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ICED EARTH

Appena finita la conferenza stampa con Biff e Dough dei Saxon, abbiamo appena il tempo di girarci per scoprire che Jon Schaffer, fondatore e leader storico degli americani Iced Earth, è già alle nostre spalle, pronto a sedersi e rispondere a qualche domanda. Anche per lui il tempo a disposizione è poco, tra un'ora dovrà salire sul palco; ciononostante, non mostra segni di impazienza o fretta, e con molta cordialità si prende il tempo di rispondere con calma alle curiosità dei convenuti. Come sta andando il tour? J.: Oh, sta andando bene! Puoi parlarcene? Com'è questa esperienza? J.: Beh, ti dirò, sto avendo un'ottima esperienza con i ragazzi dei Saxon, sono veramente grandi. Abbiamo creato una bella amicizia girando in tour insieme, ci divertiamo molto, passiamo un sacco di tempo insieme. Abbiamo sviluppato un buon feeling, dividendo il tour bus e tutto il resto. Sei soddisfatto di come stanno andando le vendite del vostro album? J.: Sta andando abbastanza bene. In questo momento l'intera industria è piuttosto sofferente, ma è una cosa su vasta scala. Certo potrebbe andare un po' meglio, ma alla fine è una crisi che sta coinvolgendo tutto il mondo, quindi solo gente del calibro di Metallica, AC/DC e simili possono passarla indenni e tenere duro. Con questo voglio dire che c'è parecchia gente nell'industria che non vede con soddisfazione le vendite dell'album, ma in realtà non va tanto male; la reazione dei fans è molto positiva, come abbiamo visto in tour: questa è la cosa che conta veramente. Cosa dobbiamo aspettarci per il prossimo album? Assisteremo ad un rinverdirsi delle sonorità più Thrash, o pensi che continuerai sulla strada del melodico? J.: No, non faccio mai cose del genere. Voglio dire, è troppo presto per pensarci: la prossima uscita non sarà un disco ma un DVD. Appena finito questo tour devo finire la postproduzione del DVD, dopodichè... ho bisogno di una pausa. Non faccio vacanze da sei anni, non ho tempo libero da quattro anni e mezzo, e non faccio altro che lavorare con gli Iced Earth dal 2007, quindi credo proprio di aver bisogno di prendermi un po' di tempo, staccare, andare via un po'. Poi tornerò e comincerò a decidere il da farsi, la direzione da prendere. Devo vedere come mi sentirò in quel momento, non posso proprio prendere decisioni ora. E' inutile tentare di capire adesso cosa fare, che direzioni prendere... devo vedere come mi sentirò e cosa mi ispirerà al momento, se lo facessi ora, tra sei mesi non avrebbe più senso, perchè sarebbe un altro momento con altre esperienze ed altri stati d'animo. Puoi dirci qualcosa di più sul DVD? J.: Sì, si chiamerà “Festivals Of The Wicked” e conterrà il Metal Camp 2008, il Rock Hard Festival 2008, il Wacken 2007, un po' di dietro le quinte del tour, un documentario del tour, dei video... un bel po' di materiale di questo genere, insomma. Sarà un bel prodotto. Sia documentario, sia Live DVD. Tre differenti festivals filmati per intero, sarà una confezione da due, forse tre DVD, c'è un sacco di materiale. Nulla dal Gods Of Metal dello scorso anno? J.: No, non mi sembra che avessimo una èquipe cinematografica là. Se c'è qualcosa, è tra il materiale dietro le quinte, niente pezzi dal vivo. Questo semplicemente perchè non c'era un'èquipe cinematografica professionale là. Gli unici show dove ce l'avevamo sono quelli che ti ho detto prima, poi c'è un po' di materiale semiamatoriale da un altro paio di festivals, ma si sentiva male. Abbiamo comunque tenuto alcune riprese interessanti, ma non sono professionali. Siamo in dirittura d'arrivo per il ventesimo anniversario dalla pubblicazione di “Iced Earth”, il vostro primo album. Avete qualche idea per la celebrazione del ventennale? J.: In realtà no, sta arrivando un po' troppo in fretta. Ma... può darsi, sarebbe bello! Per il momento non c'è nulla di deciso, ma potrebbe essere. Ci sarebbe il problema dell'etichetta, perchè i diritti per il primo disco li ha l'etichetta con cui lo pubblicammo nel 1990, e se loro volessero fare qualcosa dovrebbero venire a discuterne insieme. Ma avendo già fatto le ristampe ed il cofanetto, non saprei che altro fare. Ti è dispiaciuto che la precedente etichetta abbia ripubblicato i vostri dischi in quel modo? J.: No, direi che