PENDRAGON
"Pure" sta avendo un riscontro positivo un po' ovunque. Ed a ragione, aggiungerei. Disco assai ispirato che riporta la storica band neo-progressive inglese all'attenzione di pubblico e critica in attesa del massiccio DVD "Concerto Maximo" che uscirà entro breve, e che segnerà un ulteriore punto a favore per un artista intelligente e sempre motivato come Nick Barrett. Lo abbiamo incontrato, e quello che segue rappresenta un resoconto lucido ed onesto come non poteva essere altrimenti. Ciao Nick, "Pure" è già da qualche settimana nei negozi. Com'è stata l'attesa prima dell'uscita? Si, finalmente il disco è uscito. Ed è sempre terribilmente eccitante l'attesa, soprattutto ora che facciamo tutto da soli con la nostra etichetta, promuoviamo il disco, organizziamo il tour senza il supporto di alcun manager. Sono ancora entusiasta come un ragazzino in tal senso. Cosa è puro per te? Cosa intendi con il titolo dell'album? "Pure" è tutto quanto concerne la purezza di quando si è bambini, ed il disco parla delle difficoltà legate al crescere. Perdiamo quella purezza non appena entriamo in età adolescenziale quando muoviamo i primi passi nel tentativo di dare una direzione alla nostra vita. Cosa ancora più difficile. Di cosa parlano i testi? Si tratta di un concept? Non un vero concept in sé, ma quasi tutte le canzoni parlano dello stesso tema, della crescita di quando si è molto giovani. "Indigo" ad esempio(il brano iniziale. n.d.r.), parla di questo colore che rappresenta quanto di spirituale ci possa essere nella purezza quando tu hai all'incirca 17 anni. Poi le cose cominciano a cambiare. Questo ha ispirato in parte l'intero concetto di "Pure" perché l'indaco serba in sé un concetto di purezza molto alto. "Comatose" è una suite divisa in tre parti. E la difficoltà del crescere è pienamente espressa nella canzone. Chi è il ragazzo che scrive il suo nome nella sabbia nella canzone? "Comatose" parla del crescere quando lasci la tua casa, la tua famiglia e tutto il resto per andare a vivere in America. Dei problemi di droga che si presentano prima, e del ritrovarsi coinvolti nella fede dopo fino al ritorno a casa quando il cerchio si chiude. Diventi libero, sei più saggio e conosci meglio quanto ti circonda. Il ragazzo che scrive il suo nome nella sabbia? Niente di particolare, solo un figura generica che potrebbe essere chiunque, come quando i tuoi genitori ti ricordano qualcosa di quando eri bambino tipo scrivere il tuo nome nella sabbia. Ognuno potrebbe riconoscersi perché quando si comincia a ricordare vuol dire che si sta diventando grandi. "Home And Dry", la terza parte di "Comatose", è fortemente ispirata dai Pink Floyd. Quanto sono stati importanti per te Waters e gli altri? Molti me lo fanno presente, ma per me non è così. Nel senso che si, il brano è lento, campionato ed ha diversi assoli di chitarra, ma credo dovreste più chiamarla un po' floydiana che totalmente da loro ispirata. A me piace molto la musica di Waters e Gilmour. Hanno due approcci differenti che rendono unico il sound dei Pink Floyd. Waters ha sempre avuto idee più "oscure" che hanno prodotto spettacolari concept, mentre Gilmour ha sempre tirato fuori eccezionali melodie. I due aspetti insieme hanno sempre funzionato alla grande. In merito ad "Eraserhead", la ritengo la canzone più dura del disco. Intendo sia sul piano lirico, sia su quello strumentale. La musica è aggressiva ed il testo è di quelli senza peli sulla lingua. Come mai odi la "new religion", la politica? Parli di un paese in particolare? Il testo non è da prendere letteralmente. Qualcuno dice che il brano ha a che fare con l'odio in genere, ma non è così. La new religion che intendo è il politically correct che sta prendendo quota un po' ovunque, ed è questo che principalmente odio. Non mi riferisco a nessun paese in particolare, niente di specifico. Ci sono molti paesi che indottrinano la gente con questa specie di nuovo credo, ed è questo che non sopporto. "It's Only Me" è un brano davvero emozionante con cui il disco si chiude. L'assolo di armonica all'inizio fa venire i brividi. Chi è Dom? Gli hai dedicato la canzone... Dom era il figlio di Rod Crisp, la persona che suona l'armonica nel brano. Prima che Rod registrasse la parte, suo figlio Dom, un marine, durante una esercitazione è rimasto vittima di un incidente. E' stato in ospedale per tre settimane, poi è morto a causa del trauma subito alla testa. In pratica, le