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MORTALICUM

Siamo rimasti impressionati dalla crescita degli svedesi Mortalicum con il loro secondo album, ed abbiamo deciso di indagare sui motivi di tale sviluppo. La parola al bassista Patrick Backlund. Ciao Patrick, iniziamo con una presentazione della band. Ciao! Beh, i Mortalicum iniziarono nel 2006, quando ebbi l'idea di mettere insieme la band. Nel primo anno era praticamente una band che lavorava solo in studio, ma dopo qualche cambio di line-up le cose si sono evolute e Henrik, Mikael, Andreas e io abbiamo iniziato a lavorare da vera band dal 2009. Quali sono gli ingredienti per comporre un album buonissimo come 'The Endtime Prophecy'? Volevamo comporre un album che desse una sensazione di solidità, inoltre è importante che le canzoni funzionino bene nel contesto dell'album, ma anche singolarmente. Un buon album deve contenere diversi umori e ritmi. Infine, non volevamo che fosse troppo lungo: quarantacinque minuti è una durata perfetta! Abbiamo diverse canzoni che non hanno fatto parte dell'album e saranno incluse in un bonus cd in edizione limitata a cento copie numerate. Quali sono le differenze col vostro primo cd? Ci sono essenzialmente due differenze. La voce è la prima. Per 'Progress Of Doom'Henrik non ha contribuito attivamente alla stesura delle melodie vocali perchè la maggior parte era già pronta quando si è unito alla band. Al contrario, in 'The Endtime Prophecy' ha potuto comporle tutte lui. La seconda differenza è che abbiamo impiegato più tempo nel processo di registrazione e missaggio del muovo album, curandolo in tutti i dettagli, mentre il precedente è stato registrato e missato in pochi giorni. La voce di Henrik è molto particolare: quali sono i pregi e quali sono i vantaggi di una voce come la sua? Dunque, è una questione di preferenze, ma pensiamo che contribuisca ad un ottimo insieme nel nostro sound. E' più orientato verso il blues della maggior parte dei cantanti doom: questo fa sì che possiamo inserire nelle canzoni le emozioni che desideriamo. Non ci siamo mai considerati una band di puro doom, ma pur essendo più una band heavy metal penso che molte persone che amano il doom possano trovare elementi gradevoli nella nostra musica. Come nasce una canzone dei Mortalicum? E parlaci anche della grandiosa suite "Embracing Our Doom". Un riff! Tutto può succedere quando hai partorito un grande riff... Ahahah! "Embracing Our Doom"... sì, volevamo un gran finale per l'album. E' strutturata in tre parti: la prima più orientata sul cantato, la seconda con delle impressionanti parti soliste di Henrik e l'ultima è quasi un epilogo delle canzoni del disco. Come testo della canzone si riallaccia ad altre canzoni (la titletrack, "Devil's Hand" e "The End") in una sorta di concept. Come è la situazione del metal in Svezia? Fate live in giro? Il metal non sta male, tuttavia suonare dal vivo è difficile quando dipende dalla pubblicità di una band. Più gruppi ci sono, più la concorrenza è forte. Che ne pensi dell'ultimo album dei Candlemass? Per essere onesto, non mi ha impressionato molto, mi piace la loro roba fino ad 'Ancient Dream' [terzo album, datato 1988], poi ho perso interesse. Forse ha bisogno di crescere, ma la prima impressione è che fosse sempre la stessa solfa. Mi aspettavo di più in quanto dovrebbe essere la loro ultima release. Lieti di averti ascoltato, speriamo di vedervi in Italia un giorno! Grazie dell'intervista, sarebbe stupendo venire in Italia con la nostra musica!

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