in qualche modo me lo aspettavo. Sono cose che succedono, e loro avevano i diritti per farlo. Gli Iced Earth sono una band di successo, e se loro pensano di continuare a guadagnarci possono farlo. Ci sono cose che avrei preferito venissero fatte in maniera diversa, il “Live In Athens” è un buon esempio. Non è che non dovesse essere pubblicato, solo non in quel modo. Non è una buona registrazione, sono filmati non fatti bene, non abbastanza per un DVD. Dovevano essere filmati per la televisione, per qualche rete tedesca che volesse far girare un paio di canzoni. Non era nato per essere un DVD di un concerto, si poteva fare di meglio e sistemare qualcosa, migliorare il prodotto, se solo mi avessero chiamato per lavorarci un po' sopra insieme, per coinvolgermi. Invece è stato semplicemente preso e pubblicato così. Sono dispiaciuto per questo fatto. Ma non ci si può fare nulla. Come hai reagito alle novità che hanno coinvolto gli Iced Earth negli ultimi due anni? J.: Credo siano cambiamenti positivi, io mi sento soddisfatto di entrambi i dischi “Something Wicked part I e II”. Penso siano fantastici entrambi e ne vado orgoglioso. Considerato poi cosa è cambiato da quando ho iniziato a scrivere questa storia dieci anni fa, sono felice del risultato finale. Sei ancora in contatto con “Ripper”? J.: Non l'ho più visto dallo spettacolo al Gods Of Metal, ma d'altra parte lui è stato occupato ed anch'io ho avuto da fare. Sono sicuro che stia bene e gli auguro solo il meglio. Come va la schiena? J.: Piuttosto bene, grazie. E' da un po' che non ho problemi, un paio d'anni. Ho dovuto farmi operare ma ora va tutto bene. Devo farci attenzione, non posso fare il pazzo come quando avevo vent'anni ma se faccio attenzione va tutto bene. Quanto conta l'artwork per un disco degli Iced Earth? J.: Penso sia molto importante. Va di pari passo con tutta l'immagine della band. Va tutto insieme: la musica, l'artwork, i testi, il logo è tutto importante per me. Agli inizi non avevo molto controllo su queste cose, e questo è il motivo per cui le copertine dei nostri primi tre album sono abbastanza deludenti, la copertina della prima edizione di “Stormrider” è orrenda. Questa è una cosa che mi ha fatto impazzire, ed è per questo che da quando ho iniziato a poter seguire questo aspetto e far valere la mia opinione mi sono sempre assicurato che avessimo delle belle copertine. E' importante. Durante la tua pausa, hai intenzione di iniziare a pensare ad un altro “Demons & Wizards”? J.: Hansi ed io ne abbiamo parlato. Abbiamo cercato di capire i cambiamenti di entrambi perchè ci siamo visti poco negli ultimi due anni e ci siamo tenuti poco in contatto. I “Demons & Wizards” sono un progetto con cui avremo a che fare a vita, non c'è dubbio a riguardo. Solo che dobbiamo avere tempo ed energie. Non voglio che finisca come con lo scorso album, erano cinque anni dal precedente, credevamo di avere tutto quello che serviva, ma se avessimo avuto più tempo e meno tensioni credo che, soprattutto per il songwriting, avremmo potuto fare di meglio. Non voglio che succeda di nuovo una cosa del genere, di pubblicare un disco in fretta solo perchè lì abbiamo uno spazio rosicato per farlo, è una cosa che non serve né a me né ad Hansi. Non sarebbe “Demons & Wizards”. Voglio portare avanti i miei progetti e farlo bene. Ho suonato molto con Dough, ci troviamo benissimo e facciamo delle jam session fino alle quattro, le cinque della mattina. Ne son venute fuori cose molto interessanti, molto particolari, e credo che io e Dough faremo qualcosa insieme. La storia che racconti nella saga “Something Wicked” è completamente tua o hai preso qualche spunto? J.: No, no, viene tutto da dentro di me. E' iniziato tutto con l'immagine di Seth, ed ho iniziato a chiedermi cosa potessi farne. Ne ho discusso con Greg Capullo, il disegnatore di “The Dark Saga”, che ha lavorato per anni nel mondo dei fumetti, e quando gli ho spiegato come doveva essere il mio personaggio lui ha iniziato a fare degli schizzi e me li ha mandati. Da lì in poi la storia è stato come se sbocciasse, mi è venuta un po' alla volta e... è semplicemente accaduto. E' una cosa molto complessa. Grazie mille, è tutto. J.: Grazie a voi. Ok, chi cuole un autografo si faccia avanti!

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