WINDS
Dopo due soli cd e un mini cd, i Winds sono già una realtà della scena avantgarde norvegese: pur con una scarsa promozione la forza della loro musica ha raggiunto il cuore di una vasta schiera di ascoltatori amanti del metal o meno. Ora è il momento di sentire cosa ha dirci il tastierista/pianista Andy Winter. Ciao Andy, tanto per cominciare congratulazioni per il vostro nuovo cd "The Imaginary Direction Of Time", un capolavoro di grazia ed eleganza: sono passati ormai alcuni mesi dalla sua uscita, quali sono le tue sensazioni ed i responsi che avete ricevuto? Grazie dei complimenti. I responsi che abbiamo ricevuto per il nuovo cd sono ottimi; abbiamo avuto lodi sia dalla stampa che dai fans e tutto ciò è straordinario. "The Imaginary Direction Of Time" mostra un lato differente del vostro sound attraverso una produzione più calda e con un'impostazione più sbilanciata sulle chitarre e su passaggi heavy; un approccio diverso rispetto alla regalità ed alla calma riflessiva di "The Reflections Of The I". C'è una ragione particolare dietro questo cambiamento o è stato qualcosa di naturale e spontaneo? Noi come persone e musicisti tendiamo sempre ad evolvere, così il risultato di ciò che facciamo è sempre influenzato dai nostri diversi stadi mentali e musicali a seconda del periodo in cui ci troviamo. Tenderemo sempre a cambiare ed a reiventare il nostro sound e d'altra parte non potrebbe essere altrimenti, dato che la sfida a rinnovarci continuamente è alla base del processo creativo per ogni nostro album. Anche questa volta l'artwork di Travis Smith è favoloso, sembra ci sia un legame speciale tra la musica dei Winds e la creatività di Smith. Qual'è il suo metodo di lavoro col vostro gruppo? Penso che il suo aproccio con gli artwork dei Winds sia molto differente dal suo normale metodo di lavoro. E' molto più astratto e forse per questo più stimolante. Travis ha usato per noi varie tecniche: aquerello, schizzi a mano, filtri e così via. In ogni caso tutte le idee nascono e sono discusse da Travis Smith e la band prima di iniziare ogni progetto. Il concept lirico dei Winds è molto complesso: riesci a condensare in poche parole una generale descrizione dei temi testuali dei vostri tre dischi? Mi fai una domanda molto difficile: potrei dire che è una storia concettuale che mischia filosofia, fantasia e realtà esistenziale in un ottica di spazio e tempo. Insomma temi profondi e questioni irrisolte... Come giudichi oggi le vostre due precedenti releases: "Of Entity And Mind" e "The Reflections Of The I"? Sicuramente sono una perfetta rappresentazione di ciò che i Winds erano, quando sono stati registrati. Dal punto di vista musicale non ci sono critiche da fare, anche se oggi farei certe cose in modo differente, ma ciò non significa che le scelte fatte in quel periodo fossero sbagliate. In realtà siamo orgogliosi di ogni nostra creazione e pensiamo rappresentino qualcosa di cui essere comunque soddisfatti, tenendo anche conto che il nostro flusso creativo ci porta ad evolverci e a cambiare in continuazione. Ti chiedo questo perchè molta gente reputa "Of Entity And Mind" il vostro miglior disco; tra l'altro si tratta di un cd molto particolare: niente quartetto d'archi, un atmosfera molto dark, elementi che rendono questa release unica. Pensi che in futuro potreste rifare qualcosa di simile? La mia impressione e che la maggior parte della gente pensi che siamo migliorati ad ogni release e anche noi la pensiamo in questa maniera. Siamo profondamente convinti che ogni nostro disco rappresenti un miglioramento rispetto al precedente. Certo, ci sarà sempre gente che preferisce il nostro primo o secondo disco, anche perchè hanno avuto molto più tempo per assimilarli o vi sono legati emotivamente, ma fa parte del gioco. Ma come musicista