LORD OF PAGATHORN: Daimono Philia
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23/03/2018Un conato di odio gelido ci viene soffiato addosso nell’ultima fatica in studio dei Lord of Pagathorn. Attivi dal lontano 1992, hanno dato alla luce solo un altro full-length, datato 2014 ed una serie di uscite alla spicciolata tra il 1993 e il 2012. Classica realtà underground, si ispira alla old-school del filone, brandendo il freddo del nord e fermandosi di rado a contemplarne i fiordi. Distorsioni di chitarre, ritmiche serrate e tanto odio sono luogo comune di una band che conferma un certo allineamento con il filone anche a livello di tematiche. Difficile trovare tra le righe qualcosa di personale, anche solo strutturalmente. Il tutto echeggia di voci già smosse, di sussurri già sentiti e di sviluppi che conosciamo a menadito. Non pretendiamo certo che venga sconvolto il filone, ma è chiaro come questo sentore di deja-vu non smuova alcun entusiasmo, relegando Daimono Philia ad uno dei tanti fuochi fatui del black metal. Malinconia, riff minimale e poi accelerazione, cerchio che si ripete e che si chiude con quel deja-vu generale che sfocia nella noia. Difficile descrivervi ulteriormente un disco che, pur essendo di sufficiente qualità, non dice niente di più di quanto già espresso da molti. Il futuro ci dirà se le cose cambieranno, magari superando quell’alone di tedio che ad oggi schiaccia inesorabilmente l’ascoltatore.
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