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ABORYM

Aborym è da sempre una band che ha fatto discutere, il più delle volte per motivi futili creati ad hoc da giornalisti e webzinari da quattro soldi. La band capitolina infatti, reduce da un radicale cambio di line up (via Attila Cshiar e Set Teitan, troppo impegnati con Mayhem e Dissection, dentro Prime Evil dietro il microfono e Bard Faust alla batteria, per la prima volta 'umana' nella storia della band) grazie a tre dischi di assoluto spessore si è resa inattaccabile dal lato musicale. Ora che il nuovo "Generator" è quasi in dirittura d'arrivo, ho avuto l'occasione di scambiare qualche parola con Malfeitor Fabban, come sempre sincero e senza peli sulla lingua nell'esternare i suoi pensieri. La parola ad Aborym. Innanzitutto vi ringrazio per il tempo che ci concedete, e ne approfitto per farvi i complimenti. Ritenevo “With No Human Intervention” un punto inarrivabile, e invece siete riusciti ancora una volta a stupirmi. Raccontateci un po’ la genesi del nuovo disco nel contesto degli avvicendamenti di line-up… l’abbandono di Attila e di Set ha influito sulla composizione di “Generator”? Malfeitor Fabban: Ti ringrazio… Hmm, innazitutto nè Attila nè Set hanno “abbandonato” Aborym. Si è trattato fondamentalmente di una decisione presa di comune accordo, e visti i tanti impegni live di gruppi come Dissection e Mayhem, abbiamo deciso di non continuare con loro. Aborym è un gruppo che ha bisogno di gente motivata e che sia al 100% coinvolta, per questo abbiamo deciso di voltare pagina e aprire le porte a gente nuova. Sia Faust che Prime Evil sono amici di vecchia data, persone di cui mi fido ciecamente e che hanno immediatamente accettato nel momento in cui abbiamo esternato loro la nostra idea circa una line-up parzialmente nuova. Sono due professionisti. L’intero disco è stato scritto e pensato in funzione delle loro caratteristiche tecniche e in funzione di un progressivo e costante fissaggio di quello che è con il tempo diventato il nostro stile personale, lo stile di Aborym per intenderci, che non volevamo andasse perso. Non era facile ottenere un disco pesante, con caratteristiche simili ai precedenti ma con tante novità a livello tecnico, ma penso che il risultato finale sia un vero e proprio autentico macigno di negatività e potenza. Parliamo ancora di Attila. Il suo abbandono vi ha messi in difficoltà, o in un certo senso ve lo aspettavate? Per quanto riguarda il sostituto avevate già le idee chiare sulla persona cui affidarvi (in questo caso Prime Evil)? MF: In tutta onestà… credo che questo disco non sia idoneo per lo stile di Attila, infatti abbiamo lavorato in funzione della timbrica e dello stile di Prime Evil, uno stile diverso ma assolutamente sinistro e che è risultato perfetto per le sonorità di “Generator”. Nessuna difficoltà quindi, anzi: siamo molto soddisfatti della prova di Preben Ravn Mulvik, tenendo anche conto che ha iniziato a vomitare dietro un microfono relativamente da poco. Oltre ad Aborym lui canta anche negli Amok, band di Goatpromoter Lava dei Taake e di Iscariah (ex Immortal). Per quanto riguarda la vostra ennesima evoluzione sonora, il fatto di avere dietro le pelli un batterista in carne e ossa ha influenzato sulle composizioni, o si trattava di un aspetto già sviluppato? Intendo dire, se aveste continuato con la drum machine, il risultato sarebbe stato lo stesso? MF: Ti ripeto… tutto il disco è stato concepito con una preventiva e precisa idea riguardo i suoni e le innovazioni. Stesso discorso lo abbiamo fatto tenendo conto che per la prima volta avremmo registrato un disco con un vero batterista. I riff, tutte le soluzioni, i cambi... i feel... tutto è stato studiato alla perfezione. Una batteria vera ha reso il nostro sound più organico, più ossessivo. Tutto è più limpido e pesante e paradossalmente anche le partiture più slow hanno guadagnato decisamente in impatto e negatività. “Generator” è a tutti gli effetti decisamente più snello di “WNHI”. La componente elettronica, pur presente, mi è sembrata meno prepotente e più dosata. E’ stata una progressione spontanea? MF: Più che spontanea direi “pensata” con criterio. Abbiamo plagiato al meglio tutte le componenti del nostro sound, affinchè tutto risultasse presente e chiaro. Non è stato facile mixare questo disco, per niente. Ma suona in modo ossessivo e siamo tutti estremamente soddisfatti. Alcuni passaggi dell’album sono decisamente guitar-oriented (mi viene in mente l’inizio di “Suffer Catalyst”) e mi hanno ricordato, alla lontana, certe atmosfere di “Kali Yuga”. Siete d’accordo? MF: In parte si. Il lavoro di chitarre in questo disco credo sia al top di quelli che sono