devi porti al di fuori dei gusti del pubblico: se ti lasci convincere che il primo disco che hai inciso è il migliore della tua carriera e che non sarai in grado di fare meglio, sarebbe più opportuno sciogliersi, significherebbe non avere più nulla da offrire. Non è tanto importante ciò che la gente pensa della tua musica, ma la piena soddisfazione tua e dei tuo compagni della band: se andiamo avanti a fare dischi è perchè siamo pienamente convinti della validità di ciò che abbiamo fatto, facciamo, faremo. Ho letto sul vostro sito che state lavorando ad un nuovo cd; puoi anticiparmi in che direzione vi muoverete e più o meno quando sarà pubblicato? La notizia è vera, ma non ho idea di quando termineremo il tutto dato che siamo ancora nella fase di rifinitura arrangiamenti e registrazione. Abbiamo già registrato alcune cose, ma il nostro metodo di lavoro è di registrare alcune parti fermarci e poi registrarne altre. Non siamo il tipo di band che entra in studio per una sessione di registrazione e completa tutto in poche settimane o qualche mese. Abbiamo bisogno di far crescere il disco e la sua musica dentro di noi, di modellarlo sulle nostre vite e sui nostri cambiamenti d'umore. Nella nostra visione un disco è come una creatura che cresce con noi; questo è il motivo per cui registrare un album è per noi così "usurante", non siamo il tipo di musicisti che scrive un certo numero di canzoni e poi si catapulta in studio a registrarle così come sono. Capita spesso che ciò che viene registrato in principio venga cambiato alla fine o che certe cose nascano per improvvisazione in studio. Come vedi un metodo molto particolare, per cui non so dirti come suonerà il nuovo disco. Dietro al nome Winds oltre a te, ci sono personaggi di spicco della scena norvegese come Hellhammer (Arcturus, Mayhem, Kovenant) Carl August Tidemann (Tritonus, Arcturus) e Lars Eric Si (Khold, Senza Aenima, Jack In The Box). Tutti musicisti con un illustre curriculum alle spalle; com'è collaborare con loro? Il vostro è solo un legame musicale o anche umano? Questo gruppo funziona perchè ogni membro ha un proprio ruolo specifico e perchè ognuno è consapevole del proprio contributo e rispettoso, allo stesso del contributo degli altri membri. I miei compagni sono artisti importanti, musicisti molto dotati, ma anche persone straordinarie. Se non fossimo legati come persone non vedo come potremmo andare avanti come band e il fatto che tra noi ci sia la capacità di condividere le cose importanti che vanno oltre la musica, così come di tralasciare quelle insignificanti è il collante che fa di noi un gruppo unito prima di tutto a livello umano che musicale. La musica classica è un elemento fondamentale del sounds dei Winds; quartetto d'archi e pianoforte hanno un ruolo cwntrale nei vostri brani. Avete compiuto degli studi classici per comporre e suonare in tale maniera? Tutti nel gruppo abbiamo un raggio d'influenze molto vario: Lars (Eric Si cantante e bassista del gruppo nda) ha imparato a suonare prima che a camminare e parlare; Carl (Tidemann chitarrista nda) si è diplomato al G.I.T. a Hollywood; io ho preso lezioni di piano e composizione fin da piccolo; infine il nostro batterista (il mitico Hellhammer nda) vive e respira per la batteria. Ad essere influenzati dalla musica classica siamo soprattutto io e Carl, ma anche gli altri membri l'apprezzano e comunque rimane un elemento importante nelle nostra vita. A mio parere "The Reflections Of The I" è influenzato in maniera determinante dallo stile di compositori russi post-romantici come Prokofiev, Rachmaninov e Shostakovic, mentre "The Imaginary Direction Of Time" mi pare ispirato più alle sonrità romantiche di compositori come Chopin e l'ultimo Beethoven; tu cosa ne pensi? Di solito quando si parla delle mie influenze si