NO-MAN
Sto ascoltando il vostro nuovo disco 'Schoolyard Ghosts', puoi raccontarci di che cosa parla? Parla di diverse cose. Di preciso in questo album c’è una continuità emotiva e concettuale, così come ce n’era stata attraverso ‘Together We’re Stranger’. Il tema principale riguarda le persone che sono riuscite a sopravvivere in circostanze estreme o a dolori personali e dall’altro lato sono emerse sentendosi di nuovo come se stessi. In altre parole, hanno trovato la luce alla fine di un tunnel molto oscuro. In aggiunta, penso che l’album si occupi del modo in cui esperienze della nostra infanzia influiscano sulle nostre vite da adulti. Le atmosfere di questa vostra nuova fatica sono molto rilassate e meditative, ma anche molto oscure ed intimistiche. Tu che dici? Io penso che nell’insieme le atmosfere siano abbastanza delicate, ma penso ci siano delle sorprese nel suono, e sento anche che la superficie bellissima in apparenza nasconda un’oscurità interiore. Ciò è probabilmente vero in molta musica dei No Man. Tu hai scritto tutti i testi di questo nuovo cd: da cosa trai ispirazione? Come con la musica, inizialmente il mio modo di scrivere è una cosa molto istintiva ed emotiva, che successivamente va formata con arte. L’ispirazione immediata dipende quasi sempre da come mi sto sentendo nel momento in cui scrivo. Come nasce un disco dei NO-MAN? Sono nati tutti in modi differenti. Questo è stato concepito nel 2006, nel periodo in cui stavo vivendo a New York. Cominciai a interessarmi a come i nostri passati spesso vadano nella direzione delle nostre esperienze presenti. La musica può essere scritta sia da me o Steven solo o da entrambi noi insieme, ma è sempre soggetta alla re-interpretazione e alla rivalutazione dei No Man. In ‘SchoolYard Ghosts’ quasi tutti i punti di partenza provengono da demo di canzoni che io ho sottoposto, con il materiale che è stato aumentato ed esteso da Steven. Successivamente, abbiamo assoggettato tutte le canzoni al processo dei No-Man. Uno dei pezzi “Wherever There Is The Light”, è stato scritto nello studio tutti insieme durante le sessioni dell’album. “Truenorth”, il mio pezzo preferito dell’album, è partito con piano, arpeggio di chitarra e demo di voce che io avreì assoggettato. Dopo Steven lo estese scrivendo la musica per due sezioni aggiuntive che senza cucitura si svilupparono dall’idea originale. E' tanti anni che il progetto va avanti, ti va di tirare le somme della vostra esperienza? Ho iniziato a scrivere con Steven nel 1987 e ci siamo trovati bene all’istante. Abbiamo scritto due canzoni molto diverse dentro le prime due ore di incontro. La relazione aveva grande chimica dall’inizio ed io credo che Steven porti ancora fuori qualcosa in quello che faccio che nessun altro fa e viceversa. Una delle cose migliori su ‘Schoolyard Ghosts’ era che ventun’anni dopo la nostra prima sessione in studio, sentimmo che potevamo ancora scrivere canzoni che noi credevamo fossero diverse da ciò che avremo fatto prima e che erano soprattutto tra il nostro meglio. Sento che siamo ancora le stesse persone, idealistiche e amanti della musica, che eravamo quando ci siamo incontrati. Sperando bene, stiamo migliorando in ciò che facciamo. Sarà possibile vedervi in Italia dal vivo? Avete già qualcosa di definito? Separatamente, abbiamo già suonato live in Italia entrambi. È un paese che amiamo entrambi e che ha sostenuto molto i No Man lungo gli anni, quindi spero sinceramente che un giorno possiamo suonare per i nostri fans italiani. Come riuscite a conciliare l'esistenza del progetto coi vostri progetti musicali personali? In qualche modo, sento che gli altri miei progetti preparano il terreno per il lavoro che faccio con i No-Man e che questo è il progetto più personale di cui faccio parte. No-Man continua a evolversi perché sia io che Steven accumuliamo esperienze nuove e diverse e influenze in mezzo agli album. Al momento sto realizzando un album con Giancarlo Erra dei Nosound, che includerà anche contributi da Peter Hammil e Colin Edwin dei Porcupine Tree. È un album che potrebbe essere visto come un sviluppo di certi aspetti della musica in ‘Schoolyard Ghosts’. L'intervista finisce qui. Ti ringrazio per il tempo che ci hai concesso e auguri! Grazie! Vi ringrazio per l’intervista.
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