THE WHIRLINGS: Earthshine
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30/12/2019Rilassanti e poderosi. È questo il binomio di aggettivi che si presenta nella nostra mente quando si ascoltano band come gli abruzzesi The Whirlings, che giungono al loro secondo LP sei anni dopo il loro buon debutto ‘Beyond The Eyelids’. Grazie al supporto di Subsound Records, label particolarmente attenta a tutto ciò che è l’alternativo vero, l’underground radicato, The Whirlings buttano fuori ‘Earthshine’, ed ascoltando i quasi quaranta minuti di musica spalmati sui cinque brani proposti si capisce appieno il significato di quel titolo. Una musica che vuole unire cielo e terra, in un connubio pirotecnico e luccicante. L’apertura è affidata ai suoni psichedelici di “Vacuum”, unico brano in cui è presenta la parte vocale, nella fattispecie quella della ospite Vera Claps. Una voce che si inserisce in maniera ideale all’interno delle sfumature del brano, che tocca anche terreni vicini al krautrock, e inondando l’atmosfera di una psichedelia palpabile. I brani che seguono si inerpicano invece tra post-rock e stoner strumentale, con percorsi che risultano molto interessanti sin dai primi ascolti. Attualmente, una proposta simile a livello di sound e di ritmica la stanno facendo i lecchesi Stranger In My Town, e credo sarebbe bello vedere una futura collaborazione (che sia split-album o live, poco cambia) tra queste due realtà. Se si dovesse segnalare un brano in particolare di ‘Earthshine’, il pezzo forte (a parere dello scrivente) può essere la conclusiva “Lost In Whiteout”. Un brano che cresce man mano che i minuti passano, e che raggiungono l’apice compositivo con quella ritmica costante memore delle classiche cavalcate post-rock, estremamente difficili da togliere dalla testa una volta felicemente intrappolati. Tornando ai due aggettivi segnalati all’inizio, ‘Earthshine’ è un album che può essere perfettamente gustato a casa, con un buon impianto stereo, comodamente posizionati in maniera da assaporare in totale relax l’atmosfera dell’album. Allo stesso modo, è un album che, dal vivo, ha le potenzialità per poter essere davvero scatenante e coinvolgente, soprattutto quando passano davanti le parti più stoner-oriented. Tornare, dopo sei anni, a produrre musica in questo modo e con questa qualità può essere a tratti sorprendente. Ma i The Whirlings ce l’hanno fatta, e ‘Earthshine’, oltre ad essere tra le migliori uscite discografiche italiane della seconda metà del 2019, è tra le molte conferme che l’underground italiano è tra i migliori a livello internazionale.
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