nominano quei comopositori della scuola russa da te citati e non nego che la loro influenza sulla mia musica sussista; ma amo anche compositori di epoche e paesi diversi. Di quelli da te nominati Rachmaninov e Shostakovic sono quelli che hanno più influenzato il mio modo di suonare il piano, mentre gli altri hanno rappresentato un influenza ravvisabile più nella nosta musica in generale che sul mio aproccio allo strumento. A tal proposito io sono un grande estimatore di Chopin, Lizst e Ravel; cosa pensi di questi grandi pianisti e compositori del passato? Ti sembrerà strano ma fra quelli da te citati, non ho mai avuto una grande passione per Chopin, mentre sono molto legato a Ravel e Lizst. Attualmente ascolto moltissimo Schubert, un compositore al quale finora non avevo dato grande attenzione, ma che ha scritto pagine di musica stupende. Cambiando argomento ho molto apprezzato il debutto del tuo nuovo progetto musicale insieme a Lazare dei Solefald e a Hellhammer; che mi dici in proposito? Guarda inizialmente gli Age Of Silence dovevano essere poco più che un hobby band; ma con la pubblicazione di "Acceleration" le cose sono radicalmente cambiate: con nostra grande sorpresa abbiamo ricevuto commenti entusiasti un pò da tutta la stampa e dai fans ed a questo punto gli Age Of Silence sono diventati una priorità al pari delle nostre bands d'appartenenza, visto il potenziale musicale di questa forumla e i positivi riscontri ottenuti. Una particolarità di "Acceleration" e che gli assoli non sono affidati alle chitarre, ma al tuo pianoforte. Rispetto ai Winds dove intereagisci con gli archi, qui hai mostrato uno stile pianistico molto virtuosistico, che mi ha ricordato certe cose di Lizst e Chopin. Preferisci questa dimensione molto virtuosistica o il lavoro oscuro di raccordo con gli archi che compi nei Winds? Non ho preferenze al riguardo, penso che sia opportuna variare il più possibile il proprio stile, quando ciò non risulti fuori luogo. Per esempio negli Age Of Silence c'è tutto lo spazio musicale per andare oltre le regole della musica classica e fare pazzie al pianoforte lasciandosi alle spalle eventuali limitazioni stilistiche. Nei Winds, al contrario, c'è una maggiore cura nel dialogo e nell'incastro fra i vari strumenti e gli archi, così certe cose risulterebbero fuori luogo. Comunque sono entrambi due contesti stimolanti e piacevoli per me. Ti faccio una domanda su una questione che so non ami molto trattare: i Winds vengono comunemente inseriti insieme ad Arcturus, Solefald e Borknagar nella scena avantgarde black norvegse originatasi a partire dal '96; ti ritrovi in questa classificazione e apprezzi queste bands? Non mi piace il concetto di "scena"; mi da l'idea di un gruppo di persone che stanno intorno ad tavolo a bere birra ed a scambiarsi complimenti a vicenda. Qui in Norvegia la maggior parte dei musicisti vive isolata dagli altri "colleghi", così per come vediamo la situazione noi, parlare di scena non corrisponde a realtà, a meno non si faccia riferimento al fatto che si tratti di bands provenienti dalla medesima nazione. In ogni caso i gruppi da te citati sono molto bravi e li apprezzo, oltretutto abbiamo anche dei componenti in comune e forse è anche per questo che molti parlano di scena avantgarde. C'è la possibilità che i Winds suonino live in Italia? Una possibilità c'è sempre, dipende da molte circostanzr prima fra tutte che noi si cominci a suonare dal vivo con continuità. Per ora posso dirti che sono venuto in vacanza in Italia la scorsa estate ed è stato grandioso. Okay Andy è tutto, lo spazio finale lo lascio a te... Ragionate sempre fuori dai preconcetti, preservate la vostra invididualità, siate critici ma non giudici. Grazie a te per il tuo supporto.
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