THE MISSION: THE BRIGHTEST LIGHT
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27/09/2013Lentamente, tra pause dovute all'attività solista di Wayne Hussey ed un'urgenza artistica sempre meno impellente, i The Mission si ripresentano di tanto in tanto con un nuovo album. Diciamocela tutta subito: la band inglese ha detto tutto quanto aveva da dire nei primi quattro album. Quanto è seguito da 'Masque' in poi è stato un altalenante excursus tra sonorità ed approccio datate, e qualche veloce incursione in sonorità più elettroniche e danzerecce. Anche se con 'Aura' (2001) la wave mistica e rock che caratterizza da sempre lo stile del gruppo era ritornata con risultati ben oltre la suffcienza. Ora questo 'The Brightest Light' che prova ad imporre alla massa ancora una volta il marchio di fabbrica dei The Mission, ma con accenni spesso più marcatamente pop (più che negli altri dischi passati, pur sempre ammantati dalla verve commerciale tipica dell'easy listening albionico). Il che fuga subito ogni dubbio in quanto, l'avrete già capito, ci troviamo di fronte al solito disco di Hussey e soci. Quindi brani molto suadenti e fascinosi che a volte trovano picchi d'espressività incredibili, mentre in altre occasioni li troviamo a stagnare in un pantano compositivo sciatto e sterile. In questo continuo saliscendi abbiamo trovato magnetica la prima parte del disco, stucchevole quella centrale, alquanto convincente il finale (la sola "Swan Song" meriterebbe una recensione a parte). E la voce di Hussey? Sempre all'altezza, sempre carismatica, ma non profonda e viscerale come un tempo. Fattore sintomatico che non fa altro che confermare quanto i The Mission siano certo una band ancora viva, ma destinata ad essere ricordata solo per quanto già inciso in passato.
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