AN AUTUMN FOR CRIPPLED CHILDREN
Band olandese all'esordio, altra interessante realtà targa ATMF, gli Autumn For Crippled Children si mostrano molto concisi nella discussione, ma anche sintetici. Di poche parole sul piano verbale, ma con tante cose da dire su quello musicale. Autori di "Lost", disco soprendente, eccoli al cospetto dell'interrogatorio sostenuto con Hardsounds. Ho amato subito "Lost". Congratulazioni per il llavoro. Finirà di sicuro nella mia lista personale di fine anno... Grazie molte. E' il vostro disco d'esordio, e non tutti sanno chi sono gli An Autumn For Crippled Children. Ne vogliamo parlare? Semplicemente, siamo tre ragazzi olandedi che suonano la musica che amano: black metal vecchia scuola misto a doom e death metal. Tra il tempo passato assieme e quello precedente in cui oguno seguiva una propria strada ci sono oltre 20 anni di attività. Questo è il nostro primo progetto insieme. Passiamo subito al disco. "Lost" è un'opera complessa ed alla stesso tempo "in your face". Questo vuol dire che i brani vivono alla perfezione sia di vita propria, sia nel contesto generale dell'album. Inoltre, suoni aggressivi si alternano a linee melodiche di immediata assimilazione. Come si spiega questa costante contrapposizione? Abbiamo mirato inizialmente ad un disco coeso. E' nato così, e nello stesso modo si è sviluppato. Non abbiamo pensato molto durante la composizione. E' un insieme di sensazioni ed atmosfere che si è concretizzato naturalmente. In merito all'ispirazione, è si evidente il fattore black, ma in fondo si notano anche incursioni nel post rock. Siccome mi piace poco etichettare la musica, vorreste descrivere con parole vostre cosa suonate? Non crediamo di avere molto a che con il post rock. Siamo metallari, amiamo metal band degli anni '80 e primi anni '90. Quello che suoniamo è un misto di black/death/doom metal. Questo in merito alla musica. Sul piano dei testi, invece? Le atmosfere che ricreate sono assai malinconiche e cupe. I temi trattati riguardano sentimenti personali e si ispirano alle nostre reali esistenze. Ci interessano molto le emozioni e l'esperienza vissuta dagli esseri umani: amore, odio, morte, perdita, violenza, depressione... Esiste un filo che unisce tutti i brani? Possiamo parlare di conpet? E chi sarebbe "perduto" Non è un concept vero e proprio, anche se c'è un sentimento di base che unisce le canzoni, cioè l'essere senza speranza. "Lost" si riferisce al sentimento di perdita comune a molti, quello che non riesce a dirti dove sei e dove stai andando. L'artowork di copertina è molto affascinante, nonchè inquietante. E' un istituto abbandonato che riflette pianamente lo spirito con cui ci approcciamo alla musica. La produzione. "Lost" suona grezzo, ma pulito. Si avverte sia la ferocia di fondo, sia il distinguo di ogni strumento. Niente produzione pomposa, moderna, ma molto efficace. Abbiamo registrato tutto da soli. E' il meglio che il nostro studio potesse produrre. Forse qualche parte suona un po' troppo distorta, ma alla fine siamo riusciti ad ottenere per buona parte il suono che ci eravamo prefissati. Per il prossimo disco miriamo ad una produzione più pulita, ma senza mai perdere la ruvidezza di fondo. Bene. Ora è il momento della domanda che mai nessuno vi ha posto fino ad ora: perchè An Autumn For Crippled Children? E' parte di un titolo di un brano degli Ebony Lake. Crediamo rispecchi a dovere la nostra musica e le nostre sensazioni. E' anche un nome che risalta, quindi genera curiosità attorno alla band. Ci anticipate qualcosa sul vostro immediato fututo? Stiamo registrando già il secondo disco, e pensiamo stia venendo fuori un'ottimo lavoro. E' depressivo, ma altamente accattivante e stranamente ti tira su di morale. E' arrivato il momento di salutarci. Grazie per il vostro tempo e per le emozioni che avete voluto condividere con Hardsounds. Grazie a te per l'intervista.
Commenti