URTO: UPSIDE DOWN
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14/07/2009Gli amanti del thrash si facciano avanti: gli Urto sono l'ennesima valida realtà del panorama tricolore capaci non solo di rifarsi a vecchi clichè, ma anche e soprattutto di sviluppare nel modo più personale possibile la propria idea di metal. Più vicino alla scuola statunitense che a quella europea (Anthrax più che Sodom), il thrash dei cinque musicisti italiani si snoda attraverso un songwriting complesso ed articolato, abile nell'affondare il colpo quando serve, ma allo stesso tempo in grado di delineare trame più complesse, impreziosite dal cantato pulito e senza imperfezioni di Alessandro Olivo. Pur essendo medio-lunghe, le composizioni presenti in questo 'Upside Down' sono tutt'altro che disomogenee al loro interno, mostrando altresì una compattezza che rende l'intero disco scorrevole e decisamente apprezzabile. Grazie ad una buona padronanza dei propri strumenti, gli urto possono permettersi spesso di andare alla ricerca di soluzioni tutt'altro che scontate, concedendo spazio anche a virtuosismi che in ogni caso non vanno mai a discapito dell'unità d'insieme: una tecnica e una fantasia al servizio del thrash dunque, dove non mancano comunque assoli più immediati e dal sicuro effetto ("Free Will State Of Health"). Non fatevi intimorire dai nove minuti di "The Second Coming" o dagli otto di "Requiem For Brainwork": di carne al fuoco, è vero, ce n'è molta, ma gli Urto non sprecano una goccia del loro talento.
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