore 17:22. Dopo un'appassionata introduzione dell'organizzatore dell'evento, gli amplificatori dell'Agglutination iniziano a sparare le durissime note degli Infernal Angels. La convincente black metal band lucana, ha avuto il compito, dunque, di scaldare un pubblico ancora esiguo, con il suo durissimo sound old-school, pieno di rimandi ai Dissection, di cui gli "Angeli Infernali" hanno eseguito una cover. Incredibilmente precisi e puliti i suoni degli strumenti, che hanno permesso di non perdere nemmeno una nota di tutti gli strumenti, voce compresa. Ottimo lavoro da parte dei fonici! Estremamente interessante la performance dei blackster, che oltre a padroneggiare con una certa tecnica gli strumenti, alternano sapientemente momenti acustici a scariche infernali di pura grimness. Da tenere d'occhio. [Crash] GOLEM Appena terminata la performance degli Infernal Angels, subito spazio per gli ottimi deathster baresi Golem. Con un sound sapientemente influenzato dai mostri classici del genere (Death, Carcass) e da alcuni spunti melodici o NWOBHM, i quattro giovani pugliesi hanno dato il via ad una infuocata performance, rivelandosi una vera sorpresa. Molto alto il livello tecnico del combo, con un occhio particolare rivolto al virtuoso axeman Ottavio Marzio, che non è un'esagerazione definire uno dei migliori chitarristi metal in Puglia. Dubito che la maggior parte dei presenti, prima di vederli suonare, avesse puntato un solo centesimo su questa band, che ha raccolto moltissimi consensi tra un pubblico composto per lo più di ascoltatori di power metal. Da segnalare, infine, il simpatico campanilismo del batterista dei Golem: quest'ultimo, infatti, è salito sul palco con una T-shirt bianco-rossa recante la scritta "I sò d Bbar!" (Io sono di Bari, ndr) [Crash] KALEDON Sono passate da un pezzo le 18 quando sul palco salgono i power metallers capitolini Kaledon. Dopo qualche minuto (il tempo di sistemare qualche problemino con la strumentazione) parte la performance. Per quanto tecnicamente validi, i Kaledon certamente non possono vantare una grossa originalità nel loro sound, pomposo (per non dire pacchiano), velocissimo e molto melodico. Poco ispirati i due chitarristi per quanto riguarda il riffing, ma abbastanza convincenti sulla solistica. Non male il cantante, pesantemente influenzato da Rob Halford, anche se in qualche occasione è andato un po' "out of tune". Ma, a parte tutto, il pubblico ha apprezzato la performance dei romani. [Crash] DARK LUNACY E dopo il power melodico dei Kaledon si ritorna a sonorità estreme: a salire sul palco sono i parmensi Dark Lunacy, autori di un interessante sound che unisce il death metal di scuola moderna a sonorità "gothic". Sono le 19: 15. e il campo sportivo continua ad essere sempre più pieno, e quando il frontman dei Dark Lunacy, Mike, sale sul palco, "sbucano" dal nulla centinaia di fan della band emiliana. Fin dall'inizio si capisce che sarà una delle migliori performance della giornata: il pubblico si scalda velocemente e molte persone iniziano a pogare in maniera forsennata. L'emozione è alle stelle quando dal palco arrivano le note di "The Diarist". Davvero impeccabile la prestazione on-stage dei "Follia Oscura", con davvero nulla da invidiare a più blasonati colleghi stranieri. Devastanta chiusura con "The Heart Of Leningrad". Da vedere assolutamente dal vivo. [Crash] FIRE TRAILS Cominciano a calare le tenebre sul Pollino, quando, intorno alle 20, il palco si ritrova sotto alle scarpe di una delle colonne portanti dell'heavy metal made in Italy: Pino Scotto. Con l'immancabile Jack Daniel's in mano, l'ex cantante dei Vanadium inaugura la sua performance con il pezzo "Space And Sleeping Stones", tratto dall'ultimo album con i Fire Trails. Il pubblico sempre più numeroso dell'Agglutination ha accolto l'istrionico vocalist partenopeo con un lancio di bicchieri da mezzo litro di birra, con grande disappunto da parte del servizio d'ordine (ma non di Pino Scotto, ndr). Assolutamente pregevole la performance degli ottimi componenti della band, con sguardo rivolto in particolare al chitarrista Steve Angarthal e al batterista Mario Riso, tra i principali animatori del progetto benefico "Rezophonic". Non sono mancate le celebri frecciate (per usare un eufemismo) del biforcuto cantante partenopeo all'indirizzo di alcuni noti personaggi del jet-set e dell'imprenditoria, oltre che all'industria discografica. La scaletta è proseguita tra vecchi successi dei Vanadium, e pezzi dell'ultimo album dei Fire Trails, tra cui la splendida "Silent Heroes", dedicata ai magistrati Falcone e Borsellino, assassinati della Mafia. Chiusura affidata alla martellante "Run Too Fast", direttamente dall'album "Race With The Devil" dei Vanadium. Indimenticabile il momento in cui Pino Scotto ha gentilmente offerto un sorso del Jack Daniel's a un ragazzo del pubblico che glielo aveva chiesto. [Crash] TANKARD Ore 21:15. E' arrivato il momento del thrash etilico (è proprio il caso di dirlo) dei Tankard. Guidati dal panzuto quanto simpatico vocalist Geremia, i thrasher tedeschi, impareggiabili cantori della birra, sono