i dischi di Aborym sino ad ora rilasciati. Nysrok è migliorato molto in fase di composizione e per questo disco io e lui abbiamo lavorato in un clima molto disteso e professionale, con una grossa label alle spalle e due nuovi musicisti dalla nostra parte. Credete che qualcuno possa lamentarsi per l’assenza di una song totalmente elettronica, sulla scia di “Tantra Bizarre”, “Here Is No God” o “Chernobyl Generation”? MF: La cosa non mi riguarda. Noi facciamo ciò che vogliamo fare. Non abbiamo dei clichès da seguire. Se avessimo avuto voglia di realizzare un pezzo con queste coordinate avremmo potuto farlo senza problemi. Solo non ne abbiamo avvertito l’esigenza, per quanto ci siano delle parti quasi completamente electro. Abbiamo simulato un serial killer che cammina alla volta dell’entrata di un club pieno di gente... Si avvicina, apre la porta… e uccide. Parliamo del vostro contratto con Season Of Mist. Pensate di avere finalmente trovato una label che possa supportarvi a dovere? MF: Io non mi fido di nessuno, in generale. Sicuramente con SOM si lavora meglio, in un clima di estrema professionalità. Avendo solo il promo non ho sottomano l’artwork completo dell’album. Potete anticiparci qualcosa? La mia impressione è che la cover, veramente favolosa, richiami non poco quella di “WNHI”… MF: Il front cover è opera di Lorenzo Mariani, che ha centrato in pieno il concept del disco che gli avevo precedentemente spiegato. Non ci sono colori. Solo scala di grigi. E’ un artwork ben fatto, senza troppi dettagli. Diretto e senza gioia. Come la musica. In “WNHI” erano presenti un paio di sample dal film “American Psycho”, mi piacerebbe sapere se siete influenzati da scrittori moderni come lo stesso Bret Easton Ellis o altri… MF: Non molto. Preferisco scrittori del passato. Ma Ellis è un grande. Personalmente stravedo per gente innovativa come William Burroughs. Angy (Impure Domain) si è ispirato alla tecnica del cut-up di Burroughs per scrivere il testo di “RuinRama Kolossal”. Anche in “Generator” sono presenti un po’ di special guest, seppur in misura minore rispetto al disco precedente. Volete illustrarceli? MF: Si, abbiamo fissato una lunga intro elettronica assieme a Richard K.Szabo di TWZ (Swe). Ottimo lavoro. Richard è una persona preparatissima che ci segue da sempre. Stian Culto invece si trovava di passaggio a Roma mentre io, Nysrok e Prime Evil eravamo in studio. Si è unito a noi, completamente ubriaco e abbiamo registrato alcune cose. Quell’uomo è pazzo. Un autentico pazzo! Eh eh eh! So che per quanto riguardi i testi dei vostri brani siete sempre stati restii a dare spiegazioni, lasciando che ognuno interpretasse, leggendo, ciò che preferiva. In questo senso, come si colloca “Generator”? Chi si è occupato della stesura delle liriche? MF: “Ruinrama Kolossal” è opera di Angy come ti dicevo prima. Il resto l’abbiamo scritto io, Faust... un testo finale in “I Reject!” è di Nysrok. Il concept di questo disco è molto semplice, chiaro, diretto e trattato con razionalità, e se vogliamo in modo direi “cronistico”: Omnia Est, Malis Est. Qualcosa che avevo iniziato a trattare su “Criteria ov 666” di Void of Silence e che avrei voluto splittare su due dischi, ma poi le cose andarono a farsi fottere e non non ho avuto più l’opportunità di continuare il tutto. Opportunità che ho avuto su “Generator”. Un concept semplice ma negativo e pessimistico: negatività ovunque, covata e generata dalla pazzia umana che crea per poi distruggere, fino a quando si arriverà ad una lenta e agonizzante distruzione finale. Nei testi ci sono excerpts di Charles Manson, che considerò lo specchio della nostra società, e di un monologo tratto da “L’Avvocato del Diavolo”. Tempo fa, se non sbaglio, era nei vostri programmi la realizzazione di un dvd. E’ un progetto ancora in corso o per ora rimandato? MF: Il tutto è ancora in stand-by al momento. Ora ci stiamo dedicando alla promozione del disco. Quindi ci prenderemo una breve vacanza per poi riprendere in mano tutte le cose che intendiamo realizzare quest’anno. Abbandoniamo Aborym per un attimo; avete avuto occasione di ascoltare il progetto punk di Faust, gli Scum? Cosa ne pensate? E per quanto riguarda i nuovi brani e la ‘rinascita’ dei Dissection? MF: Per quanto riguarda Scum, si tratta di un gran bel disco, semplice ma carico di energia. Un bel mix di vari generi. Peraltro ad Aprile incontrerò Casey Chaos ad Oslo all’Inferno fest. Penso sarà una bella esperienza. Ho sentito un paio di pezzi di Dissection e ho saputo che d’ora in avanti si dedicheranno esclusivamente alla roba nuova e non suoneranno mai più pezzi vecchi dal vivo. Il genere di Dissection non è il mio preferito in assoluto, ma è una