WOVENWAR: WOVENWAR
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26/08/2014Wovenwar, ovvero: gli As I Lay Dying senza Tim Lambesis? Affatto. Rewind di poco più di un anno. Il singer degli AILD (nonchè mastermind degli spassosi Austrian Death Machine) viene arrestato per aver tentato di assoldare un sicario per fare secca la moglie dalla quale stava divorziando; senza entrare nel dedalo dei successivi eventi legali, era legittimo chiedersi che fine avrebbe fatto una delle band pionere del metalcore moderno, anche alla luce del fatto che Lambesis era (anzi, è) il proprietario del nome insieme a Mancino. Il silenzio stampa di tutti faceva presagire il peggio, ma a sorpresa, qualche mese fa, vengono svelati questi Wovenwar; si tratta in soldoni degli stessi identici componenti, solamente con Shane Blaney degli Oh, Sleeper alla voce. Il risultato? Senza girarci intorno, uno dei dischi più entusiasmanti degli ultimi anni. Se alcune chitarre e alcuni riff sono assolutamente di scuola As I Lay Dying, i nostri prendono sotto la loro ala un po' di tutto, dalla scuola scandinava alla sensibilità pop e smaccatamente commerciale di molte produzioni Sumerian (sembra di ascoltare a tratti gli All That Remains, a tratti i 30 Seconds To Mars!), con la voce di Shane come vera ciliegina sulla torta. Impossibile resistere a brani come "Tempest", "All Rise", o "Archers", il vero capolavoro del disco; un mix fresco, inaspettato, che al di là dei generi e dei paletti è semplicemente rappresentativo di un disco magnifico, che piacerà ai fan degli AILD, a quelli degli Oh, Sleeper e pure a tutti gli altri, ammesso che non abbiano avversioni verso le clean vocals, o che cerchino il breakdown forzato ogni due battute.
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