DAEDALUS
Ciao ragazzi! Presentatevi brevemente al pubblico di HardSounds.it che magari ancora non vi conosce.
I Daedalus sono un gruppo prog metal nato a Genova nel 2000 da un progetto di Fabio Gremo (bassista). La formazione originale ha subito alcuni cambiamenti nel corso degli anni, vista anche la difficoltà nel reperire musicisti interessati al genere nella nostra città. L’assetto attuale, auspicabilmente definitivo, vede il comune intento di creare composizioni che traggano spunto dalla nostra cultura e gusto
musicale, tentando di estenderne gli orizzonti. Il periodo antecedente la pubblicazione del CD è stato denso di lavoro ed impegno, speriamo che il risultato sia apprezzato dai sostenitori del prog metal... e non solo!
Perché avete scelto il nome Daedalus?
La scelta del nome Daedalus ha fondamentalmente due motivazioni, legate alla mitologia: l'architetto greco Dedalo ideò il labirinto di Cnosso, nel quale fu rinchiuso il Minotauro. Il labirinto era costituito da un intreccio complicatissimo di gallerie, tale da renderne ardua l'esplorazione, ma che comunque poteva essere districato, scoprendone il filo conduttore. Questa immagine ci è sembrata efficace per descrivere la complessità strutturale e compositiva dei nostri brani, che pur essendo molto elaborati mantengono a nostro avviso una certa scorrevolezza e linearità. Inoltre Dedalo è stato l'inventore delle famose ali, che permettevano, se usate in maniera opportuna, di apprezzare le sfumature di ogni cosa da un nuovo e strabiliante punto di vista. Questo è lo spirito con cui presentiamo il nostro lavoro, cercando di suscitare nell'ascoltatore continue ed entusiasmanti sensazioni.
"Leading Far From A Mistake" è un titolo si esplicativo, ma sottointende, probabilmente, un significato oppure una volontà nascosta. Come nasce il titolo e come si relaziona con il materiale presente nel cd?
Il testo di questo brano tratta un argomento estremamente delicato, che può essere sintetizzato come un invito a considerare sempre in anticipo le eventuali conseguenze delle
proprie azioni, perchè in caso di errore i risultati possono essere enormemente disastrosi ed allontanarsi anche molto dalle intenzioni iniziali. Questo è il pezzo più importante del CD, sotto ogni punto di vista: composizione, impegno, tematiche: ci è sembrato quindi opportuno affidare ad esso il compito di dare il nome all’intero lavoro.
In fatto di liriche, direi che trattate temi piuttosto personali come il senso di smarrimento e le paure dell'uomo moderno. Come mai questa scelta?
Abbiamo sempre pensato che il testo sia parte integrante della musica e come tale debba avere una sua importanza e soprattutto un suo significato: abbiamo scelto di considerare queste tematiche proprio per la loro posizione centrale nella natura dell’essere umano; consideriamo situazioni tipiche o anomale della psiche, cercando di immedesimarci volta per volta nei diversi personaggi, con l’intento di analizzare, interpretare e possibilmente capire i molteplici aspetti di questo affascinante e vastissimo
campo.
Come nascono i vostri brani? E' un lavoro di gruppo ed avete una precisa idea comune di come comporre, oppure lavorate su o sviluppate idee singole?
In genere si parte dall’idea di uno, sulla quale poi si lavora insieme per portarla a compimento. Solo raramente ci affidiamo a sessioni di improvvisazione per trarne spunti compositivi, ma è un approccio che non ci convince molto. Crediamo che un’idea, per essere efficace, debba essere supportata da un’attenzione molto maggiore di quella che le si può dedicare improvvisando tutti insieme. Per quanto riguarda i brani del CD, la composizione è stata curata in larga parte da Fabio, ma per i prossimi brani abbiamo intenzione di lavorare molto di più insieme.
Definite la vostra identità musicale "experimental progressive metal band". Ti va di parlarne?