saliti sul palco dell'Agglutination accolti da una folla roboante (nel corso della giornata c'è stato un sempre maggiore afflusso di persone). Si inizia subito con la potente "Need Money For Beer", seguita man mano dai vari successi "The Morning After", "Zombie Attack", "Sleepin' From Reality" e "Chemichal Invasion", per citarne alcuni. Assolutamente esilarante e divertente la presenza scenica del frontman, che, visibilmente alticcio, ha regalato una performance indimenticabile quanto strappa-risate, con momenti indimenticabili quali il rendere partecipe il pubblico della consistenza dei propri "muscoli da tavola", l'infilarsi nelle mutande il microfono per poi passarlo al bassista, goffi complimenti alle ragazze del pubblico in improbabile italiano o un tentativo di stage-diving (per fortuna degli spettatori delle prime file si è trattato soltanto di un tentativo, ndr). Impeccabili anche gli altri membri della band, con menzione particolare per il chitarrista, dotato di un tocco e una accuratezza assai poco comune negli axe-man che di solito compongono gruppi thrash. Conclusione affidata alla coinvolgente ed efficace "Empty Tankard". Performance davvero sopra le righe per i thrasher. Assolutamente da vedere. [Crash] GAMMA RAY Il buio è ormai da tempo calato sul campo sportivo di Sant'Arcangelo quando sul palco salgono gli headliner della serata: i Gamma Ray, autentiche leggende del power metal teutonico, capitanati dal sempreverde Kai Hansen. Sono da poco passate le 22.30 quando le note dell'intro Welcome preparano i presenti all'ingresso sul palco della band, che attacca con una travolgente Gardens Of The Sinner: il pubblico esplode, travolgendo tutto e tutti in un tripudio di gioia metallica. Finito il pezzo Kai si accorge di avere un problema tecnico alla sua chitarra e quindi, dopo essersi scusato con la folla, si assenta per qualche minuto per risolvere il problema. Si riprende poi con la titletrack del controverso New World Order, certo meno famosa della precedente ma comunque apprezzata dai presenti, e la fantastica Man On A Mission, sulla quale si scatena il pogo. Seguono Fight e Blood Religion, due brani tratti dal recente Majestic, che dal vivo si dimostrano assolutamente coinvolgenti e non sfigurano nemmeno di fronte ad un classico come la successiva Heavy Metal Universe, durante la quale non sono mancati i consueti duetti fra il singer Kai Hansen e il pubblico presente. E' quindi una bella versione acustica di Fairytale ad introdurre la splendida ballad The Silence, dove emergono chiaramente le influenze date dai Queen al sound della band tedesca. La voce di Kai non è certamente al top, e l'esecuzione di un pezzo impegnativo come The Silence non ha fatto altro che accentuare questa sensazione; ma di fronte ad un trittico come Ride The Sky/Futureworld/I Want Out anche il più attento degli ascoltatori smetterebbe di concentrarsi sugli aspetti tecnici dell'esibizione per lasciarsi andare completamente ai ritmi travolgenti di questi tre classici del power metal. Siamo al culmine della serata, ma i Gamma Ray non hanno certo finito di deliziare le nostre orecchie: il successivo medley di Rebellion In Dreamland e Land Of The Free è qualcosa di assolutamente fantastico, roba da restare a bocca aperta. Finiti questi due pezzi la band lascia il palco, ma non è certo finita qui: il pubblico lo sa bene e comincia a richiamare a gran voce i propri idoli, che prontamente riprendono in mano gli strumenti per eseguire altri due classici tratti da Somewhere Out In Space, per la gioia di chi, come me, ritiene questo uno degli album più riusciti del quartetto di Amburgo. Sembra davvero finita, ma dopo una breve pausa la band torna nuovamente sul palco per dedicare al pubblico italiano un ultimo pezzo: si tratta dell'allegra Send Me A Sign, degna chiusura di un concerto tanto divertente ed esaltante. E' mezzanotte e mezza, i Gamma Ray hanno suonato per quasi due ore e siamo tutti molto stanchi: giusto il tempo dei saluti e poi subito via verso casa; è stata una giornata molto pesante, ma un concerto del genere vale davvero mille sacrifici. Raccomando a tutti i fans italiani di non perdersi il loro ritorno in Italia settembre: i Gamma Ray sono uno di quei pochi gruppi che non delude mai. Questa la setlist: 01. Welcome 02. Gardens Of The Sinner 03. New World Order 04. Man On A Mission 05. Fight 06. Blood Religion 07. Heavy Metal Universe 08. The Silence 09. Ride The Sky 10. Future World 11. I Want Out 12. Rebellion In Dreamland 13. Land Of The Free Encore 01. Valley Of The Kings 02. Somwhere Out In Space Encore #2 01. Send Me A Sign [chiccothebest] P.S. Saluti e ringraziamenti a Roberto "Segaflux" dei Prophilax, Paolo "Demonizer" e Franco "Master444" di Benzoworld per compagnia e sostegno. You rock, boyz!

MANY DESKTOP PUBLISHING PACKAGES AND WEB PAGE EDITORS NOW USE Reviewed by Admin on Jan 6 . L'Amourita serves up traditional wood-fired Neapolitan-style pizza, brought to your table promptly and without fuss. An ideal neighborhood pizza joint. Rating: 4.5

Commenti

Lascia un commento


2015 Webdesigner Francesco Gnarra - Sito Web