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AGGLUTINATION 2014

Agglutination 2014 Cifra tonda per il festival più amato del Sud Italia, che quest'anno si assesta su territori estremi, confidando prevalentemente nei Carcass e nella loro unica data italiana. Ancora una volta non conosciamo le cifre degli ingressi, ma pensiamo che avrebbe dovuto esserci diversa altra gente, persa purtroppo tra scuse più o meno plausibili o ridicole rivalità con l'organizzazione, cui va il nostro saluto e la stima per quanto organizzato in una regione che è meno popolosa di Palermo, per dire. Con nostro rammarico ci perdiamo visivamente i Lehmann, tuttavia riusciamo ad ascoltare buona parte del loro set, scandito da un heavy tendente al thrash molto variegato e possente, soprattutto rispetto al sound in studio. A tratti ci ricordano i Nevermore, visto che sembrano tecnicamente ineccepibili, anche se abbiamo qualche riserva che riguarda la voce, non perfetta in tutte le occasioni. I ragazzi di 'Lehmanized' raccolgono un discreto numero di persone sotto al palco, soprattutto rispetto alle scorse edizioni (quella del 2009 con i Symbolic ad aprire le danze, ad esempio). Riascolteremo su disco. Per il festival invece un buon antipasto. Ritroviamo subito i Sinheresy, di cui abbiamo già parlato sulle nostre pagine, ed è sempre un piacere quando dal vivo un gruppo riesce a prenderti anche più che su disco. Le voci dei due cantanti sono complementari e danno vita a intrecci molto riusciti, senza alcun calo e con discreta presenza scenica. Un po' in secondo piano le tastiere, che fanno guadagnare ai pezzi una nuova veste, più pesante. Solo quattro pezzi, ma abbiamo ascoltato la nostra preferita, "The Gambler" e quindi ci sta bene così. Sinheresy Setlist: Last Fall The Gambler Break Point Temptation Flame Gli Eversin sono la sorpresa del festival, perché se qualcuno può lamentarsi della mancanza di un headliner thrash, bastava che venisse un po' prima per godere di una autentica macchina da guerra, di cui continueremo a sentire parlare decisamente bene. Ritmi vorticosi e pieni di groove sono sorretti dalle mazzate del bassista, tanti cambiamenti di pelle nei vari brani, cui possiamo sono appuntare che alcune parti le avremmo apprezzate di più con una seconda chitarra, ma stiamo a cercare il pelo nell'uovo. Tutti i pezzi suonati sono di livello, il cantato è arcigno ed energico, tutto senza fronzoli ed estremamente coinvolgente. Da notare il ricordo ai quattro piloti vittime dell'incidente dei due tornado degli scorsi giorni e anche qualche regalo di t shirt e cd al pubblico. EVERSIN Setlist: For the glory of men Prophet of peace Nightblaster Tears on the face of God Death inc. Under the ocean I poganti intanto sollevano i primi polveroni, in attesa della carneficina dei Buffalo Grillz che arriva e non fa superstiti. Il nuovo batterista è assolutamente mostruoso e le canzoni fanno ancora più male. Il nostro Igor direbbe che sono "grindiosi", e in effetti lo sono, sotto al palco la gente vola e incita la band. Il gesto della mitraglia mimato spesso da Enrico Giannone descrive perfettamente la proposta della band, che si diverte, fa divertire, demolisce. Il sound ottimo ci fa arrivare tra capo e collo tutti i brani al loro meglio. Non riusciamo a capacitarci del potere liberatorio che ha "La Canzone Del Sale", ancora c'è gente che ride e fa headbang. Forse anche Battisti. Buffalo Grillz Setlist: GUX E GABBANA GRINDASIA LAPO ELGRIND FORREST GRIND BUFALISMO SACRO E SCROFANO THE BOSS ANOVA LINKIN PORK DIMMU BURGER GRAIND RACCORDO ANULARE GRIND CANYON LA CANZONE DEL SALE NEW WORLD DISAGIUM Cambio deciso di genere con la mosca bianca dell'Agglutination, e che nome. Gli Elvenking sono tra i maggiori esponenti del power a tinte folk, con una storia di oltre quindici anni e di cui il sottoscritto conserva gelosamente l'esordio. Damnagoras si accorge che i pregiudizi sul genere suonato dalla sua band abbondando anche qui al Sud, visto che tra il pubblico si sente qualche insulto rivolto a loro, ma con garbo il cantante non accende polemiche e ribadisce la forza della musica dei Nostri a suon di canzoni. Diversi estratti dall'ultimo 'The Pagan Manifesto', molto adatti alla dimensione live. Peccato per il suono troppo basso del violino, che avrebbe dato un altra direzione ai pezzi. Grandi cori, assoli, chitarre che dispensano riff power di grande spessore, proprio come la storia della band ci ha insegnato. Per chi ha voluto goderne, una festa. Gli altri si saranno riposati in attesa della tripletta finale. Elvenking Setlist: THE SCYTHE RUNEREADER PAGAN REVOLUTION THE WANDERER ELVENLEGIONS MOONBEAM STONE CIRCLE THE DIVIDED HEART THE LOSER