band storica che merita rispetto. Ottimi musicisti. Qualche tempo fa ho avuto per le mani “H.I.V.: Parade” degli Impure Domain. Il lavoro mi è piaciuto molto, ma anche in sede di recensione non ho potuto fare a meno di segnalare la somiglianza con il vostro sound, specialmente del periodo “Fire…”. So che avete suonato insieme a Taranto, molti anni fa, cosa ne pensate? E, più in generale, cosa pensate dei gruppi che si ispirano massicciamente a voi? MF: E’ estremamente gratificante, anche se noi puntiamo a calcificare il nostro stile affinchè sia inimitabile. Impure Domain sono una delle più belle sorprese made in Italy degli ultimi tempi, un gruppo che conosco bene e che farà molta strada. Quali sono i vostri ascolti prediletti del momento? C’è stato qualche artista, di qualsiasi genere, che vi ha influenzati durante la composizione del nuovo album? MF: Non ascoltiamo musica durante il periodo di songwriting di solito. Proprio per evitare di essere influenzati da altri gruppi o ascolti frequenti in quel preciso periodo. In linea di massima ultimamente sto ascolando gruppi italiani: il nuovo di Black Flame, eccellente, Nefarium, Hiems, poi ultimamente il primo Borknagar, Mayhem, Ulver, Destruction, Sodom e Obituary. Questi i miei ultimi ascolti degli ultimi 20 giorni. Quali saranno le prossime mosse di Aborym? Contate di riuscire a suonare dal vivo, prima o poi? Ho avuto occasione di parlare con Faust durante un’intervista per Scum e mi disse che da questo punto di vista le cose potrebbero essere problematiche… MF: Aborym non è una live-band fondamentalmente. Cercheremo di suonare live, poche date ma in grossi contesti e organizzate da gente seria. Non credo suoneremo di nuovo in Italia questa volta. La cosa non mi eccita affatto. L’obiettivo di Aborym sarà sempre quello di andare ‘oltre’? MF: Siamo solo all’inizio. Suoneremo musica estrema, la migliore musica estrema che potremo realizzare per quelle che sono le nostre potenzialità e le nostre possibilità. Il black metal per noi non è fonte di ricchezza e guadagno, quindi possiamo permetterci di rimanere una band sincera e vera, che suona esattamente ciò che vuole suonare, senza limiti e senza pressioni esterne. Come vi spiegate il fatto che molti individui cercano, per così dire, di rompervi le palle? Mi riferisco, esempio a caso, al tizio che su myspace aveva messo su una pagina ‘anti Aborym’, o a gente che si spaccia per voi in giro per l’Italia…invidia? MF: Ci siamo fatti enormi risate quando abbiamo visto il blog di quell’”elemento” assurdo su myspace. Guarda le foto di quel tipo e capirai che è decisamente inutile anche solo parlarne! In Italia la scena è merda: la gente non supporta la scena locale, anzi, tenta di danneggiarla. Provano invidia se qualcuno riesce a fare cose importanti e poi costruiscono veri e propri miti ed eroi all’estero. La scena italiana fa ridere. Fatti un giro in Norvegia e capirai di cosa parlo. L’altro giorno ero in una sala prove assieme ad un amico che sta aiutando un gruppetto di Roma per un live come batterista, come guest solo per questa data. Tra un pezzo e l’altro il “cantante” di questo inquietante ed oscuro combo demoniaco romano (i Vidharr, segnati questo nome!!) inizia a sparare commenti assurdi e sentenze su di me e su Aborym, senza sapere chi io fossi. Me ne stavo li in silenzio e ascoltavo questi insulti, fino a quando il mio amico fa notare a quel ragazzino che io ero li. Dagli insulti è passato a leccate di culo assurde fino a tendermi la mano, che ho ovviamente rifiutato mandando all’inferno. Questa è una piccola “favoletta” che magnificamente sintetizza la situazione italiana. Fuck asshole! Sono cose come queste che spesso generano violenza fisica che, a volte, sfocia nel crimine. Una cosa è trovarsi di fronte una persona sobria e lucida. Un’altra cosa è trovarsi di fronte una persona con diversi litri di alcohol nello stomaco, pronto a spaccarti il cranio a mani nude. Ma stiamo parlando pervalentemente di un ragazzino diciannovenne, esaltato per un concertino a Roma e che crede di essere un guerriero black metal e che non può trattenersi in sala prove oltre le 21 altrimenti la mammina si arrabbia. Il black metal non è questo. Gente così andrebbe ignorata. Eliminata tramite l’indifferenza, visto che l’eliminazione fisica in Italia è illegale. Le mie domande sono finite. Vi ringrazio per il tempo concesso, e vi faccio ancora i doverosi complimenti per “Generator”. Concludete pure come preferite. MF: Grazie infinite. Gran bell’intervista. Aborym on line: www.aborym.net , www.myspace.com/aborym666 . Total death and no fucking mercy. Supportate la vostra scena locale.

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