SUBAUDITION: LIGHT ON THE PATH
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12/01/2010Già dalla suggestiva copertina è chiaro l'intento dei finlandesi Subaudition: emozionare. Ma farlo nella nella misura in cui l'introspezione evocata assuma dettagli sbiaditi, rarefatti. Un paesaggio di cui è difficile identificare la stagione in cui si manifesta, e che di conseguenza si forma potentemente nelle vesti più opportuna a seconda del grado di sensibilità dell'ascoltatore. No, non è il tipico disco da ascoltare in autunno, o in inverno. Sarebbe assai riduttivo definirlo tale. "Light On The Path" è uno struggimento interiore per tutto l'anno, per ogni giorno della vostra sciagurata, perturbata esistenza. Acustico ed elettrico, sostenuto da una sezione d'archi e da una base essenzialmente rock, il lavoro è una lenta camminata alla ricerca di quel qualcosa che a tutti noi sfugge, ed a cui non sappiamo ancora dare un nome. Dilatato, a tratti psichedelico, ma raffinato, affonda le sue trivelle nelle viscere della malinconia e ne estrae l'essenza scevra da ogni intento melenso o ruffiano. Echi di elettronica ed una voce che nelle tonalità più basse si avvicina con sorpresa a quella di David Sylvian aggiungono ulteriore fascino alle composizioni, ulteriore qualità soprattutto sul piano umorale, suggellando un disco che senza pensarci su due volte rientra amabilmente tra le migliori uscite del 2009. Personalmente, la migliore uscita. Di quelle che ti afferrano e ti trascinano strattonando l'anima, ma con garbo, con delicatezza, con la semplicità unica di chi riesce ad esprimere sentimenti importanti e complessi in un flusso continuo di dolore, ma di quelli che non fanno più male. Di quelli di cui ne senti paradossalmente il bisogno.
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