Francesco Fragomeni Entombed A.D. Causa ritardo all'arrivo dei Belphegor, alle 20.30 sono gli Entombed A.D. di Lars Goran Petrov a salire sul palco. Le questioni legali le sappiamo e sinceramente non ci va di ripeterle in questa sede. Dal vivo è il frontman la figura che più di tutti si associa ad una band per cui vedere Lars dimenarsi sul palco e ascoltare la sua voce ci ha fatto pensare agli Entombed senza A.D. La prima cosa che è saltata alle orecchie è stato il settings dei suoni (piuttosto bassi e poco potenti) e le accordature delle chitarre fissate su sonorità death’n roll che hanno tolto oltre il 70% di devastazione e magia ai pezzi che hanno fatto la storia del crushing death metal scandinavo. I pezzi nuovi hanno un gran bel groove e dal vivo hanno avuto grande effetto sul pubblico che ha risposto benissimo ai continui solleciti di uno scatenato Petrov, ma quando partono le varie "Wolverine Blues", "Left Hand Path", "Revel In Flesh" e "Living Dead" la gloriosa storia di questa enorme band ritorna prepotente, rendendoci inermi di fronte ai loro immortali riff. Dal 'primo' album 'Back To The Front' arrivano "Bedlam Attack" e "Pandemic Rage" ed il pubblico non ha battuto ciglio, continuando ad alzare polvere con un pogo sfrenato. Bene, Bene davvero! Giorgio 'Cynic' Papaleo - Igor Fanelli Belphegor Dopo uno strategico cambio palco (con tanto di teschi ed ossa un po' ovunque, praticamente il kit del perfetto black metaller, se vogliamo) giunge il momento tanto atteso degli austriaci Belphegor, fautori di una decisa scalata ai vertici del movimento death black metal dell'ultimo decennio a suon di dischi di elevata qualità e con alle spalle la potentissima e blasonata Nuclear Blast. La cosa che fin da subito salta all'orecchio è una maggior pulizia dei suoni rispetto agli Entombed A.D. e volumi decisamente migliori che rendono giustizia agli incendiari brani dell'ensamble, che sciorina senza sosta tracce dalle loro più recenti fatiche, puntando sulla monoliticità d'esecuzione a scapito di un coinvolgimento da parte soprattutto del leader Helmuth che forse molti si sarebbero aspettati. Poco male, comunque, visti i pezzi da novanta sfoderati con precisione chirurgica per la gioia dei nostri sempre più provati (ma soddisfatti) padiglioni auricolari, con nota di merito in particolare per l'ormai immancabile "Lucifer Incestus", "Bondage Goat Zombie" e "Belphegor - Hell's Ambassador". Ci saremmo aspettati qualche estratto in più dal fresco di stampa 'Conjuring The Dead', ma gli estratti "Gasmask Terror" e la title track bastano da sole a farci capire di che pasta sia fatto. Quindi, al tirar delle somme, gli austriaci ci regalano una prestazione sopra le righe e molto oscura che lascia tutti estremamente soddisfatti e carichi al punto giusto per l'arrivo degli headliner Carcass. Horns up! Jean Marc Valente Carcass Nel 2008 la reunion con allegato tour di revival, poi il silenzio fino al ritorno in studio che ci ha riconsegnato una band nuova per metà formazione e per le sonorità proposte, un death metal molto veloce, dinamico e tagliente come i loro ferri chirurgici, ricco di assoli e poco paragonabile agli ultimi due album che furono nei ninenties. Oggi i Carcass sono quelli di Surgical Steel, un album che tutto sommato ha convinto positivamente tutti, un album che sta a cuore a Steer e Walker visto che i brani suonati questa sera sono stati tanti e la cui resa dal vivo è stata senza dubbio possente. Nonostante problemi al basso di Jeff Walker che ha provato a mascherare chiacchierando col pubblico durante l'intervento del tecnico, il suono è stato ottimo, soprattutto la batteria a dir poco devastante. La voce di Walker graffia ancora ma è quel monumento vivente alla musica estrema che si chiama Bill Steer ad attirare su di se le attenzioni del pubblico, suonando come fosse ancora un ragazzino soprattutto durante i pezzi vecchi come “Rupture In Purulence”, “Reek Of Putrefaction”, “Genital Grinder” e “Exhume To Consume”. In mezzo i capolavori presi da 'Necroticism', “Incarnated Solvent Abuse” e “Corporal Jigsore Quandary”, mentre l'apertura e la chiusura spettano a “Buried Dreams” e “Heartwork”. Performance di livello per una band immensa, che avrebbe dovuto richiamare molta più gente di quella che c'era. Spazio ottimamente gestito e organizzato, tanti stand di cd, vinili e magliette, panini e birra come se piovesse, ma ha quanto pare tutto ciò non è bastato a trasformare l'Agglutination Fest 2014 nell'evento che avrebbe dovuto convogliare tutto il popolo metal del sud, sempre che ce ne sia uno a questo punto. Giorgio 'Cynic' Papaleo Foto Giorgio 'Cynic' Papaleo

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