ZOMBIE, ROB: EDUCATED HORSES
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03/04/2006Dopo diversi anni di assenza dalla scena musicale, anni spesi soprattutto ad occuparsi della sua grande passione alternativa ovvero il cinema, il buon Rob Zombie torna all’attacco con un terzo lavoro solista dopo gli entusiasmanti “Hellbilly Deluxe” e “The Sinister Urge”, ormai risalente al 2001. Con una band nuova di zecca nella quale figura John 5, ex ascia di Marilyn Manson e chitarrista di eccellente livello come dimostrato in sede solista, l’ex leader dei White Zombie confeziona un album che stilisticamente si distanzia non poco dalle prime due fatiche, pur mantenendo invariato il suo trademark. Il sound di “Educated Horses” è ancora più hard rock e glam-oriented che in passato, complici non solo il guitarwork e la struttura dei pezzi ma anche la performance vocale del lungocrinito morto vivente; un’ugola che si mostra meno roca e sgraziata, decisamente più ‘liscia’ e praticamente un clone dello zio Alice Cooper. La somiglianza tra i nuovi brani di Zombie e la produzione (recente e non) di Vincent Furnier è davvero impressionante visti i continui ammiccamenti, siano voluti o no, a certe sonorità. E’ sufficiente ascoltare i primi due, discreti brani “American Witch” e il singolo “Foxy Foxy” per rendersene conto; il (grosso) problema è che un Rob Zombie in questi panni non ci sta proprio; non basta l’ottimo lavoro della line-up, non bastano brani sicuramente validi come “Seventeen Years Locust”, “Let It All Bleed Out o “Ride”. Dove sono finiti i pezzi iper-pompanti e carichi come “Dragula”, “Demon Speeding” o “Superbeast”? In “Educated Horses” manca il tipico feeling che permeava “Hellbilly Deluxe” e “The Sinister Urge”, tutto a scapito del quadro generale del platter, che alla fine risulta buono ma nulla più. Non mi stupirei se questo album piacesse più a molti hard-rocker e fan di Alice Cooper che ai fan di Rob Zombie, che dopo cinque anni si sarebbero giustamente aspettati qualcosina in più.
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