La questione è spinosa... da sempre ci siamo posti l’obiettivo di creare qualcosa che fosse un’evoluzione di quanto già esiste in ambito musicale, una specie di elaborazione di influenze ed esperienze personali dei diversi membri del gruppo, cercando di combinare tutti gli elementi in un modo possibilmente interessante ed originale. Finora ci siamo riusciti solo in parte, perchè comunque certe influenze (peraltro importanti e preziose nella nostra crescita artistica) sono ancora troppo presenti nelle nostre composizioni, e fanno sì che chiunque ascolti la nostra musica sia talvolta distratto da alcune inevitabili somiglianze (preciso che in queste non vediamo nulla di male). Il concetto di “progressive” è da noi inteso nel senso di una continua ricerca ed evoluzione, con l’obiettivo mai definitivo di trovare continui stimoli per la maturazione della nostra musica. Abbiamo ultimamente riscontrato, con la pubblicazione del CD, che sovente le persone che maggiormente apprezzano i nostri brani sono quelle meno avvezze alle sonorità tipiche del metal, e in alcuni casi completamente estranee al genere. Questo non può che farci piacere, perchè abbiamo ricevuto da loro alcuni tra i più bei complimenti, completamente scevri di paragoni ed aspettative che invece spesso ritroviamo, nel bene e nel male, nei commenti dei “metallari”. Abbiamo anche pensato di togliere la parola “metal” dalla descrizione del nostro genere, perchè in realtà il metal è solo una delle tante componenti della nostra musica.
Le vostre influenze principali, che tipo di musica ascoltate al di fuori del metal e se queste hanno una particolare importanza nel processo compositivo.
Ciascun elemento del gruppo ha una predilezione per differenti generi musicali, che vanno dalla classica, al jazz, al rock, all’elettronica: in generale siamo attenti ad ogni genere musicale che abbia un valore artistico, un contenuto significativo; non tolleriamo ad esempio che siano trascurati elementi importanti quali la partecipazione equilibrata di tutti gli strumenti, i testi, il gusto. Il processo compositivo, infine, si avvale necessariamente dell’esperienza acquisita mediante l’ascolto e lo studio della musica con la quale siamo cresciuti.
>Essendo i Daedalus una prog band, superando il clichè che vede i musicisti della scena sempre come "tecnici", quanta importanza ha per voi il fattore prettamente tecnico in fatto di preparazione e non di esecusione o viceversa?
Riteniamo che la tecnica (intesa sia come esecuzione strumentale, sia come preparazione musicale) debba essere considerata fondamentalmente un mezzo, non un fine. Il fattore tecnico è importante nella misura in cui agevoli la realizzazione compositiva e pratica dei propri brani; superato questo obiettivo diventa un mero sfoggio di bravura e maniera, decisamente fuori luogo in ambito artistico.
Com'è la scena ligure? Inoltre, incontrate difficoltà nel trovare posti in cui esibirvi?
Dal punto di vista delle occasioni per suonare è a dir poco disastrosa! Non ci sono spazi dedicati alle esibizioni dei gruppi emergenti, né locali o manifestazioni che si interessino alla crescita di questi, salvo alcuni casi rarissimi quanto miracolosi. La scena ligure offre parecchie formazioni musicali di un certo spessore, ma purtroppo molte rischiano di restare nell’anonimato proprio per questo diffuso senso di noncuranza.
Bene, prima di chiudere mi sembra giusto lasciarvi ancora un po' di spazio per dire quello che ritenete sia importante per voi. Non so, un messaggio, un invito anche se non concernente la musica... Piena libertà.
Ci piacerebbe che in questo periodo in cui, tramite i mass-media, imperversano jingle e filastrocche che vengono spacciati per musica, chiunque abbia la fortuna ed i mezzi per poter suonare ed esprimere con la propria musica qualcosa di importante riesca comunque a tenere alto il valore delle proprie composizioni, arricchendole di contenuti e significato, cercando di curare ogni dettaglio senza scendere a compromessi. Sarebbe notevole supportare un tentativo in questa direzione, ponendo in secondo piano per una volta le fredde leggi di mercato ed il desiderio assillante di piacere a tutti i costi alla moltitudine. Ringraziamo HardSounds per il preziosissimo spazio che ci ha concesso. Ciao a tutti!
Commenti