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INNO

Dark Metal band dalla line-up decisamente virtuosa ed importante. A comporla, infatti, troviamo Elisabetta Marchetti (ex Stormlord e Riti Occulti), Cristiano Trionfera (ex Fleshgod Apocalypse), Marco Mastrobuono (Hour of Penance, Coffin Birth), Giuseppe Orlando (ex Novembre, The Foreshadowing, Airlens of Terror). Le aspettative per quest'album di debutto erano rivolte a sonorità decisamente più legate al death metal, black metal, ed invece ecco che gli INNO riescono ad amalgamare e plasmare il loro backgorund in un album decisamente inaspettato, piacevole, cupo ed introspettivo. Abbiamo chiacchierato con Marco Mastrobuono (bassista).

Un esordio decisamente intrigante questo 'The Rain Under', firmato Time to Kil Records, dalle sonorità dark con venature che si rifanno al goth. Tutt'altro rispetto alle vostre singolari esperienze precedenti: Innanzitutto, grazie mille. Abbiamo investito molto tempo su questo progetto, e volevamo che fosse tutto esattamente come era nella nostra mente. Siamo tutti grandi fan di questo genere musicale, ma tranne Giuseppe, il nostro batterista, nessuno aveva mai avuto la possibilità di esprimere il lato creativo più "dark" in qualche band. E' stata una scommessa nata dalla voglia di suonare con persone che si stimano molto reciprocamente dal punto di vista musicale e non, e pare che stia piacendo. Non potremmo essere più felici.

Ho trovato molto accattivante l'idea di inserire in un debut album una rivisitazione così pragmatica di un grande capolavoro come "High Hopes" dei Pink Floyd. Come nasce questa idea? L'idea è stata di Cristiano e Elisabetta. Abbiamo avuto sin da subito l'idea di inserire una cover nel disco e quando hanno proposto "High Hopes" siamo stati tutti felicissimi. Rispecchia esattamente tutto quello che volevamo trasmettere con questo disco, e abbiamo cercato di omaggiare dei giganti come i Pink Floyd nel migliore delle nostre possibilità.

Provenendo da ascolti perlopiù "femminili" ho apprezzato in maniera particolare l'approccio vocale di Elisabetta Marchetti che, a parer mio, denota una notevole introspezione nelle sonorità cupe della band. L'idea di una voce femminile è quindi voluta o casuale? L'idea mi è venuta sin da subito. Volevo creare un progetto che richiamasse le sonorità dark del metal nord europeo, che principalmente sono state sempre espresse attraverso voci maschili. Avere una voce femminile poteva essere un dettaglio diverso per poter sperimentare maggiormente in fase compositiva. Elisabetta viene anche lei da generi musicali completamente diversi e ha saputo reinventarsi nel migliore dei modi.

Ho trovato quest'album inizialmente difficile, uno di quei lavori che meritano di essere ascoltati più e più volte per coglierne appieno i minuziosi dettagli, i riff, le melodie che si insinuano in maniera stratificante in ogni brano. Siete soddisfatti del risultato ottenuto? Personalmente, moltissimo. Il disco ha molti dettagli più "nascosti" che si percepiscono dopo alcuni ascolti e credo sia anche una prerogativa del genere. Troppo spesso ormai i dischi si ascoltano distrattamente, magari in macchina senza neanche superare la metà delle canzoni. Con "The Rain Under" volevamo creare qualcosa che ispirasse un ascolto più minuzioso scoprendo nuovi arrangiamenti, riff, suoni, ascolto dopo ascolto.

"The Hangman", "Pale Dead Sky" e "Night Falls" sono i singoli estratti da questo nuovo lavoro. Il mio preferito per sonorità ed invettiva delle liriche è senz'altro "Pale Dead Sky". Qual è il primo brano concepito dagli INNO per 'The Rain Under'? I primissimi riff buttati giù sono stati quelli che in seguito sono diventati "Misericordia". Ma quando io e Cristiano abbiamo iniziato a vederci era tutto in fase molto acerba, abbiamo inizialmente solo "appuntato" tutto per rielaborare a mente fresca successivamente. Molte cose sono state riscritte, scartate, alcune cose sono uscite anche durante la registrazione del disco senza averle mai provate prima. Stiamo ancora crescendo e continueremo a dare una forma al nostro sound man mano nel corso del tempo, speriamo di poter parlare a breve anche del prossimo disco.

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