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TRANS-SIBERIAN ORCHESTRA: Beethoven’s Last Night [ristampa]

data

07/10/2010
85


Genere: Rock Opera
Etichetta: BMG
Distro: BMG Rights Management/Audioglobe
Anno: 2010

Riguardo la ristampa di un album uscito in America ben dieci anni fa occorre fare un’analisi del contenente e del contenuto. Il contenente è l’unico elemento di novità della riedizione di uno degli album più belli del progetto parallelo dei Savatage che, negli anni, è certamente divenuto molto più famoso a livello internazionale rispetto alla band da cui si è scisso per gemmazione. L’efficace artwork di Greg Hildebrandt (che con il fratello Tim rappresenta da decenni una vera istituzione per quanto concerne il design di cover, comic books, cards e quant’altro), salito sul carrozzone guidato da Paul O’Neill con le splendide illustrazioni di 'Night Castle' dell’anno scorso, sostituisce l’altrettanto evocativo lavoro di Edgar Jerins. Il contenuto, invece, come accennato, è esattamente identico all’edizione del 2000 non disponibile per il mercato europeo…è evidente che un platter del decennio trascorso avrebbe meritato un trattamento di remastering ed expanding tale da giustificarne l’acquisto anche a chi, in un modo o nell’altro, se l’era già da tempo procurato. Entrando nel merito del contenuto: trattasi, come sempre quando si parla della Trans-Siberian Orchestra, di una rock-opera poco metallosa e molto più rock (se avete in casa, o avete mai ascoltato un album di Meat Loaf composto da quel geniaccio di Steinman, avrete ben chiaro lo scenario musicale), che si avvale di tanti strumentisti di alto profilo tra cui i Savatage al completo. Inutile sottolineare quanto le sonorità siano debitrici della heavy metal band di Oliva soprattutto per quanto concerne le tracks composte proprio dagli autori dei più famosi classici della band (il producer Paul O’Neill e mister Jon Oliva), e che si discostano nettamente da quelle di derivazione "beethoveniana" vero fulcro del terzo lavoro qui presentato. E allora brividi per le lente "The Moment", "After The Fall" e l’accopiata finale "Who Is This Child"/"A Final Dream" che richiama, nell’intrecciarsi delle voci degli interpreti, highlights come "Chance", mentre l’interpretazione mefistofelica di Oliva in songs come "Misery" vale da sola l’acquisto dell’album. Tutti i nomi coinvolti offrono una prestazione eccezionale valorizzata dalla produzione di O’Neill, ma l’album resta più un'introduzione a certe sonorità per chi è avvezzo ad ascoltare solo musica classica, o viceversa a chi, ritenendo (a torto) che la musica rock debba essere il più possibile autoreferenziale, necessita di "stratagemmi" come questo 'Beethoven’s Last Night' per ascoltare un bel po’ di classici del compositore viennese. Per tutti gli altri, i metal heads intendo, l’orchestra assemblata da O’Neill resterà sempre un buon surrogato degli intramontabili Savatage.

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