tre settimane che avevamo davanti per registrare il disco. Ho chiesto a Rod di pensare al figlio, cosa di sicuro più importante, ma lui ha voluto ugualmente parteciparvi. Ho pensato fosse davvero importante per lui farlo per suo figlio stesso, e quello che puoi ascoltare è un assolo davvero toccante. C'ha messo davvero tutta l'anima. Clive Nolan ha svolto un lavoro eccellente alle tastiere. Lo possiamo classificare come un keyboard wizard, ma sul disco è sempre al servizio dei brano e pone sempre n primo piano il suo lato emozionale. Ormai ha raggiunto un equilibrio perfetto all'interno dell'economia della band... Al momento io scrivo tutta la musica, anche le parti di tastiere. Tutte le parti sono complete, Clive ci mette del suo solo negli assoli e nella esecuzione in sé. Tutto la musica dei Pendragon è un mio prodotto al 100%, melodie e scelta del suono incluse. In merito proprio al songwriting, le tipiche canzoni progressive hanno una durata molto lunga. Come si fa a comporre un brano di dieci minuti? E' una scelta ben precisa, oppure viene naturale? Dipende solo da quanto riesci ad andare avanti sulla base di quello che senti. Un brano come "Freakshow" ha solo bisogno di tre/quattro minuti perché è una canzone potente e molto rock. Se mi mettessi di proposito potrei anche comporre un solo unico brano diviso in due parti, ma non è quello che voglio fare. Tutto si sviluppa esclusivamente in base a quello che sento dentro. Pendragon, Pallas, IQ, Marillion ed altri. Tutte band nate negli '80, tutte britanniche. Molti chiamano quel periodo come Neo Progressive. Cosa ricordi in merito e quanto sei d'accordo con questa definizione? In fin dei conti tutte queste band ricordano molto i Genesis, quindi cosa ci sarebbe di nuovo? Credo lo chiamassero così quel periodo perché era un tipo di musica che rivitalizzava quella passata. Alla fine, però, ognuno aveva il suo proprio sound pur rifacendosi alla musica della decade precedente. Più di 25 anni di carriera, ma solo otto album in studio. Sei tra quelli che credono sia meglio fare pochi dischi ma buoni? Puoi dirlo forte! Non mi piace comporre centinaia di dischi tutti uguali. Potrei comporre un disco di prog rock ogni giorno volendo. In verità, stavo anche pensando di comporre una parodia con il nome Flabby Buttocks, e lo avrei scritto in un paio di giorni. Potrei farlo velocemente sfruttando tutti i vari clichè del genere, ma non credo ti piacerebbe ascoltarlo. Cosa significa per te suonare progressive nel 2009? I trend vanno e vengono, ma è innegabile che questo comunque lascino una traccia. Ti senti in qualche modo influenzato dalle nuove sonorità? Certo! E' importante guardare avanti, soprattutto se ti muovi all'interno di un genere che ha circa 40 anni di vita. Credo che la gente comincerebbe a vomitare se gli proponessi ancora una volta i Genesis. Alcune band come Blackfield e Pure Reason Revolution sono molto interessanti, e sono band come loro a rendere ancora interessante il progressive. Hai mai pensato ad un album solista, vedere solo il tuo nome stampato sul cd? In verità mai. Mi occupo già io di tutto con i Pendragon, è come se fossero già dischi solisti. Tornando a "Pure", l'artwork è molto significativo. Un uomo chiuso dentro ad una scatola di vetro con mani e piedi legati. Quindi, non più copertina piena di colori e soggetti surreali e fantastici come in passato. Questo già a partire dal precedente "Believe". Come mai questo cambiamento? Volevo qualcosa di più moderno. Una figura che incorporasse gli elementi delle canzoni. Un qualcosa di più espressivo che fosse come un'opera di Picasso che al di là del contenuto voluto dal pittore fosse anche in grado di dire molto altro in modo più sottile. In questo senso mi è sempre piaciuta la copertina di "The Dark Side Of The Moon", un'unica potente immagine, ma che riesce a dire anche altro. Ora credo vi aspetti un anche lungo tour promozionale. Suonerete anche dalle nostre parti? Certo! Saremo a Verona il 6 giugno al Prog Festival. Abbiamo già fatto 30 date. In programma ne abbiamo ancora altre 10-12. Cerchiamo sempre di fare quanti più concerti possibili. Comunque, stiamo già lavorando anche al prossimo disco, e l'intero anno sarà molto impegnativo. Grazie Nick, è tutto. Vuoi aggiungere altro alla chiacchierata? Grazie mille per l'intervista. Spero di vedervi tutti alla nostra data di Verona. Non mancate.
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